Ven. Dic 6th, 2024

Il miracolo della neopromossa: la storia del Kaiserslautern 1998

Retrocedere, vincere la coppa nazionale e poi scudetto, il Meisterschale, il tutto in appena 3 anni, è possibile?

Sì, se la squadra si chiama Kaiserslautern.

I tedeschi, dal nome quasi impronunciabile, oggi sono nei bassifondi della 3.Liga, la Serie C italiana, ma a fine anni 90 sono riusciti in qualcosa di epico, sconfiggere il Bayern Monaco e metter la ciliegina in una risalita dagli inferi.

Tutto parte dal torneo 1995/96, il primo che in Germania assegna i 3 punti per la vittoria.

Se per la vittoria finale è un duello Borussia Dortmund-Bayern Monaco, con vittoria dei gialloneri di Hitzfeld con 6 punti di vantaggio sugli uomini di Beckenbauer, è in coda che iniziano i drammi per due squadre mai retrocesse in Zweite Bundesliga, l’Eintracht di Francoforte, penultimo a quota a 32 punti e il Kaiserslautern, terz’ultimo a meno due dalla salvezza del St.Pauli, con una disperata rincorsa finale frutto di 10 punti in 6 gare, squadra capace di vincere solo 6 partite e pareggiarne 18 su 34.

Non incidono nella squadra gli innesti di Arilson dal Gremio e gli attaccanti Rische e Wegmann, acquisti estivi a fronte delle cessioni di Sforza al Bayern Monaco e Stefan Kuntz al Besiktas, in una rosa che vede l’esperienza di Andy BrehmeOlaf Marschall (ne risentiremo parlare) e Pavel Kuka.

Quella retrocessione è una ferita sanguinosa, arrivata a causa di un pareggio per 1-1 contro il Leverkusen a 7 minuti dalla fine, che consegna al calcio l’immagine, struggente, di un Brehme che ospite della tv calcistica tedesca, ha un pianto ininterrotto consolato dal compagno di nazionale Voeller, in campo proprio con la squadra delle aspirine.

Quelle lacrime avranno un altro sapore un paio d’anni dopo.

Contemporaneamente, nella Coppa di Germania di quell’anno, la Dfb Pokal, il cammino del K’lautern non inizia tra le scintille, superando ai supplementari per 4-3 il Fortuna Colonia, vincendo per 3-0 contro il Wattenscheid 09 (con eliminazione del Bayern ad opera del Fortuna Dusseldorf per 3-1) e passando anche gli ottavi con un 1-0 allo Schalke 04.

Ai quarti di finale altra battaglia contro l’Homburg per 4-3 ai tempi supplementari, sprecando il doppio vantaggio iniziale con firma di Kuka, il 2-3 firmato da Flock e ai supplementari, in dieci, ecco il gol decisivo di Horst Siegl.

Tra le migliori quattro il Kaiserslautern non ha idea di chi possa esser favorito, visto che il Dortmund cade sotto i colpi del Karlsruhe, altra nobile decaduta del calcio attuale, con Leverkusen e Fortuna Dusseldorf a completare il poker.

E’ proprio il Bayer Leverkusen, che poi si prenderà la rivincita, a cadere per 1-0 per colpa del gol di Miroslav Kadlec al 34′, sfruttando la superiorità numerica conseguente l’espulsione di Paulo Sergio dopo appena 13 minuti.

La finale è contro il Karlsruhe, giocata prima a Ludwigshafen e interrotta sull’1-1 a causa di problemi all’impianto elettrico, venne ripresa il 25 maggio, una settimana dopo la retrocessione e con uno stimolo in più, il gol di Martin Wagner al 42esimo regala, misera, una soddisfazione alla devastante stagione del Kaiserslautern.

In Serie B con una coppa di Germania in bacheca

Va cambiato tutto e si parte dalla base.

Otto Rehhagel è oggi conosciuto come l’uomo dei miracoli, con la vittoria, incredibile, della Grecia ad Euro 2004 ma è ora protagonista di un’altro capolavoro, altro che impresa ellenica.

Rehhagel è appena stato cacciato dal Bayern Monaco. Da calciatore è stato difensore dei “Rote Teufel (Diavoli Rossi)”, come è conosciuto il K’lautern dai tempi di Fritz Walter, dal 66 al 72 prima di iniziare la carriera di allenatore.

Otto, nella parentesi in Baviera, litiga subito col Kaiser Franz, con Beckenbauer che lo silura tre settimane prima della finale di Coppa Uefa, lo rimpiazza con se stesso e vince il trofeo.

