Ven. Ott 11th, 2024

Il calcio è la cosa più importante tra le non importanti. Lo dice una legge non scritta e lo pensa chi non riesce a capire perché veder prender a calci una palla diventa religione.

Io non lo so. Ma di quella religione ne sono dipendente.

E come tale voglio dare, per l’ennesima volta, l’applauso più grande del sito IspirazioneSportiva.Com che ogni sabato bloccava ogni attività (siamo seri, chi scrive il sabato non fa una beata mazza e si gode una birra in compagnia della radio), perché trova un modo esemplare del raccontare il mondo del pallone con “Campioni del Mondo“, programma radiofonico condotto dal trio delle meraviglie Lollobrigida-Graziani-Marocchino.

Se dovessimo consegnare le maglie per spiegare il ruolo in radio, lo strumento più bello al mondo, sia chiaro, daremmo a Marco Lollobrigida la scelta tra un numero 10 alla Mancini, estro e irriverenza, o la 5 di Falcao, predominio da centrocampo in su, poi la 9, assolutamente, o la 11, scelga lui perché è da fuoriclasse, se la prende Francesco, Ciccio, Graziani, una persona che dal calcio in tempi recenti ha raccolto meno di quanto la sua classe e il suo cuore avrebbero meritato.

La generazione recente lo ricorda nel Cervia, un programma che raccontava come anche i “signor nessuno” si possono ritagliare fette di gloria in categorie minori e lui, mister Ciccio (son tentato di dar del lei ma potrei prender schiaffi) è stato al gioco, molto più professionale e sicuramente vero e verace di alcuni suoi pari colleghi che bazzicano in A e in B navigando nel perenne anonimato e ora, spalla ideale del regista Marco Lollobrigida racconta pensieri e parole di come si vive il calcio.

Poi arriva lui. E faccio una premessa. Da interista lo vedevo spocchioso, altezzoso e poco concreto. Semplicemente io avevo un difetto. Non lo stavo ad ascoltare. Domenico Marocchino è il George Best di Radiodue. Può e deve fare e dire ciò che gli passa per la testa. E’ cosa da pochi, è cosa da Marocchino.

 

Se vi siete persi le puntate di Campioni del Mondo dovete rimediare. Ci sono perle assolute. Perché può un programma di calcio anche non parlare di calcio. Eh si, signori, c’è classe. E quando, ad esempio in studio arriva Marino Bartoletti apriti cielo, il mondo diventa piccolo, il poeta dello sport narra ciò per cui noi siamo al mondo, cioè sognare con lo sport, come fosse l’unica cosa al mondo che conta, come fosse, ciò che ci fa sognare, perché è giusto così ed è bello così!

Io son stato tra gli “stalker” del programma, sentivo sempre il bisogno di intervenire, di condividere il pensiero o ad esempio far capire nella rubrica “Calcio e pepe” che anche non so cucinare devo avere il bisogno di rompere le scatole. Finiva la trasmissione e si aveva la sensazione di aver ascoltato una gran puntata, sempre e come nel Sabato del Villaggio c’era il rammarico di dover aspettare al sabato successivo!

Ho deciso semplicemente di amare questo programma e se posso fare un applauso, io ora mi alzo in piedi e lo faccio! Alla prossima stagione. Bravi!

Ps, quasi dimenticavo l’omaggio per Domenico Marocchino: “Dove vai se Monciccì tu non ce l’hai… Monciccì la fortuna è averti quì… !”

Da veri Campioni del Mondo!

 

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Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it