Di recente abbiamo visto la bolgia di Zandvoort per Max Verstappen. Noi ricordiamo con piacere un altro boato: Schumi e Monza 1996
La Rossa è capace di conquistarti immediatamente. E’ un qualcosa che nessun’altra monoposto può vantare.
Ma negli anni 90 non vince mai. Si arriva addirittura a ben 58 gran premi senza vittoria, da Spagna 1990 con Prost al trionfo di Berger in Germania nel 1994. Per un secondo urrà serve Jean Alesi in Canada, un anno dopo, poi il buio con una luce potente che sta per arrivare.
Quella luce è un tedesco di Kerpen. Guadagna tanto, tantissimo e anche l’avvocato Agnelli chiede se realmente valga tutti quei soldoni.
Dovrà aspettare la doppietta Spa-Monza per avere una risposta.
Prima quel tedesco ha incantato a Barcellona, lui, ballerino sotto il diluvio va annichilendo la concorrenza e quella rossa col numero 1 inizia a farsi amare.
La Ferrari del 1995 ha vinto una gara su 17, quando però viene testata dal tedesco di Kerpen la sua meraviglia stupisce anche i meccanici: “Come avete fatto a non vincere il mondiale con un motore simile?”. Semplice, non c’eri tu.
Le avvisaglie per il boato vi erano già, due pole position tra San Marino e Monaco, dove in quest’ultima pista la vettura numero 1 umilia i rivali.
Poi si arriva a Spa, la cattedrale della formula uno, dove ancora il pilota fa la differenza. La Ferrari chiude le prove a 1.207 secondi di di distacco dalle due Williams che stanno monopolizzando il campionato, eppure c’è grande fiducia.
Piove, ma la pista inizialmente è asciutta, con le Williams che pasticciano dopo un botto di Verstappen, Jos, così ne approfitta la Ferrari che prima tallona Villeneuve e poi si prende la testa della corsa fino alla fine.
Il biglietto da visita per il boato di Monza c’è tutto.
Alla partenza c’è subito la piacevole sorpresa di Jean Alesi in testa, il “figlioccio” del popolo ferrarista che ora corre con la Benetton sa che l’occasione è d’oro, ma non passa davanti neanche al primo giro perché viene infilato da Damon Hill. La Ferrari col numero 1 è sesta alla primo passaggio alla Parabolica.
Al secondo giro il tedesco di Kerpen è quarto a 4.142 da Hill che in questo momento non pensa al mondiale e spinge come un matto. Il rivale, il giovane Villeneuve, è quinto ed è appena stato sverniciato da quella Rossa col numero 1.
Poi Hakkinen va ai box con l’alettone anteriore out, fuori un altro per il tedesco che ora è terzo e seppur distanziato dalla coppia Hill-Alesi continua ad esser spinto dalla marea rossa. Quella macchina con il musetto alto è terribilmente sexy.
Ed ecco il boato, appena al quinto giro, alla variante del rettilineo Hill prende in pieno le gomme che devono rallentare le vetture, va in testacoda, si spegne il motore.
Ora è Alesi-tedesco di Kerpen nei primi due posti, con distacco tra i due di 2 secondi circa, Monza non può chiedere di meglio.
Può chiedere di meglio.
Sarà il fastidio di vedere la sua ex macchina in testa, sarà il fiuto del leone in odore di vittoria ma il pilota della Ferrari inizia a martellare con i suoi leggendari giri veloci.
Alesi però risponde colpo su colpo, i due arrivano a doppiare la Williams di Villeneuve in giornata no, poi il francesino amatissimo in rosso va ai box per primo, è già tanto aver resistito oltre 30 giri con un ombra col cavallino perennemente attaccata.
Ma con strada libera è show del campione del mondo. Ed è giro veloce.
Quando Alesi entra ai box è avanti di pochi decimi, quando invece esce “quello lì” il distacco recita 6 secondi e 8 decimi. Una magia, il popolo di Maranello è in visibilio, il suo cavaliere sta portando la Rossa alla vittoria e così sarà.
Troppo lo strapotere tecnico, morale e di classe tra i due e le due squadre. Alla fine saranno 18 i secondi di distacco tra Ferrari e Benetton, con Alesi contento per un secondo posto.
Invece super contento chi vince la gara, chi fa sentire l’inno di Mameli a Monza, chi, al primo posto, tira come un pazzo, come se non ci fosse un domani.
Che classe.
“Sì, vale tutti quei soldi, anche di più!”
Ah, non ho quasi mai nominato il pilota che ha vinto. Si chiama Michael Schumacher. Ma penso sia superfluo sottolinearlo.
Fonte l’autore Francesco Fiori
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