Rehhagel ha altri piani, il 20 luglio siede sulla panchina del Kaiserslautern che inizia una risalita velocissima dalla serie b tedesca.

La Zweite Liga è vinta con 68 punti, 10 in più del Wolfsburg e dell’Hertha Berlino, 74 gol segnati col trio Kuka (14 gol), Rische (12) e Marschall (10) a farla da padrone.

La Coppa delle Coppe dura la bellezza di un turno, con la supremazia della Stella Rossa che s’impone solo al supplementare della gara di ritorno per 4-0, dopo aver pareggiato la vittoria di misura (1-0) dell’andata, sconfitta di non troppo conto per Rehhagel che ha altri programmi.

Olaf Marschall

Scherzi del destino ma la Bundesliga 1997/98 si apre tra campioni, chi ha vinto il titolo nella prima serie, il Bayern Monaco di Giovanni Trapattoni e appunto i Diavoli Rossi di Rehhagel che ha fatto pochi innesti, Sforza dall’Inter, Buck come esterno destro e Hristov in mediana, un giovane di prospettiva dal Chemnitzer destinato a grandi palcoscenici, tale Michael Ballack, con Brehme che si riprende la Serie A dopo le lacrime di Leverkusen e un Olaf Marschall nella versione di bomber di razza.

All’Olympiastadion 63.000 tifosi non credono ai propri occhi. Non ci credono quelli di casa, con un Bayern troppo remissivo, non ci credono quelli che solo pochi mesi prima esultavano per un 7-0 contro il Lubeck e annessa promozione, ed ora vedono, in sequenza, una traversa di Kuka a spaventare Kahn e il colpo di testa di Michael Schjonberg sbucato dal nulla per il vantaggio ed esultanza smisurata del mister dei miracoli.

In tanti pensano ad un fuoco di paglia, ad un esordio da leoni per una neopromossa, replicato col primo gol stagionale di Olaf Marschall contro l’Hertha Berlino al Fritz Walter Stadion, davanti a 38.000 fan che già alla seconda giornata sono primi in solitaria.

Gli occhi son sempre sul Bayern che dopo aver steccato le prime due gare vince 5-2 (con doppietta di Ruggiero Rizzitelli) e guadagna due punti sul K’lautern fermato a reti bianche a Colonia, con Rehhagel appaiato in testa dal Karlsruhe.

Sarà l’unica coabitazione dell’anno.

Il Kaiserslautern ha altri progetti.

La doppietta di Marschall, con gol di Sforza, servono a stendere per 3-0 lo Schalke 04 alla quarta giornata, con il povero Karlsruhe steso da un 6-1 del Bayer Leverkusen di Kirsten.

Un giovane Ballack

Serve un’altra doppietta, questa volta di Pavel Kuka, per stendere per 3-1 il Bochum di Dariusz Wosz, col Bayern che diventa in solitaria la prima rivale del Kaiserslautern, a meno tre in classifica.

Chi pensa ad un passo falso resta affascinato dalla sfida interna contro lo Stoccarda, con la squadra della città della Mercedes in vantaggio con Fredi Bobic, raggiunta una prima volta da Marschall, altro vantaggio firmato Akpoborie, pareggio di Ratinho, con 3-2 e 4-2 firmato ancora dal bomber col numero 11 che rende inutile il 4-3 della vecchia conoscenza in A, Florin Raducioiu.

E’ ormai sempre più lotta a due, il Kaiserslautern vince a Karlsruhe per 4-2 e il Bayern mantiene la distanza di tre punti sino all’ottava partita, quando a sorpresa al Fritz Walter Stadion s’impone il Werder Brema per 3-1, con l’ennesimo gol di Marschall, dopo 6 minuti, ad illudere la capolista che subisce poi le reti di Labbadia, Flo e Frey, ma a sorpresa il Munchen non ne approfitta, pareggiando in casa per 1-1 contro lo Schalke 04.

Chi pensa sia l’inizio della fine resta deluso dall’autoritaria vittoria per 3-1 in casa del Monaco 1860, in rimonta e grazie a due gol di Marschall, mantenendo così due punti di vantaggio sul Bayern che risponde con una doppietta di Super Mario Basler contro il Bochum.

Il primo colpo di reni per Rehhagel arriva alla decima, quando vincendo per 3-1 contro l’Arminia Bielefeld (che va in gol con l’attuale presidente dei Diavoli Rossi, Stefan Kuntz) approfitta dello spettacolare 3-3 con cui lo Stoccarda ferma il Bayern Monaco, portando a +4 il distacco in classifica.

