Sab. Giu 7th, 2025

Data di pubblicazione: 14/11/2023

Editore: DIARKOS, 432 pagine.

La biblioteca di Ispirazione Sportiva presenta oggi la biografia di un dominatore umano prestato al basket, di uno show man che ha fatto impazzire difese e canestri, Shaquille O’Neal, raccontato alla perfezione da Davide Torelli.

A LSU Deve battere la concorrenza di Stanley Roberts che preferisce alcool e feste e finché un giovane Shaq non carpisce il suo elevato talento lo lascia dominare. Suo papà non biologico è il sergente Harrison che lo cresce con rigorosa disciplina. Al suo secondo anno universitario diventa immarcabile, 27.6 punti di media in 31 punti, cui aggiunge 15 rimbalzi e 5 stoppate a partita.

Arriva l’Nba e Orlando è la seconda squadra che a due anni dalla nascita arriva ai playoff grazie a Shaq e Penny Hardaway. Saranno anche Finals, col dramma di Nick Anderson che contro gli Houston Rockets di Hakeem “The Dream” Olajuwon sbaglia 4 tiri liberi di gara 1 che avrebbero dato il vantaggio a Orlando. Houston segnerà una tripla con Kenny Smith e vincerà all’overtime.

Sono i Magic dei primi accordi commerciali. La sfida è tra i due galletti, con Shaq che spopola con le sue Reebok e compie un disastro annunciato in uno spot dove rifila una gomitata ad un pupazzo chiamato Lil Penny, cosa che apre uno squarcio nei rapporti già border line con Hardaway.

La sfortuna di quei Magic, così giovani e pronti al salto verso la gloria ha poi un nome e un cognome: Michael Jordan. I Magic vincono nella stagione 94/95 la sfida playoff contro i tori di Chicago, quando sua Maestosità MJ non è ancora a pieno regime. Un anno dopo Shaq arriva contro di loro in post season in una limousine, più in stile colpo di scena wrestling che basket. In realtà O’Neal non avrebbe voluto giocare per la morte della nonna e nonostante la sua presenza quei Bulls 1995/96 sono inarrestabili.

Arriva per Shaq l’estate da free agent. Tutti son convinti che Orlando ricoprirà d’oro la giovane stella, così come per Penny, con le prime cifre, definite irrisoria dallo staff del gigante, tra i 54 e i 64 milioni di dollari. La pietra di paragone però è Mourning che chiude con Miami per 7 anni e 105 milioni. Shaq vuole passare quel limite.

Un sondaggio indetto a Orlando decreta che il giocatore non vale quella cifra (il 91,3%) ed in gran segreto, il 17 luglio, arriva il colpo di scena con la firma di Shaquille con i Lakers, grazie a Jerry West, con un altro giocane ragazzo che indossa per la prima volta la maglia di Los Angeles, si chiama Kobe Bryant e diventerà una stella.

Jazz e Spurs però chiudono i primi playoff dell’era Shaq-L.A., così la dirigenza pensa che il problema dell’ego tra i due campioni si possa risolvere solo con l’allenatore capace di segnare la storia con i Bulls: Phil Jackson.

I tre riscriveranno l’epoca del basket del 2000 grazie all’attacco a triangolo ideato dal Coach Zen (e da Tex Winter), capace di far coesistere Kobe e Shaq, già con le mani addosso nel precampionato 99/2000. Kobe salta le prime gare della stagione, Shaq ha campo libero e i Lakers ne vincono 67 su 82. Si arriva quindi ad una scelta tra i 2 dopo troppe frizioni. Phil vorrebbe tenere Shaq ma la differenza d’età fa pendere la dirigenza Lakers su Kobe, così O’Neal va a Miami dove trova Gary Payton e Mourning che diventa l’eroe del titolo. Quegli Heat sono allenati da Pat Riley, non proprio la persona più tranquilla del mondo, che li massacra dal giorno 0. La vittoria del titolo spegne il fuoco di Miami, che si nota nello scarto più grande dell’opening night dei campioni in carica contro i Bulls per 108-66 il 31 ottobre 2006.

Per The Diesel il declino fisico lo porta a lasciare gli Heat, finendo prima a Phoenix e poi a Boston dove si rompe il tendine d’Achille.

Ma Shaq non è solo basket, in carriera è poliziotto, showman, uno che trova il modo di sorridere anche se tra il 2019 e il 2020 perde prima la sorella e poi è emotivamente coinvolto nella tragedia di Kobe Bryant.

Una montagna però non la sgretoli mai e Shaq sarà sempre la montagna più immensa della NBA.

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Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it