Gio. Nov 21st, 2024

A Valeria e Simone, avete avuto un grande papà!

A signora Mauccia, so di averla fatta piangere, ma anche ridere!

 

Sì, lo so, mi avresti detto che avrei anche potuto scegliere un titolo migliore. Ma alla fine, caro zio Carlo, tu sei l’unica persona al mondo che mi ha trascinato a vedere le partite della tua amata Juventus contro la mia Inter.

E lo fai di proposito anche nel 21 marzo, giorno dove due miei miti compiono gli anni, Senna e Matthaus e avrei inondato il web con i miei articoli, per mandarteli poi, come sempre, e ricevere le tue risate.

Questo articolo invece non te lo manderò. Te lo dedico e basta.

Sarà anche un articolo privo di senso magari, ma siccome è da due giorni che piango a dirotto non posso aver le idee chiare su tutto.

Parte principale, non son riuscito a nascondere le lacrime con mia moglie. Ci ho provato, ma poi, sia benedetto whatsapp, mi son riascoltato la nostra bella chat, ignorante, fatta di un perenne Inter-Juve, che ci rendeva e ti rendeva così speciale.

Alla fine su IspirazioneSportiva.com teoricamente io e tu non ci facciamo niente. Ma come ti dicevo, prendendoti in giro, “Sei matto che scrivo sulla Juve? Se vince sarà un caso“.

Quante risate quando dicevo a mia madre: “Vado a vedere la Juve“. La mia incrollabile fede interista (oggi con aggiunta del Grifone) veniva messa a dubbio da chi sapeva la mia poca simpatia per il bianconero. “Magari è scemo! Ah, no, ci sarà anche zio Carlo con lui“, la risposta.

Sporco interista, vabbè il caffe oggi te lo invito io“.

Ero felice e non lo sapevo. Oggi lo so. E sono orgoglioso di averti conosciuto.

Partiamo dalla base. Chi vi scrive è un ragazzo di Ploaghe (SS), orgoglioso del suo paese ma che ora vive in quello dell’amata moglie. Scrivo amata così sdrammatizzo e non mi prendo sul serio. Alla fine mi separano 7 chilometri, mica un Tour de France.

E il 20 marzo il cielo si è accanito sul mio paese. Si ha portato via Elisabetta, che come ho letto piacevolmente, era la donna dagli occhi cielo, poi il super Gian Nicola, un uomo che si è fatto il mazzo lavorando e creando quello che è il campo, ora in sintetico, dove io giocavo (malissimo) a calcio. Sarebbe bastato così. Due persone solari lassù. Ingiustamente, ma come la vita mi ha fatto capire più volte, irrimediabile.

Zio Carlo no. Perché era il mio “sporco juventino”, una cosa che a me rendeva orgoglioso, perché mi ricordava come mi chiamava un mio vecchio zio, il mio preferito fra tutti e mi piaceva fosse per lui un passaggio di testimone.

Per la prima volta capisco ora la mia disoccupazione. Mi ha permesso di vederti e romperti le scatole ogni mattina. Non mi avrei mai perdonato il non vederti più come quando, causa lavoro, il tuo ragioniere era impegnato e ti rompeva ugualmente.

Alla fine, di Inter-Juventus non parlerò proprio e per questo sento già la fragorosa risata di zio Carlo: “Sei un pirla, scrivi su di me e non insulti la tua Inter“.

Scrivo su di te perché sei stato un gigante nella mia vita, perché il tuo augurio in chat ora sarà dovere. Scrivo perché mi mancherai e che ogni ispirazione sportiva sarà dedicata a te, già dal weekend, dove finalmente scriverò di calcio. E dove poi ti manderò le foto, come sempre, con amore.

La seconda stella si avvicina. Ti manderò la foto.

E non finisce con un saluto nel tuo ultimo viaggio. Ma te lo dovevo dire, grazie per tutti gli incoraggiamenti, le cazziate (non cazzate), i sorrisi e le risate. Inter-Juve non sarà più lo stesso senza di te. Ma questo non vuol dire che non ti romperò le scatole.

Ragioniè, dimmi una cosa, ma perché devi rompermi le scatole?“.

E bussa piano quando entri in paradiso, che non è mica la porta del bar!

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it