Marschall continua a segnare e il Bayern non approfitta del pari in casa col Leverkusen, con l’illusione del 2-0 iniziale in favore del Dortmund tramutato poi in 2-2 dalla doppietta dello sceriffo baffuto ormai in stato di grazia, mentre il Trap annaspa contro i cugini del Monaco 1860 imitati nel punteggio ma con un 2-2 arrivato con due rimonte.

Quando Rische al minuto 83 regala il 4-3 contro l’Hansa Rostock pare che realmente Rehhagel faccia sul serio e le cose per gli uomini di Trapattoni si complicano, quando la tripletta di Ulf Kirsten stende il Bayern per 4-2, mentre il Kaiserslautern espugna Gladbach e si porta a +7 ed è campione d’inverno.

Le distanze si riducono a 4 quando arriva la seconda sconfitta del campionato, contro il Wolfsburg, alla sedicesima giornata, col Bayern che sa di poter riaprire la Bundesliga quando con entusiasmo espugna Dortmund e vede in affanno il Kaiserslauter battere, solo al novantesimo, l’Amburgo in casa.

Oltretutto il Kaiserslautern perde Olaf Marschall per un infortunio ai legamenti, la favola sembra al capolinea.

L’imminente scontro diretto però è pura adrenalina per il K’lautern, che vince 2-0 contro il Bayern grazie ad una autorete di Hamann e un gol di Hristov al ’85, con resa per Trap e Matthaus, ritornati a meno 7.

Ormai il Kaiserslautern non è più la neopromossa ma la capolista, però tanto entusiasmo costa una nuova sconfitta contro l’Hertha Berlino, col Bayern di nuovo a -4.

E’ ancora Schjonberg a risolvere la complicata sfida contro il Colonia, segnando il 3-2 che, imitato dal Bayern contro il Wolfsburg, mantiene inalterato il divario in classifica.

L’euforia post Bayern fa quasi paura, il Kaiserslautern pareggia contro lo Schalke e ora sente il fiato sul collo del Munchen che regola 3-0 il fanalino di coda dell’Amburgo grazie a due gol di Giovane Elber.

Sforza, il ritorno del Genio

A tredici gare dalla fine della Bundesliga ora tutti scommettono sul Bayern. Troppo furbi e navigati per cadere in uno sprint, ma a sorpresa l’Hertha, ammazza grandi, supera gli uomini di Trapattoni per 2-1 e contemporaneamente il Kaiserslautern vince di misura a Stoccarda con marcatura di Hristov, portando a 5 punti il vantaggio.

E’ Bundesliga da cardiopalma, quando il Kaiserslautern pareggia nell’anticipo per 0-0 con il Karlsruhe tutti gli occhi sono puntati sul Bayern che, a sorpresa, cade in casa per 2-0 contro il Colonia.

Questo campionato ora lo vinciamo“. Questo pensa mister Otto quando ancora una volta il Bayern non approfitta del pari della sua squadra a Brema, mentre un gol di Linke dà i tre punti allo Schalke e in classifica il divario aumenta a 7 punti.

Il gol di Ratinho il 14 marzo contro il Monaco 1860 è adrenalina pura, perché il Bayern è fermato in casa dal Bochum che ha iniziato un’incredibile risalita dal fondo della classifica.

Dopo 26 partite la classifica recita Kaiserslautern 57 punti, Bayern Monaco 48. Sembra tutto incredibilmente troppo facile.

Mancano 8 partite.

L’euforia è la peggior delle paure, può far perdere il senso delle cose, inizialmente sembra un incidente di percorso pareggiare 2-2 contro l’Arminia Bielefeld, ultima in classifica, mentre il Bayern espugna Stoccarda per 3-0, ma si mangia le mani quando non supera il Karlsruhe per 1-1 e ride per il 3-0 con cui il Leverkusen abbatte in trasferta il Kaiserslautern, portando a 6 il distacco tra prima e seconda per il Meisterschale.

La notizia positiva è il ritorno in campo di Marschall dopo aver saltato 10 partite (con breve rientro contro lo Schalke a Gelsenkirchen).

Le nubi si abbattono sulla capolista.

Marschall torna al gol contro il Duisburg ma la sfida termina 1-1, il Bayern espugna a tutta birra Brema con una doppietta di Mehmet Scholl e gol di Jancker, poi ancora 1-1 per i Diavoli Rossi,con Kuka che salva i suoi contro il Borussia Dortmund, mentre a Monaco il derby è vinto per 3-1 dagli uomini del Trap grazie ai gol di Scholl, Jancker e dell’eterno Matthaus che guida la rimonta impossibile, ora a meno due dal primato a 4 partite dalla fine della Bundesliga.

