Ven. Ott 11th, 2024

Prima di Nibali e di Pantani il Tour de France è stato terreno di conquista dello scalatore Ottavio Bottecchia.

Claudio Gregori, libro edizione 2017, ne racconta le gesta in un capolavoro di 506 pagine, che narra un tempo in cui le bici attraversavano strade dissestate dopo la prima guerra mondiale, con tappe al Tour proibitive, con inizio a notte inoltrata e arrivi nel tardo pomeriggio.

Bottecchia, chiuso in Italia dalla classe di Costante Girardengo, scopre in Francia la sua “America“, primo italiano ad indossare la maglia gialla, in un Tour, quello del 1924, che lo vide in giallo dalla prima all’ultima tappa.

Ma quella gloriosa corsa è il proseguo del Tour di Bottecchia datato 1923, dove a causa dell’inesperienza arriva alle spalle del compagno di squadra Henri Pellissier.

Sono anni duri, in cui vincere un gran giro cambia la vita e per Bottecchia arriva anche il bis alla Grand Boucle, trionfando nel 1925, imponendosi con più di un’ora di vantaggio sul secondo, Lucien Buysse, riuscendo così poi a comprare casa e vivere una vita più agiata per l’epoca.

Bottecchia (Bottescià per i francesi), però godrà per poco quel lusso, nel maggio 1927 perderà il fratello Giovanni, investito da un’auto alla cui guida vi era Franco Marinotti, testimone di nozze di Benito Mussolini e gerarca fascista.

Ottavio, per cercare un risarcimento che potesse consentire il sostentamento alla famiglia di Giovanni e alle figlie, si scontrò furiosamente col Marinotti, tanto da esser punito, si presume, a bastonate sulla bici.

Scriviamo si presume, perché Ottavio Bottecchia venne trovato agonizzante sulla propria bici il 3 giugno 1927, con fratture al cranio, il successivo coma e la morte, avvenuta il 15 giugno.

Alla moglie, in punto di morte, Bottecchia rivela di aver avuto un malore in bici, ma la tesi ancora oggi non ha trovato conferme, visto il periodo particolare dell’Italia di fine anni 20, l’antifascismo e un funerale del Dio in Francia cui non parteciparono né Girardengo né Binda, ben visti dal Duce.

Le ipotesi sulla morte di Bottecchia furono tante e ancora allo stato attuale senza risposta, da un tradimento sentimentale e successiva punizione del marito che lo scopre ad un giro di scommesse cui Ottavio non volle mai partecipare.

Resta il ritaglio di un ciclismo mitologico, tra episodi di borracce avvelenate e sostanze proibite per tener svegli i corridori, con le grandi firme giornalistiche di Bruno Roghi, Emilio Colombo, Armando Cougnet e Vittorio Pozzo.

A Bottecchia è intitolato lo stadio di Pordenone.

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it