Keep fighting Schumi, perché è merito tuo se son ritornato ad amare la Formula Uno
Da Gazzetta Fan News del 3 gennaio 2019
Caro Michael quanto ti ho odiato.
Non sono certo queste le più belle parole per iniziare una lettera d’amore, ma è giusto mettere le cose in chiaro da subito. Classe ’83, la mia, e i primi gran premi in tv avevano un solo pilota che mi potesse rapire il cuore, aveva il casco giallo e la macchina biancorossa: il suo nome naturalmente era Ayrton Senna. Nel 1994 l’uomo in rosso diventa blu, Senna passa dalla livrea McLaren a quella brutta e odiosa (per i ricordi che ne seguiranno) della Williams targata Rothmans. In più, oltre ad un colore che fa notare solo la tristezza del mio mito, ci si mette un giovane leone che ha occhi solo per il vecchio Re, e quel leone sei tu Michael.
Ti confesso, ancora oggi quando scorrono le immagini e ti vedo vestito con i colori ’94 e ’95 non riesco a sopportarti, ma quello che arriverà in seguito sarà capace di placare qualsiasi astio. Con la morte di Ayrton arriva lo stop per vedere la Formula Uno. Troppo dolore per un bimbo non vedere più il proprio mito, così giusto poche notizie di quegli anni, un titolo ’94 vinto in maniera…dai diciamo un pochino teutonica…e un dominio nel 95 cui vengono evidenziate che tu, Michael, sai guidare sul bagnato anche con le gomme da asciutto.
Poi arriva la Rossa e quel numero 1 che inizia a vedersi in qualsiasi pubblicità. Io ancora non ti sopporto ma tu ci metti del tuo per “corteggiarmi“. Barcellona sul bagnato, Spa e poi Monza, quella macchina col musetto alto che batte la Williams inizia a piacermi, mentre tu, tedesco come i miei miti calcistici, inizi a risultarmi più simpatico. Arriva il ’97 e quel botto a Jerez sembra una maledizione per una Ferrari che non vince dal 1979 e quella scorrettezza diventa una macchia quasi indelebile. Ci metti ancora del tuo, sei troppo latino per essere tedesco e spegni la macchina in partenza in Giappone nel ’98 contro Hakkinen, poi ti fai male a Silverstone nel ’99, tutti ti danno per finito, me compreso.
Poi torni in Malesia e da “finito” rifili quasi 1 secondo di distacco al tuo compagno di squadra, il guascone Irvine che è in lotta per il titolo, domini la gara e lasci a denti stretti la vittoria a Eddie, che concluderà il campionato secondo, perché la storia ha deciso che sarai tu a diventar leggenda con la Ferrari. Il 2000 è stupendo. 3 vittorie in 3 gare inizialmente, io non mi stacco più dalla tv perché c’è da battere Hakkinen. Scrivo su un quaderno le tue gare, le tue imprese, diventi un ossessione, proprio tu che hai preso il posto di Senna. Quando decidi di essere tutto “rosso”, con la livrea del tuo casco che cambia dal blu iniziale, l’amore completo è compiuto. A Suzuka, mi costa dirlo, ho pianto, come hai pianto tu nel post gara a Monza tra il troppo stress e la morte del vigile del fuoco Paolo Gislimberti. Quei giri finali in Giappone li avrò visti mille volte, esultando sempre come un matto, custodendo gelosamente il poster della F2001, quella di nuovo col numero 1 e che considero, per le emozioni dell’anno prima, la più bella.
Ora, Michael, inutile ricordarti i tuoi successivi successi, sei troppo grande per elencarli e il tuo cuore non li ha certamente dimenticati. Sarebbe anche romantico vedere un giorno tuo figlio sulla Ferrari, giusto per vedere in tv al numero 1 un M.Schumacher, così come avrei voluto vedere il nipote di Senna sulla Rossa, giusto per avere un poster del mio casco preferito sulla macchina di Maranello. Caro Schumi, keep fighting è per ricordarti che ci aspettiamo il grande ritorno, come quando hai optato per il grigio Mercedes, anche se poco ti donava, ora ti aspettiamo per un sorriso, un saluto e per ricordarci che tu sei stato tra i più grandi di tutti, con la tua classe, il tuo carattere duro in pista e dolce nel privato, il tuo Forza Ferrari che oggi sentiamo dal tuo connazionale Vettel, che ti ricorda con l’inno che ho imparato a memoria a causa dei tuoi successi e sopratutto perché quando Mick vincerà con la Ferrari sotto il podio dovrai esserci tu.
Buon primo mezzo secolo di vita Michael e grazie di tutto!
Francesco Fiori
Caro Michael, sta per iniziare un nuovo mondiale di Formula Uno. Un mondiale “zoppo” per l’emergenza Covid, un mondiale che chiede ancora come stai e sogna una tua presenza nel paddock.
In questi giorni il mondo dei motori è in ansia per un altro grande dal piede pesante, Alex Zanardi. Non sappiamo se nel limbo in cui vi trovate entrambi potete solo sfiorarvi, consultarvi, pensare che il mondo qua fa sempre schifo e col vostro sorriso sarebbe molto migliore.
Che Ferrari sarà?
Nevrotica, assatanata, pronta alle polemiche al primo errore del tuo erede, Seb Vettel, che più di chiunque altro ti avrebbe voluto come spalla nel mondo della Rossa.
Sarebbe stato uno spettacolo, tu avresti fatto quello che Todt fece per te e avresti esultato per i trionfi di un ragazzo che, rispetto a te, è molto più latino e forse si fa prendere troppo da umore ed emozioni.
Avresti applaudito Hamilton nella rincorsa al settimo mondiale, ricordandogli che quella Mercedes è galattica anche per una tua piccola firma, quella dei primi passi, quella che da eroe rosso ti ha visto con un’altra livrea che, per i tifosi ferraristi, mai ti donava.
Forza Michael, perché tutto il paddock ha voglia di riabbracciare il suo numero uno.
Francesco Fiori