Il 31esimo turno è altro show da cardiopalma, il Bayern si aggrappa ancora una volta a Matthaus che pareggia all’ultimo minuto una sfida incredibile contro l’Arminia Bielefeld, finita 4-4, con risultato ribaltato da ambo le parti, ma non sorride il K’lautern che non va oltre il 2-2 a Rostock.

Il 24 aprile sembra il giorno dell’apocalisse. Il Kaiserslautern ospita nell’anticipo il Monchengladbach che dopo 43 minuti è avanti per 2-0 grazie a Hausweiler e Pettersson, in una partita che pare maledetta.

Serve così l’uomo che anni dopo verrà imitato da Jamie Vardy e dalla favola Leicester. Sotto di due gol è lo sceriffo Olaf Marschall a caricarsi tutto sulle spalle, prima col 1-2 con sinistro preciso dentro l’area dopo batti e ribatti, poi Marian Hristov tira dalla distanza, il portiere Kamps non trattiene e il bomber pareggia le cose.

Vi ho detto che sistemo tutto io“.

Cross dalla sinistra di Sforza, ciliegina sulla testa di Marschall che alza la parabola che s’infila dove il portiere del Borussia non può arrivare, è 3-2 con buona pace dei sogni del Bayern Monaco che giocherà il giorno dopo, seppur vincendo per 2-1 la delicata sfida contro il Leverkusen ora il vento spinge tutto dalla parte di Rehhagel.

Il 2 maggio il 33esimo turno di Bundesliga non dovrebbe, sulla carta, presentare grosse sorprese, col Bayern Monaco in trasferta a Duisburg, squadra all’undicesimo posto e ormai salva, mentre il Kaiserslautern ospita il Wolfsburg.

I 2 punti di vantaggio non sono rassicuranti, anche per una questione scaramantica, col Bayern che tante volte, anche all’improvviso, ha vinto i campionati all’ultimo secondo e per questo in Germania è il club più odiato.

Molti hanno la sensazione che anche la Bundesliga 97/98 finirà in Baviera.

Otto Rehhagel no. Otto Rehhagel la pensa diversamente.

Così, in un pomeriggio di maggio, l’ultima gara casalinga del K’lautern va festeggiata al meglio, al 19esimo girata al volo del genio di capitan Sforza verso il centro, irrompe Marschall che in spaccata va a segno per il vantaggio e per il gol numero 19 della sua splendida stagione.

Da Duisburg non arrivano aggiornamenti e il Kaiserslautern preme ancora sull’acceleratore, nel secondo tempo lancio di Wagner per Marschall, uscita alla disperata di Zimmermann che ferma l’attaccante ma consegna la palla ancora a Martin Wagner che seguendo l’azione fulmina il portiere con un pallonetto, è il 2-0.

Il centrocampo locale, con Ballack e Sforza, preme furioso sul povero Wolfsburg e tre minuti dopo tutto parte dalla linea difensiva, Koch, Kadlec e Schjonberg, lancio di quest’ultimo con palla che in modo rocambolesco perviene a Marschall, altro pallonetto e 3-0.

Intanto a Duisburg ancora reti bianche.

A due minuti dal termine cross al centro, colpo di testa sul palo e Rische, entrato per la standing ovation a Sforza, segna il 4 a 0.

Si esulta, ma solo per la vittoria, poi arriva l’annuncio tanto atteso, anche a Duisburg la partita è finita, il Bayern inchiodato sullo 0 a 0 ha appena consegnato al Kaiserslautern il Meisterschale 97/98, la favola è compiuta, Rehhagel può esultare, ora è campione.

I tifosi piangono, due anni dopo, ma di gioia. In 80.000 si riversano in città per dire che sono i nuovi campioni. La neopromossa è campione di Germania!

Sforza può sollevare al cielo il simbolo del trionfo, vorrebbe che fosse Brehme a farlo ma è lui il capitano, nonché giocatore più prezioso. Olaf Marschall chiude l’annata con 21 gol su 24 partite giocate e la convocazione nella Germania per Francia 98.

Non si ripeterà l’anno successivo il Kaiserslautern e attualmente continuerà il pellegrinaggio nella terza serie. Ma quel 1998, quel miracolo di Otto, come per il Leicester 2016, resta nell’immortalità del calcio, unica squadra a vincere da neopromossa.

Francesco Fiori

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Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it

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