Ven. Ott 11th, 2024

Se date un pallone a Ciccio Graziani è sicuro che sarà gol. Questo il mantra nell’ultimo Toro campione d’Italia, quando con Pulici formava un’unica entità che si tramutava in rete o in grossi problemi per le difese avversarie.

Graziani, nato il 16 dicembre, giorno di Sant’Adelaide che nell’antichità era sinonimo di nobiltà di stirpe e d’aspetto, cosa che rappresenta al meglio Francesco, o più comunemente Ciccio, che nella sua carriera ha scritto quasi tre fiabe, quasi, perché il lieto fine è arrivato solo in maglia granata, poi perde il campionato per un solo punto con la Fiorentina e nella Roma vince due Coppa Italia perdendo però ai rigori contro il Liverpool la finale di Coppa dei Campioni.

Chiusa la parabola da attaccante da 182 gol in carriera per Ciccio si avviano due nuove strade da percorrere, quella dell’allenatore e quella del commentatore radio/tv.

Da allenatore, nel primo reality Campioni col Cervia Ciccio è indubbiamente l’allenatore più seguito d’Italia perché in quei ragazzi ogni telespettatore ci si rivede (Gullo più, Gullo meno) e Graziani è l’uomo in più, lo show nello show, uno che sa essere mister bastone e mister carota, facendo breccia su chi ne seguiva le peripezie.

In tv è spalla di Mino Taveri su Sport Mediaset XXL (l’ex Guida al Campionato) ma è in radio, su Radiodue a Campioni del Mondo, che Ciccio dà il meglio, in tandem d’attacco con Domenico Marocchino (lui ala a tutto campo, dalla sapienza dei boschi alla risata contagiosa) con il prezioso registro di Marco Lollobrigida, numero 10 del programma.

Al microfono Ciccio è proverbiale, è una di quelle persone che si ascolterebbe per tutta la mattina o anche di più, con aneddoti divertenti (vedere Bearzot gettato in piscina al Mundial 1982) e partite di calcetto in cui il suo guizzo non manca mai.

L’esser Ciccio Graziani tocca l’apice in quel 1975/76 quando dalla sciagura di Superga arriva quel Tricolore che sa di festa per i due punti di vantaggio sulla Juve, 45 a 43, con 15 gol in 29 partite del “saggio” di Campioni del Mondo (sempre RadioDue) che poi mette in cascina il dover abbandonare il terreno di gioco del Bernabeu, con la sciagurata spalla che gli fa abbandonare la finale dei sogni, quella del Mondiale.

Poco importa, 7 minuti e poi out per far posto ad Altobelli. Beh, diremmo noi, Spillo segna perché entra al posto di Ciccio, perché Ciccio (e ci scusiamo per la confidenza verso il nostro compagno di tutti i sabato mattina) non ha bisogno di far gol al Mundial. Lui è già mundial.

E non potrebbe mancare neanche il nostro abbraccio per gli auguri del 16 dicembre 2023, al bomber radiofonico preferito dalla nostra redazione!

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it