Dal sito news.superscommesse.it scrive così Francesco Fiori:
Il calcio moderno è il riassunto d’una gioventù che non ha sogni. Dazn, Sky, gare il venerdì, il sabato, il lunedì insomma un pasticcio. Ma perché? Perché spiegare il sogno della contemporaneità delle partite sembra qualcosa di fiabesco? Io sono cresciuto nell’epoca in cui si giochicchiava con la radiolina la domenica pomeriggio per incontrare Sandro Ciotti. Incontrare, si, perché la sua voce è leggenda e questo pezzo deve spiegarne il motivo. “Quella che ho tentato di chiudere è stata la mia ultima radiocronaca, soltanto dieci secondi per dirvi un grazie affettuoso a tutti gli spettatori, mi mancheranno!“: in maniera così stringata e semplice The Voice appendeva il microfono al chiodo di “Tutto il calcio minuto per minuto”, era il 12 maggio 1996 e si era appena conclusa Cagliari-Parma.
Chi crede che Sandro Ciotti fosse solo un radiocronista sportivo si sbaglia di grosso. La sua esagerata cultura lo ha fatto eccellere in tutte le sue passioni, dallo sport alla musica, il primo amore di Sandro che a 5 anni già suona il violino e gioca a pallone. Ciotti nasce il 4 novembre 1928 a Roma, figlioccio di Trilussa, poeta, scrittore e giornalista famoso per le composizioni in romanesco, apprende dal padrino di battesimo l’arte ironica e la propensione verso il mondo radiofonico e televisivo. In radio esordisce nel 1954 e quattro anni dopo diventa conduttore assieme a Lello Bersani di Ciak, prima trasmissione dedicata al cinema. Nel 1960 racconta i Giochi Olimpici di Roma accanto a leggende del giornalismo italiano del calibro di Adriano Dezan, Nando Martellini, Enrico Ameri e Sergio Zavoli, mentre in tv il palcoscenico è di Paolo Valenti. La voce, ancora non roca, di Ciotti, fa il suo esordio in una gara di hockey su prato, quando solo il suo grande talento lo fa sviare tra i nomi incomprensibili della partita India-Pakistan. Il 10 gennaio 1960 nasce poi il programma che cambierà le domeniche degli italiani, con la prima messa in onda di Tutto il Calcio minuto per minuto.
Con Tutto il Calcio arrivano i collegamenti con 4 campi, con Ameri prima voce, poi Ciotti, Claudio Ferretti e Alfredo Provenzali in Serie A, mentre Ezio Luzzi interviene per la Serie B. Nasce così la rivalità del duo Ciotti-Ameri, qualcosa di paragonabile a Coppi-Bartali. E’ un altro calcio, dove giornalisti e calciatori diventano protagonisti della tv e radio italiana, senza vincoli o ostacoli per un’intervista, con Ciotti che tra i protagonisti della massima diventa amico dello sfortunato Agostino Di Bartolomei. Sandro però è anche musica, nel 1967 è il primo a dare l’annuncio della morte di un altro suo grande amico, Luigi Tenco, smentendo da subito l’ipotesi del suicidio del cantautore dichiarando di aver dormito nella stanza accanto e di non aver udito nessuno sparo.
Sono i Giochi Olimpici del 1968 in Messico a causare a Ciotti un’edema alle corde vocali, dopo una diretta di ben 14 ore consecutive sotto la pioggia. La paura iniziale di non poter più tornare al microfono diventa invece la creazione di The Voice, timbro vocale che lo fa riconoscere immediatamente tanto che il giornalista può permettersi anche di scherzarci sopra, rispondendo al telefono: “Chi vuoi che sia? Sophia Loren?“.
Le 40 americane senza filtro fumate da Ciotti in una giornata aumentano il timbro, ma la classe è innata, il linguaggio ironico lo fa imperversare ovunque, dal Canzoniere del 70′ a frasi passate alla storia radiofonica come “Clamoroso al Cibali”, in coabitazione con Ameri, o per un rigore negato a Riva: “Ha diretto Lo Bello davanti a 80.000 testimoni“.Ameri più Ciotti è la sintesi perfetta del giornalismo. Il primo con linguaggio scorrile e voce melodica, il secondo con mix di ironia e cultura spaventosa, tanto da inventare termini poi rimasti nel calcio narrato. Completamente diversi i due, sposato il primo, single e lupo solitario il secondo, con Ameri che preparava le partite e Ciotti che invece arrivava allo stadio pochi secondi prima dell’evento, quasi fosse una cosa di tutti i giorni, senza ansia.La malinconia non viene mai nascosta da Ciotti che solo in tarda età si rammarica di non aver creato una famiglia con dei figli e quando s’incontra con gli amici le partite a carte e biliardo diventano interminabili.
