Il 21 marzo del 1960 nasceva il più forte e controverso pilota della Formula Uno. Ecco perché ci manca tantissimo
Il pesco in fiore è bellissimo. Racconta una nuova vita che con nuovi colori può emozionare. Così come emozionava Ayrton Senna da Silva, pilota, idolo, leggenda che proprio il 21 marzo del 1960 sorrideva per la prima volta al mondo. Di sorrisi Ayrton però non ne collezionerà mai troppi. Chiuso in uno spirito controverso, quasi da missionario per il mondo intero, sopratutto per i bimbi più sfortunati della sua patria, sapeva avere due personalità ben distinte, calmo, riflessivo e intrigante fuori pista, deciso, spietato e velocissimo una volta infilato quel bellissimo casco giallo con i tratti della bandiera del Brasile.
Non puoi scegliere come morire, ma nascendo il primo giorno della primavera potrai rappresentare sempre un fiore nuovo. Senna è stata l’ondata massima della Formula Uno che passava dal duello Lauda-Prost a uno ben più roboante, fatto di dispetti e di guerre anche abbastanza pubbliche. Senna però è anche colui che ci ha fatto conoscere la morte in diretta. Perché quel 1 maggio del 1994 alle ore 14.17 si è spenta una parte della nostra vita e anche chi magari non era sintonizzato su Imola alla notizia della morte del più grande ha cambiato canale in attesa di una buona notizia che mai arrivò.
Io ero piccolo e il significato della parola “estremamente grave” neanche lo sapevo, come non potevo concepire che il mio mito, quello che disegnavo sempre con la McLaren, potesse essere vulnerabile. “Muor giovane colui che al cielo è caro“, così Ayrton spira alle ore 18.40 nell’ospedale di Bologna e da quel giorno diventa mito, così come lo sport porta via prima del tempo Pantani, Simoncelli e Villeneuve, tre che ancora oggi vengono ricordati con rimpianto.
Il pesco che oggi nasce è bello, stupendo ed emozionante, è come Ayrton Senna che ha saputo riscrivere le leggi motoristiche e che, con la sua proverbiale timidezza, chiede scusa all’umile Ratzenberger che spira un giorno prima del Dio e che non viene ricordato in ogni circostanza come per Ayrton. Vorrei regalare l’immortalità agli eroi dello sport, non farli invecchiare e ammirarli sempre. E’ un sogno che forse si otterrà in un’altra vita, in questa mi basta guardare il cielo, sorridere per il pesco in fiore e augurare un buon compleanno al mio Senna. Ciao, Ayrton!
Fonte: Gazzetta Fan News http://gazzettafannews.it/formula-1/il-pesco-fiore-e-la-nascita-di-ayrton-senna/