A Valeria e Simone, avete avuto un grande papà!
A signora Mauccia, so di averla fatta piangere, ma anche ridere!
Sì, lo so, mi avresti detto che avrei anche potuto scegliere un titolo migliore. Ma alla fine, caro zio Carlo, tu sei l’unica persona al mondo che mi ha trascinato a vedere le partite della tua amata Juventus contro la mia Inter.
E lo fai di proposito anche nel 21 marzo, giorno dove due miei miti compiono gli anni, Senna e Matthaus e avrei inondato il web con i miei articoli, per mandarteli poi, come sempre, e ricevere le tue risate.
Questo articolo invece non te lo manderò. Te lo dedico e basta.
Sarà anche un articolo privo di senso magari, ma siccome è da due giorni che piango a dirotto non posso aver le idee chiare su tutto.
Parte principale, non son riuscito a nascondere le lacrime con mia moglie. Ci ho provato, ma poi, sia benedetto whatsapp, mi son riascoltato la nostra bella chat, ignorante, fatta di un perenne Inter-Juve, che ci rendeva e ti rendeva così speciale.
Alla fine su IspirazioneSportiva.com teoricamente io e tu non ci facciamo niente. Ma come ti dicevo, prendendoti in giro, “Sei matto che scrivo sulla Juve? Se vince sarà un caso“.
Quante risate quando dicevo a mia madre: “Vado a vedere la Juve“. La mia incrollabile fede interista (oggi con aggiunta del Grifone) veniva messa a dubbio da chi sapeva la mia poca simpatia per il bianconero. “Magari è scemo! Ah, no, ci sarà anche zio Carlo con lui“, la risposta.
“Sporco interista, vabbè il caffe oggi te lo invito io“.
Ero felice e non lo sapevo. Oggi lo so. E sono orgoglioso di averti conosciuto.
Partiamo dalla base. Chi vi scrive è un ragazzo di Ploaghe (SS), orgoglioso del suo paese ma che ora vive in quello dell’amata moglie. Scrivo amata così sdrammatizzo e non mi prendo sul serio. Alla fine mi separano 7 chilometri, mica un Tour de France.
E il 20 marzo il cielo si è accanito sul mio paese. Si ha portato via Elisabetta, che come ho letto piacevolmente, era la donna dagli occhi cielo, poi il super Gian Nicola, un uomo che si è fatto il mazzo lavorando e creando quello che è il campo, ora in sintetico, dove io giocavo (malissimo) a calcio. Sarebbe bastato così. Due persone solari lassù. Ingiustamente, ma come la vita mi ha fatto capire più volte, irrimediabile.
Zio Carlo no. Perché era il mio “sporco juventino”, una cosa che a me rendeva orgoglioso, perché mi ricordava come mi chiamava un mio vecchio zio, il mio preferito fra tutti e mi piaceva fosse per lui un passaggio di testimone.
Per la prima volta capisco ora la mia disoccupazione. Mi ha permesso di vederti e romperti le scatole ogni mattina. Non mi avrei mai perdonato il non vederti più come quando, causa lavoro, il tuo ragioniere era impegnato e ti rompeva ugualmente.
Alla fine, di Inter-Juventus non parlerò proprio e per questo sento già la fragorosa risata di zio Carlo: “Sei un pirla, scrivi su di me e non insulti la tua Inter“.
Scrivo su di te perché sei stato un gigante nella mia vita, perché il tuo augurio in chat ora sarà dovere. Scrivo perché mi mancherai e che ogni ispirazione sportiva sarà dedicata a te, già dal weekend, dove finalmente scriverò di calcio. E dove poi ti manderò le foto, come sempre, con amore.
La seconda stella si avvicina. Ti manderò la foto.
E non finisce con un saluto nel tuo ultimo viaggio. Ma te lo dovevo dire, grazie per tutti gli incoraggiamenti, le cazziate (non cazzate), i sorrisi e le risate. Inter-Juve non sarà più lo stesso senza di te. Ma questo non vuol dire che non ti romperò le scatole.
“Ragioniè, dimmi una cosa, ma perché devi rompermi le scatole?“.
E bussa piano quando entri in paradiso, che non è mica la porta del bar!