Ciotti è anche tv. Conduce la Domenica Sportiva ed è lui a scrivere una pagina di storia con il triste annuncio in diretta della morte di Gaetano Scirea, notizia data con classe nonostante la gravità dell’accaduto. Alla DS resta fino al 1993, quando diventa prima voce di Tutto il Calcio minuto per minuto col pensionamento di Enrico Ameri. Il “letterato prestato allo sport” si congeda 3 anni dopo. In carriera vanta 40 Festival di Sanremo narrati, 14 Olimpiadi, 9 Tour de France e oltre 2.400 partite di calcio. Sandro Ciotti ci lascia a 75 anni il 18 luglio 2003, ormai 15 fa, ma il suo timbro di voce che ha fatto innamorare tanti resta unico e indelebile, tanto da non abbandonare mai la radio e lo sport.
Francesco Fiori
Fonte: news.superscommesse.it
Una voce, roca, sola al comando: Sandro Ciotti
Il libro di Riccardo Cucchi “Radiogol” ha un intero capitolo, splendido, dedicato a Sandro Ciotti: “Caro Sandro, non mi hai mai perdonato di non sapere giocare a scopone”.
Inizia così una splendida lettera dedicato al mito del microfono, un personaggio che a vissuto a sé, con le sue regole e i ritmi che difficilmente erano sopportabili.
Al contrario di Ameri, per Ciotti l’arrivo allo stadio era pochi minuti prima dell’evento, e se il buon Enrico si trovava già con cronometro, blocchetto e almeno tre penne, così come Cucchi, per Sandro era giusto importante trovare un foglietto per le azioni salienti, poi entrava in gioco la memoria, impressionante, che a braccio faceva ricordare ogni minimo istante di gioco, raccontato poi in una maniera unica e dai neologismi unici.
Riccardo Cucchi racconta poi le serate complicate nel mantenere i ritmi che lo scapolo Ciotti imponeva, far l’alba a forza di rivincite “costringeva” quasi a far vincere Sandro, altrimenti sarebbe stato complicato andar via dal suo appartamento di Piazza della Libertà.
Tutto il Calcio minuto per minuto era la forza di Ciotti perché qui trovava il suo “Coppi”, ammesso fosse lui “Bartali”, quando con Enrico Ameri si divideva la palma del numero uno, non senza incidenti di percorso come quando “The Voice” intervenendo per segnalare un 3-0, venne apostrofato da Ameri così: “Ma si può essere più coglioni di così?“.
Apriti cielo. L’incidente, davanti a tutta Italia, venne sanato giorni dopo, quando le dimissioni presentate il lunedì non furono accettate da Guglielmo Moretti e Claudio Ferretti riuscì a far fare la pace ai due.
Come Pizzul, Ciotti è stato sfortunato nei Mondiali, raccontando l’errore di Baggio nel 1994 a Pasadena, ma anche il non esultare da campione del mondo ha mai intaccato l’esser leggenda, portare timore nei colleghi che osavano interromperti, come nel maggio 1981 accadde a Giancarlo Degl’Innocenti che andò nel pallone così:
“Pronto Ameri?”
“Si, sono Ciotti, vai”
“Pronto Ameri, Degl’Innocenti da Modena. E’ passata in vantaggio la Pistoiese sul Cagliari ed ha marcato Chimenti. Pistoiese-Cagliari quindi 1-0, ti ripasso la linea“.
E subito dopo:
“Scusa Ameri, scusa Ameri”
“Sì, sono sempre Ciotti”
“Ameri scusa…”
“Sono sempre Ciotti”
“Scusami Ciotti…sono Ciotti…mmmh…sono Degl’Innocenti da Pis…da Modena”
“Cerchiamo di capire chi siamo sennò andiamo male, eh”, la stroncatura di Ciotti ad un collega che proprio non voleva saperne di azzeccare il suo nome“.
Magie della radio.
Ultimo pensiero, Sandro Ciotti mi ha fatto innamorare della radio e di Tutto Il Calcio Minuto per Minuto. E non è poca cosa.
Francesco Fiori
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