Gio. Nov 21st, 2024

Il 22 aprile 2017 ci lasciava Michele Scarponi, ciclista diventato beniamino del nostro autore dopo un sorriso

Michele Scarponi è lassù che ci guarda. E’ la nuvola bianca che spesso ci fa scherzi, che ci fa trovare la pioggia in una giornata serena o ci abbaglia un po’ a caso, giusto per un sorriso.

Quel sorriso di Michele si è spento il 22 aprile di tre anni fa, quando a tradirlo fu la strada e un maledetto incrocio per la sua bicicletta.

In terra sarda non esistono al momento grandi corse che richiamano i professionisti, ed è un peccato, ma nel 2011 si correva il Giro di Sardegna che tra gli altri vedeva protagonisti Sagan (poi vincitore), Sella, Ballan, Cunego e lo stesso Scarponi.

Avendo un fan accanito di Cunego in casa la missione era arrivare quanto meno al suo autografo e la Classica Sarda, tappa a corollario del Giro arrivava a pochi chilometri dal mio paese quindi l’obiettivo era ben chiaro.

Sul podio della gara, accanto allo speaker, c’era un signore vestito con i colori della Lampre e per me che (e tuttora) sono ignorante in termini tecnici era un perfetto sconosciuto che però rideva, scherzava, faceva espressioni buffe: era Michele Scarponi che alla corsa non partecipava ma che aveva vinto la quinta tappa, quella di montagna, da Barumini a Gesturi.

All’arrivo i miei compagni di gita si fiondano su Cunego e io resto solo come un salame con Nibali, altro protagonista, e siccome all’epoca i selfie non esistono mi dovetti “accontentare” di un solo autografo.

Cunego dov’era? Mannaggia, sparito. No, no, come si fa?

Nel tragitto tra andar a prender la macchina e l’uscita del paese ecco di nuovo Scarponi che beatamente passeggia per le strade della Sardegna così, la mente più coraggiosa per l’eccitazione dell’ambiente ciclistico, spiega a Michele l’obiettivo e la risposta è lapidaria: “Beh, io sto andando al pullman, Cunego è lì, volete venire?“.

Io fino a due giorni prima non sapevo bene chi era Scarponi, lo ricordavo all’Aprica con Basso e Nibali ma poi niente più e quel sorriso mi aveva già incredibilmente conquistato.

Beh ma una foto con me o non ve ne frega niente?“. 

Certo, Michele, e nel togliersi la cuffia ecco il ciuffo spettinato con la battuta: “Stavi meglio prima” e immediata sua tipica risposta: “Beh anche tu con tutto sto gel non è che sei figo“. Non era più un semplice ciclista, era quella persona con cui avresti voluto passare tanto tempo insieme per sparare cavolate.

Risate su risate.

Risate che hanno accompagnato tutta la carriera di Scarponi, non un gregario ma un sorriso nel gruppo, uno di quelli che ti fa amare la bici, lo strumento che ti permette di guardare avanti, di sognare e di essere libero.

Quel 22 aprile 2017 un breve messaggio in una chat calcistica mi gelò il sangue. Io mi preparavo per il racconto live della partita Fiorentina-Inter e in quel momento la vita si fermò: “Il ciclista è Scarponi“.

Con le lacrime agli occhi la notte dovetti adempiere alla cronaca della mia gara più difficile ad esser stata scritta, perché le lacrime scendevano copiosamente e la partita, ironia del destino, vide un altro sorriso tra i marcatori, era quello di Davide Astori, in gol con i viola, altro paladino delle nuvole.

Scarponi non ha fatto in tempo a correre quel Giro del 2017 che sarebbe partito proprio dalla mia Sardegna ma saprà sempre, minima cosa, di aver regalato in quella Classica Sarda dei sorrisi che sono uno dei ricordi più belli della vita.

Ps. Alla fine Michele riuscì a far incontrare Cunego al proprio fan, tra le risate degli sguardi innamorati!

Classica Sarda 2011

Fonte: l’autore Francesco Fiori

Francesco Fiori@frafiori21
supermariolemieux
https://gazzettafannews.it/ciclismo/quel-giorno-che-mi-sorrise-scarponi/

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it