Ven. Ott 11th, 2024

Siamo tra Spa e Monza, nel 1996 iniziava il sogno della Ferrari di Schumacher, oggi naufragata in una stagione fallimentare.

Forse non c’è neanche bisogno di guardare così lontano, perché la Rossa iscriveva nel suo albo d’oro la doppietta Spa-Monza proprio la scorsa annata, con quel predestinato Leclerc che oggi appare un pulcino al cospetto di problemi più grandi della sua classe.

Ritorna così alla mente quella magica stagione 1996, dove un tedesco (per tutti eccessivamente strapagato all’epoca), sedeva su una Rossa che aveva ormai smesso di far sognare da tempo immemore.

La differenza fra quell’epoca e i giorni nostri parte dal pilota e dal potere che la Ferrari riuscì a dar vita da quel momento, avendo in Michael Schumacher il numero uno assoluto, due spanne sopra Damon Hill, poi campione del mondo, mentre oggi sulla bravura di Leclerc (e Vettel) non si hanno dubbi, ma Hamilton è inarrivabile.

Quel gran premio del Belgio del 1996 si apriva col botto di Schumi al venerdì, macchina distrutta e brutto colpo per il tedesco, poi terzo in prova dietro Villeneuve e Hill, staccato di 1.204 dalla coppia Williams.

Non c’era niente di bello in previsione della domenica, fin lì il tedesco dalla mascella d’acciaio aveva incantato in Spagna, guidando come un ballerino sul ghiaccio mentre gli altri annaspavano nel diluvio del Montmelò, poi però più nulla, se non per 4 pole fin lì ottenute.

Spa però è il regno della magia e il Kaiser di Kerpen ha lì il giardino preferito, anche se per vincere in Belgio toccò aspettare un incidente di Verstappen senior per scatenate contemporaneamente safety car, confusione di Villeneuve e giri scatenati di Schumacher, che, in stile “undercut”, quando c’era da spremere il treno di gomme prima della sosta ai box, entrava in modalità “top gun”, prendendo poi il primo posto al rientro dal cambio gomme.

Schumi in questo era il migliore, con la vittoria di Spa che fece innamorare ancor di più il tedesco con la Ferrari, trovando poi l’apoteosi a Monza, 15 giorni dopo, che riportava la Rossa di Maranello al primo posto del gran premio d’Italia dopo ben 8 anni, aggiungendo del romanticismo nel tifoso locale con Alesi al secondo posto.

Altri tempi, altre storie, altra Ferrari, neanche all’epoca la migliore del blocco, ma che aveva un pilota in grado di far sognare e una struttura tecnica (e politica) pronta ad essere la migliore del circus.

Quando torneranno quei gloriosi tempi non si ha da saperlo, troppo è il divario dalla Mercedes, molto più netto e deprimente rispetto a quando le Rosse le prendevano dalla McLaren di Senna e Prost e nonostante il grande abisso erano la seconda forza del campionato.

La Ferrari oggi invece è lontana parente di qualsiasi monoposto rossa, una media punti piloti di 8,7 a gara, mai così pochi dall’introduzione del nuovo punteggio, riportando alla mente la stagione 1980, con Enzo Ferrari che doveva render conto di un decimo posto tra i costruttori, 8 punti e solo l’Alfa Romeo alle spalle, 11 ritiri su 14 gare e che col meccanismo attuale sarebbero a quota 61 punti nella classifica finale, proprio gli stessi punti di questa sciagurata annata.

Francesco Fiori

Foto: Getty Images

 

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it