E’ il Verona di Juric la silenziosa sorpresa di questa Serie A. Ben più dell’Atalanta di Gasperini, ormai abituata ai piani alti del massimo campionato calcistico italiano.
La banda di Juric, tecnico perennemente sottovalutato e guarda caso, allievo di Gasperini, ha la miglior difesa della A, è riuscita a non deprimersi dopo il gol lampo di Lozano (8 secondi) e ribaltare una partita poi vinta per 3-1, mettendo in mostra un grande Zaccagni e un ottimo Dimarco, terzino classe 1997 in piena maturazione.
ILICIC
Qua bisogna ammetterlo, siamo un pochino di parte per Josip Ilicic e per la simpatia che trasmette vederlo gioire in campo. Certo, non la pensa così Kessie che prima gli rifila una gomitata e poi vede il gioiello della Dea segnare il rigore che conclama una vittoria per 3-0 che è l’ennesima perla di questa fiaba chiamata Atalanta. Gongola il Gasp che esce nettamente vincitore nello scontro con il Papu Gomez, lato negativo del pianeta bergamasco, si gode Muriel e Zapata e continua a sognare, senza mettersi limiti.
MILAN
Il Milan si riscopre Calha-dipendente, con un Ibra troppo solo e male ispirato dal povero Meité alla prima, e forse ultima, prova da trequartista. Il derby di coppa nella giornata di martedì potrebbe essere benzina, o per alimentare il fuoco di passione verso lo scudetto o far danni all’integrità morale di una squadra che, comunque vada, è quella che più a migliorato il girone di andata dello scorso anno e che nonostante i brutti stop con Juve e Atalanta guarda tutti dall’alto. Theo Hernandez guida le stelle di questo primo giro di campionato, con la capolista che si attende anche i guizzi di Mandzukic.
CONTE
Perennemente insoddisfatto è Antonio Conte e la sua Inter. A detta di tutti la favorita del campionato ecco che i nerazzurri ogni volta che devono affondare per il sorpasso in classifica si perdono in errori sul campo (Lautaro), recriminazioni arbitrali (fallo di Arslan, già ammonito e poi sostituito, su Lukaku) fino allo sfogo con crisi di nervi contro l’arbitro Maresca. Mettiamo poi le voci, fondate o no, di crisi societaria, vendita, pagamento di Hakimi, ormai tutto ciò che ruota intorno ai nerazzurri viene preso come bersaglio e ingigantito all’impossibile. L’andata però ha messo in mostra Bastoni e Barella, gioielli che il Mancio in Nazionale si coccola alla grande.
MCKENNIE
La Juve si coccola il suo maghetto risolutore, Weston McKennie, che a 22 anni si rivela l’arma in più del centrocampo di Pirlo. Fan di Harry Potter l’americano eguaglia Bradley come miglior marcatore a stelle e strisce in Serie A e si merita il 7.5 in pagella de La Gazzetta dello Sport con seguente motivazione: “Dove sarebbe la Juve senza questo marine? Un gol, una parata impossibile di Skorupski, occasioni, ripartenze, chiusure. Leader“
Pirlo così rende meno amaro un girone di andata che, ambiente bianconero abituato al dominio, lo vede a quota 36 punti, meno 7 punti dalla vetta e con una partita in meno. In pratica per lo scudetto c’è anche la Vecchia Signora.
NAPOLI
Chi vive di emozioni, salti di gioia e tonfi depressi è il Napoli di Gattuso, uscito tramortito dal già citato mago Juric e una fatal Verona che non si incanta al gol velocissimo di Lozano e fa perdere ulteriori certezze ai partenopei. A scriverla con una battuta ci viene in mente Oronzo Canà che per giustificare una sconfitta della sua Longobarda contro la Roma per 5-1 disse: “E’ colpa del gol a freddo – poi al giornalista Ceretti che gli fa notare che il vantaggio è stato dei suoi – appunto, a freddo perché noi eravamo freddi e loro caldi e incazzéti…“.
SERIE B
Ad oggi la serie tanto cara ad Ezio Luzzi di Tutto il Calcio Minuto per Minuto vedrebbe ai nastri di partenza 2021/22 Crotone, Parma e Cagliari, col Toro a pari punti con i sardi e a meno 4 dalla zona “respiro” dove Udinese, Genoa e Spezia cercano di mantenere lo stato di allerta sul pericolo discesa nei cadetti.
Il Crotone neopromosso può sperare nella vena realizzativa di Simy, quota 7 gol e unico valido terminale offensivo dei suoi, mentre Parma e Cagliari stanno subendo un involuzione preoccupante. I parmigiani di D’Aversa hanno 15 punti in meno dello scorso anno, hanno vinto solo 2 gare su 19 e, mancando di un reale bomber, possono sperare solo sulla geometria di Kucka e sull’intermittenza di Gervinho.
Il Cagliari merita un capitolo a parte. I nomi, Nainggolan, Godin, Joao Pedro, Simeone, potrebbero far ipotizzare ad un piazzamento Uefa invece di un tristissimo terz’ultimo posto. In rossoblù sembra sia spenta la spia della ferocia che il buon Di Francesco, per quanto sia un buon tecnico, proprio non riesce ad accendere.