Ven. Dic 6th, 2024

Mi son preso un paio di giorni per scrivere qualcosa.

Sarà il momento non esaltante che ogni gennaio da anni a questa parte mi regala, ma leggere che è morto Gigi Riva mi ha lasciato perplesso.

Non triste, non indifferente. Perplesso.

Perché semplicemente GigiRRRiva non può morire. Perché trattasi di eroe mitologico tramandato da nonni, papà, ora figli che lo racconteranno alle altre generazioni e così via.

Racconteranno che nel mondo del pallone è esistito un ragazzo di poche parole che ha parlato al mondo col suo sinistro, castigando difese avversarie e portieri incolpevoli.

Racconteranno che il Dio denaro lo voleva ricoprire di soldoni per cercar gloria lontano da una terra vista dagli altri come quella di pastori e banditi. Ma vista da qui, dall’entroterra sardo, è semplicemente un paradiso.

E come tale non lo abbandoni e non puoi neanche spiegare il motivo del non abbandono.

Non è solo il mare, non è solo il cielo azzurro e quell’aria frizzante, perché se è esistito GigiRRRiva è perché Luigi da Leggiuno ha conosciuto con mano la bontà di un popolo che una volta che ti apprezza non ti lascia più.

Non è da tutti. Non è per tutti.

E ora l’unico sentimento è la solitudine ma anche l’orgoglio.

La solitudine perché abbiamo perso GigiRRRiva (così dicono, ma ripeto, è impossibile!) e l’orgoglio, perché da oggi il suo esempio dovrà esser materia di studio, dovrà essere esempio per quel prodotto italiano che chiamano calcio in una settimana ha visto una semifinale di Supercoppa con meno spettatori di una Lega Pro, insulti razzisti e un minuto di silenzio fischiato.

Non era contemplato nella loro religione“. Beh, se è per questo non era neanche il loro campionato di calcio.

Come non era la stessa cosa con GigiRRRiva in campo.

Vai Gigi, idolo del Brera Nazionale, che tremino Diego e Pelé, che si scansi il Kaiser, che ti passi la palla Johan, perché ora lassù si gioca ad armi pari.

Sarà uno spettacolo.

E scusa gli occhi lucidi. Sarà sicuramente una goccia di pioggia dopo un Rombo di Tuono.

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it