Il libro che presenta oggi IspirazioneSportiva.com ha un qualcosa di leggendario. Intanto la prestigiosa firma, quella di Rino Negri, giornalista italiano che ha seguito qualcosa come 42 Giri d’Italia, 39 Tour de France e centinaia di altre competizioni ciclistiche. Il tutto con la possibilità di essere grande amico del Campionissimo: Fausto Coppi.
Il libro s’intitola appunto “Un uomo solo” riprendendo la storia narrazione radiofonica di Mario Ferretti che durante l’incredibile tappa Cuneo-Pinerolo, con ben 192 km di fuga solitaria di Coppi raccontò così l’arrivo: “Un uomo solo al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi“.
Questo libro è il grande omaggio verso il più grande campione che l’Italia abbia mai avuto, attraverso i ricordi del dualismo con Gino Bartali, con la Nazione spaccata in due per il tifo in uno sport che durante il Giro batteva il calcio per importanza.
Coppi e Bartali non hanno potuto invecchiare insieme, col Campionissimo deceduto il 2 gennaio 1960, per una malaria non riconosciuta in Italia mentre il suo compagno di caccia, Geminiani, veniva curato e salvato in Francia con del banale chinino che da noi si poteva acquistare anche in tabaccheria (il famoso Chinino dello Stato).
La prematura scomparsa potè accrescere il mito di Fausto Coppi che ancora oggi riecheggia nel ciclismo, con Bartali e Magni fantastico trio e subito dopo le leggende di Binda e Girardengo.
Il libro però ha un qualcosa di speciale. Ha all’interno i capitoli “Adesso parla Coppi” dove il campione si racconta a Rino Negri dando consigli e spiegando la sua carriera, tra cadute, infortuni, inseguimenti e vittorie.
Presenti anche numerose fotografie, anche private, che descrivono come un Coppi riservato, simpatico e vincente, col perenne confronto con “Ginettaccio”, dualismo unico per trionfi.
“Fausto, qual è il tuo commento alla clamorosa vittoria del Tour di Bartali? La risposta di Coppi: “Io non c’ero!“.
Remo Zanazzi lo racconta così: “Al Giro d’Italia del ’50 Coppi cade a Primolano incrinandosi il bacino. Tutta la Bianchi si ferma sperando possa ripartire, noi ci scateniamo perché non ci riprenda. Ad un certo punto l’avvocato Ambrosini, direttore di corsa, ci dice che Fausto era stato portato all’ospedale. Qualcuno nel gruppo ha urlato “Insistere, insistere, perché se quello esce dall’ospedale ci viene a prendere quando vuole!“