Ven. Ott 11th, 2024
 

Caro Marco…eccoci qua!

(Questo pezzo risale al 2016, visibile sul blog https://astroconoscenze.wordpress.com/2016/02/14/caro-marco-usciamo-in-bicima-smetti-di-scattare-un-po/ )

Questa è la raccolta dei pezzi scritti per Marco Pantani da parte di Francesco Fiori

Ciao Marco come stai? Ti vedo pensieroso e triste, deve funzionare così quando in un giorno speciale, il 14 febbraio, in tanti ti ricordano e scappa una lacrimuccia.

Senti facciamo una cosa, prendiamo la bici e facciamo un giro, i km da percorrere però li scelgo io, tu, Re del 98, me ne faresti fare anche 200 sfidando te stesso e andando poi in cerca di un po’ di zuccheri o di una cioccolata ormai sfinito.

Sai caro Marco, il ciclismo è cambiato, ormai ai casini ci si è abituati, però manca quell’irrefrenabile voglia di vedere una tappa in salita, ora è tutto noioso e calcolato, vuoi mettere l’accoppiata Panta-De Zan in tv?

Tanta roba.

Raccontami di te, che hai provato sull’Alpe D’Huez nel 97? Mannaggia ti eri fracassato una gamba per il ciclismo, anche i gatti ti facevano cadere, e poi, boom, spettacolo sulle montagne francesi, e la tappa di Piancavallo? Non vincevi al Giro da 4 anni, hai vinto il 30 maggio, così come ad Oropa nel 99, stesso giorno ma soprattutto Marcolì, ho festeggiato il compleanno con le tue vittorie!

Pantani è tornato.

Che bella frase, mi piace molto, raccontami il Mortirolo, hai ancora il record in quella salita allucinante, io ho calcolato di aver preso da te un paio d’ore di distacco, non ridere, non è che sono andato piano, è che ero semplicemente scarso.

Raccontami la tua testa, il tuo cuore, quello che silenziosamente decide di far beneficienza ma non chiede pubblicità e che ad elencare tutto il bene che hai fatto si andrebbe a fare un torto a tutti i tuoi detrattori, ma lasciamoli dire.

Raccontami un po’ gli avversari, su una cosa ti sbagliavi, quell’americano, credo si chiami Lance, non è figlio dell’Armstrong andato sulla luna ma credimi, se ci parli oggi, quel cow boy andrebbe volentieri su un altro pianeta ed è già tanto se i suoi tifosi non l’hanno spedito li.

Comunque rallenta un pochino, tu scatti e sorridi, si vede hai la testa e il cuore in pace, ma io sento anche l’acido lattico nelle orecchie per starti dietro, raccontami un po’ quel giugno 99, che fregatura, ma lo so, perdoneresti chi ti ha imbrogliato, anche se il dolore non si dimentica.

Lo so, avresti perdonato perché di animo buono, ho ascoltato i racconti di chi ti voleva bene, ho letto più libri su di te che di economia aziendale e io con i numeri ci lavoro, ma vuoi mettere cosa regala più passione?

Ho conosciuto anche tua mamma Tonina, una che ti accoglie con un sorriso dopo che per te ho fatto un viaggio di 13 ore deve essere per forza speciale, e subito dimentichi tutta la fatica.

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Pantanissima 2015: C’è chi vuole vincere e chi fare un selfie  con una mamma speciale, io scelgo sempre la foto 

Eh caro Inoki, chi me l’ha fatto fare? Lo sai meglio di me che quando ti innamori fai cose folli e geniali, quell’amore per la bici mi ha fatto partecipare alla Pantanissima, seppur con poco allenamento e una testa che pensava altrove, ma, come in battaglia si inizia una cosa e la si deve portare a termine.

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E poi Marco, vuoi mettere l’esser tra le tue strade, anche se mi stai dicendo che seguendomi ti sei addormentato. Sfido io, Ciola e Montevecchio non erano semplicissime salitelle ma vuoi mettere l’entusiasmo che mi regala tua mamma quando in mezzo alla marea di ciclisti mi nota e mi manda un bacio, non si possono deludere le mamme, la mia e la tua hanno la stessa età e lo stesso cuore, sarà che noi figli ne combiniamo di tutti i colori.

Una sola cosa mi ha fatto rimaner male, perché Marco sei in un posto silenzioso, colmo di tristezza? Perché per visitarti non ci si vede al bar per una birra, magari prendendo in giro la mia Inter, ed invece devo entrare in un posto chiamato cimitero?

Dovresti saperlo, tu non sei morto, basta poco per risentirti tra noi fan e pazzi scalmanati che per te si mettono la bandana, tu fai come ora in bici con me, scatti un po’ più in là di tutti e sparisci tra le nuvole, poi però aspettami al traguardo, basta un sorriso, basta ricordare che il Panta vive, anzi, Pantani Forever come scritto nella maglia della Pantanissima, sei solo un po’ più mitico degli altri, da 12 anni a questa parte, nel giorno degli innamorati e così sarà sempre.

Francesco Fiori (fcroda@yahoo.it)

Svegliami quando scatta Pantani

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it

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