Se date un pallone a Ciccio Graziani è sicuro che sarà gol. Questo il mantra nell’ultimo Toro campione d’Italia, quando con Pulici formava un’unica entità che si tramutava in rete o in grossi problemi per le difese avversarie.
Graziani, nato il 16 dicembre, giorno di Sant’Adelaide che nell’antichità era sinonimo di nobiltà di stirpe e d’aspetto, cosa che rappresenta al meglio Francesco, o più comunemente Ciccio, che nella sua carriera ha scritto quasi tre fiabe, quasi, perché il lieto fine è arrivato solo in maglia granata, poi perde il campionato per un solo punto con la Fiorentina e nella Roma vince due Coppa Italia perdendo però ai rigori contro il Liverpool la finale di Coppa dei Campioni.
Chiusa la parabola da attaccante da 182 gol in carriera per Ciccio si avviano due nuove strade da percorrere, quella dell’allenatore e quella del commentatore radio/tv.
Da allenatore, nel primo reality Campioni col Cervia Ciccio è indubbiamente l’allenatore più seguito d’Italia perché in quei ragazzi ogni telespettatore ci si rivede (Gullo più, Gullo meno) e Graziani è l’uomo in più, lo show nello show, uno che sa essere mister bastone e mister carota, facendo breccia su chi ne seguiva le peripezie.
In tv è spalla di Mino Taveri su Sport Mediaset XXL (l’ex Guida al Campionato) ma è in radio, su Radiodue a Campioni del Mondo, che Ciccio dà il meglio, in tandem d’attacco con Domenico Marocchino (lui ala a tutto campo, dalla sapienza dei boschi alla risata contagiosa) con il prezioso registro di Marco Lollobrigida, numero 10 del programma.
Al microfono Ciccio è proverbiale, è una di quelle persone che si ascolterebbe per tutta la mattina o anche di più, con aneddoti divertenti (vedere Bearzot gettato in piscina al Mundial 1982) e partite di calcetto in cui il suo guizzo non manca mai.
L’esser Ciccio Graziani tocca l’apice in quel 1975/76 quando dalla sciagura di Superga arriva quel Tricolore che sa di festa per i due punti di vantaggio sulla Juve, 45 a 43, con 15 gol in 29 partite del “saggio” di Campioni del Mondo (sempre RadioDue) che poi mette in cascina il dover abbandonare il terreno di gioco del Bernabeu, con la sciagurata spalla che gli fa abbandonare la finale dei sogni, quella del Mondiale.
Poco importa, 7 minuti e poi out per far posto ad Altobelli. Beh, diremmo noi, Spillo segna perché entra al posto di Ciccio, perché Ciccio (e ci scusiamo per la confidenza verso il nostro compagno di tutti i sabato mattina) non ha bisogno di far gol al Mundial. Lui è già mundial.
E non potrebbe mancare neanche il nostro abbraccio per gli auguri del 16 dicembre 2023, al bomber radiofonico preferito dalla nostra redazione!