Gio. Nov 21st, 2024

La Biblioteca di Ispirazione Sportiva racconta e consiglia Chiamatemi Bomber, l’autobiografia dell’attaccante italiano più forte di fine anni 90 e che non ha bisogno di troppe presentazioni: Christian Vieri.

Ah se oggi l’Italia avesse un Vieri“, lo si sente da tutte le parti, perché Bobogol è stato il prototipo di attaccante per eccellenza, dotato di un fiuto per il gol che andava a schiantarsi con una tecnica magari non eccelsa, ma efficace.

Non è un libro noioso, anzi, è il racconto di un bambino che parte dall’Australia e che al calcio arriva per caso, talmente dotato fisicamente da vincere in maniera abbastanza tranquilla le gare dei 100-200-400 e 800 di atletica nella terra dei canguri.

Proprio lì inizia nel Marconi Football Club, tra un vetro infranto in casa e una bici rubata, finché la mamma non chiede a Christian il perché la cantina somigli un pochino troppo ad un negozio di veicoli a due ruote.

Ne combinava di tutti i colori il futuro Bobo (Bob Vieri era il padre, da qui il soprannome), tanto da aver escogitato il trucco della gommapiuma nei pantaloni per rendere più “morbide” le legnate che prendeva dopo ogni danno.

Bobo è anche un esempio di coraggio, uno che lascia la famiglia a 14 anni e dall’Australia arriva in Italia per quel sentimento popolare che è il pallone, con il nonno che gli fa da scudo e da incitamento.

Christian, ti dò 5.000 lire per ogni gol che farai!” ed ecco che alle parole di Vieri senior Bobo ne fa 4 alla prima partita, poi 3 alla seconda, salvo poi… dover rinegoziare l’accordo vista la quasi bancarotta del nonno pensionato.

E dire che è un altro nonno “d’arte” a scoprirlo, visto che lo nota il parente stretto di Alino Diamanti, uno che ha raccolto meno in carriera rispetto al grande talento sui piedi, ma che a ben vedere in famiglia fa avere la certezza che di calcio capiscono alla grande.

La “saudade” dell’Australia si fa sentire e fa breccia nell’orgoglio di Christian, che torna nella terra di Troy Bayliss solo un anno dopo salvo poi aver ripensamenti. Dai pianti in Italia col Prato al pianger per tornare il cammino è breve.

Poi accade come nel film di Checco Zalone, il sentir i Ricchi e Poveri in radio fa nascere la nostalgia per la nostra amata patria, questa volta per accettare la sfida di giocare nel Prato e dopo il lungo viaggio in aereo alla domanda: “Te la senti di giocare? Sei stanco?” risponde con una tripletta.

Segna nel derby contro la Fiorentina allenata da Ciccio Graziani, squadra imbattuta e sconfitta dopo due anni e tante reti svegliano le grandi squadre. Una, per eccellenza, il Toro, che seduce e convince il giovane Vieri.

Col Toro arriva l’esordio in A, saranno 7 presenze nel 1991/92 e un gol, il 9 maggio 1992 nel 4-0 al Genoa, con scudetto di categoria e esordio anche in Coppa Italia, quando tra un allenamento e l’altro ci si mette di mezzo anche il… servizio militare.

Dal Torino ecco la nuova tappa al Pisa del funambolico presidente Romeo Anconetani, che lo prende subito “in simpatia” dopo una prova negativa: “Vieri, lei fa schifo, dovevo prender Paolo Poggi, non sa proprio giocare, è un pioppo!”.

Bobo ride, semplicemente perché non sa cosa è un pioppo!. Così tappa successiva Ravenna nel 93/94, 12 gol in 32 partite ma con poca convinzione, ed ecco Maifredi al Venezia, 29 partite e 11 gol, poi sbarco a Bergamo, Atalanta e Serie A per 4 miliardi.

In B ti facevi le ossa” – disse Bobo – i centrali di quella serie, dalla coppia Biffi-Brunetti a Lopez-Praticò insegnavano a giocare al limite della correttezza, e guai a protestare, con un Vieri ormai lanciato verso palcoscenici più ampi, Juventus, Atletico Madrid dove diventa “El Mudo” per la sua poca gioia di parlare con i giornalisti, Lazio e infine l’approdo a Milano seguendo un consiglio di Narciso Pezzotti: “Se facciamo una pazzia vieni con noi?”, l’Inter, un periodo di alti e bassi dove Bobone si è issato ad esser il nerazzurro pronto a tutto, privato di chissà quali titoli da un sistema che poi ha presentato il conto anni dopo.

Il libro merita una lode, bello, godibilissimo ed è un gran gol nella vostra libreria!

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it