Donnarumma, Hakimi, Wijnaldum, Sergio Ramos, ma non solo, alla voce “trattative Psg” si trovano anche i nomi di Cristiano Ronaldo, Fabian Ruiz, Theo Hernandez e Eduardo Camavinga, centrale dello Stade Rennais Fc.
I costi? Altissimi.
Ma come, si parte dal problema che ogni squadra ha dimezzato le entrate a causa del Covid e il Psg può spendere liberamente e fiondarsi su qualsiasi giocatore con una forza di mercato che dà il vantaggio di poter proporre qualsiasi prezzo visto che si va a contrattare con società in grossissime difficoltà economiche.
Esempio lampante: Hakimi – Inter.
Hakimi, fonte transfermarkt.it, viene indicato al Psg con una possibilità del 60% e un costo d’acquisto intorno ai 60 milioni.
60 milioni per un laterale devastante come Hakimi?
E l’Inter che possibilità di difesa ha?
Nessuna, ed è così da parecchi anni, da quando Thohir doveva vendere a tutti i costi Mauro Icardi, unico pezzo pregiato prima dell’era Suning, andando poi a scontrarsi con quell’oggetto misterioso chiamato Fair Play Finanziario, virus che infetta i bilanci calcistici e non consegna l’ok alla partecipazione alle coppe.
I bilanci di tutte le squadre, tranne il Psg (ad esser pignoli anche Manchester City, ma hanno appena perso una Champions e si stanno ancora chiedendo i motivi) che continua a fare la voce grossa in un mare di squadre che oggi non hanno la capacità economica di controbattere.
Eppure si diceva che il calcio fosse di tutti, oppure di tutti gli aspiranti Psg, come succedeva nei simulatori di calcio al videogames dove bastava impostare la voce “facile” negli scambi e come per magia la squadra dei sogni si componeva.
Poi, come nella realtà, gli stipendi superavano le entrate e gli introiti per le coppe vinte e appariva sullo schermo una voce bella grossa ed evidenziata: “GAME OVER“, il bilancio era in perdita. Ma non quello del Psg.
Va anche detto che la Ligue 1 non ha l’appeal di Premier League, Bundesliga e Serie A e che se solo il Psg non si crogiolasse sugli allori la potrebbe vincere già a Natale, risvegliandosi poi in primavera e vedendo che cotanta presunzione da numero 1 viene cancellata dal Lille di un grandissimo mister come Galtier e da una squadra di ottimi gregari che ha più fame dei multimilionari.
Il calcio dovrebbe essere del Lilla, dei Leicester, dell’Atalanta, dei giocatori che diventano grandi in squadre affascinanti e ci restano per la passione e per l’attaccamento alla maglia (in ottica fantasisti chiedere a Calhanoglu chi fosse Matthew Le Tissier) e che fanno sognare il tifoso ogni domenica.
Così invece, nel calcio del Psg, dello spezzatino, delle partite in streaming che si interrompono sul più bello, dei procuratori che decidono sulle società non esiste posto per tutti, e il tutti è inteso per i tifosi.
Altro che azionariato popolare.