Può esser lo sport la miglior cura per la vita? Sì, basta vederci e averci sempre passione
Dal nostro Francesco Fiori su Gazzetta Fan News
Questa è la storia di un mandorlo che aveva radici fragili nella terra. Troppi gli anni, troppi i colpi passati, ma come cantava Louis Armstrong era pur sempre un mondo meraviglioso.
Cosa c’entra lo sport con un mandorlo? C’entra quando è lo sport ad esser linfa vitale, a far battere i cuori quando uno non ne ha più la forza e non riesce a vedere il mondo a colori.
Dodici mesi fa io guardavo un foglio bianco e bianco lo lasciavo. Nessuna parola scritta, niente di niente. La testa era altrove. Un mese intero di telefonate ad una determinata ora, di notizie più o meno false, nel senso che non rispettavano la realtà, poi il reale dramma di una persona a me molto cara che in ospedale, in piena pandemia, viene ulteriormente colpita dal covid.
E’ il colpo di grazia. Ingiusto, crudele e pur sempre il colpo di grazia. E cosa c’entra lo sport?
C’entra quando si ha la passione del pallone e un tifo che un sorriso o un’imprecazione te la fa nascere sempre. E’ il derby Milan-Inter di Coppa, Ibra e Lukaku lo accendono per bene, non rendono la gara noiosa, ma per il momento che si vive l’umore è pari a quello di Christian Eriksen, spento, triste, soprammobile in panchina pur avendo piedi d’oro.
E’ la vita. Quando tutto gira storto non cambia mai niente. Si passa dal “Sia fatta la volontà del Signore” a “Fai un po’ come ti pare“. Poi ecco l’occasione per strappare il sorriso. Eriksen entra come sempre nei minuti finali, neanche fosse l’estrema umiliazione per una vita che non ti sorride. Ma il calcio è come la vita, è come una salita, dura, ma in alto riesci a vedere meglio il cielo e in alcuni casi il mare.
Punizione al limite, palla a Chris, tiro, gol, vittoria. E cosi s’immagina la vita, slavo poi le badilate che essa stessa ti dà e che tu puoi scegliere come incassare: o al tappeto o seguendo le tue passioni per risalire, che sia un gol di Eriksen o uno scatto di Pogacar, o il sorpasso di Verstappen su Hamilton, tutto fa brodo.
L’importante sarà non fermarsi mai. E il mandorlo che c’entra?
Quel mandorlo venne abbattuto e quella sera stessa mi venne comunicata la morte di mia madre, era la mezzanotte del 30 gennaio 2021. Una coincidenza che mi venne fatta notare da chi era con me quel giorno che pareva gioioso, fino alla telefonata che avrebbe devastato chiunque.
Chiunque, ma non chi si ricordava del gol di Eriksen. O di tutto il resto dello sport che emoziona.
“Vedo alberi verdi, ed anche rose rosse
Le vedo sbocciare, per te e me
E penso fra me e me
Che mondo meraviglioso
Vedo cieli azzurri, e bianche nuvole
Il giorno luminoso beato, la solenne
notte buia
E penso tra me e me
Che mondo meraviglioso
I colori dell’arcobaleno, così belli nel cielo
Sono anche sui volti delle persone che Passano.
Vedo amici che si stringono la mano dicendo
“Come va?”
Ma in realtà dicono “ Ti voglio bene”
Sento i bimbi gridare. Li guardo crescere.
Loro apprenderanno molto di più di quanto
Io possa mai immaginare
E penso fra me e me
Che mondo meraviglioso
Sì, penso fra me e me
Che mondo meraviglioso”.
Louis Armstrong, What A Wonderful World
Fonte: l’autore Francesco Fiori
Il mandorlo della vita, quando è lo sport a farti rinascere