La biblioteca di Ispirazione Sportiva presenta oggi un libro unico nel suo genere, capace di unire quattro mondi sportivi, tutti a stelle e strisce, come il basket NBA, il football NFL, il baseball della MLB e l’hockey della Nhl, raccontando le squadre che hanno dominato creando delle vere e proprie dinastie, come da titolo del libro: Dinastie, le franchigie che hanno fatto la storia dello sport americano, idea nata dal sito PlayitUsa che vede le firme di Giorgio Barbareschi, Andrea Cassini, Giovanni Genero, Davide Lavarra, Mattia Righetti e Francesco Fiori.
La prefazione è di Max Giordan, anima e cuore del sito Playitusa.com, sito nato nel lontano 2001 e che rappresenta la casa degli sport americani.
Creare una dinastia, negli sport americani, non è facile ed è un gioco di tasselli che, se tutti al posto giusto, possono racchiudere qualcosa di magico. Ricordiamo che non esiste una sorta di “calciomercato” per accaparrarsi i migliori a suon di dollari ma che le squadre vanno create avendo fortuna nei draft, quando cioè le ultime squadre pescano i migliori prospetti, oppure con scambi al di là della fantascienza, come ad esempio Doncic ai Lakers di ultima fattura.
Il libro si apre con il basket Nba del duo Barbareschi-Cassini, con quattro spettacolari franchigie, dove vengono raccontate le leggende di Larry Bird, di Magic Johnson, dell’ovvio giocatore più unico di tutti i tempi Michael Jordan, di Tim Duncan con coach Gregg Popovich con un ritratto dell’America che cambia con l’avvento dello showtime della palla a spicchi.
Dal basket si vola alla palla ovale, Mattia Righetti e Davide Lavarra in cattedra, uno sport che attraverso il Superbowl spiega il proprio dominio a livello di interesse e spettacolo. Vince Lombardi, icona coach della NFL, Brett Favre, Aaron Rodgers, Joe Montana, Jerry Rice, Roger Staubach e ovviamente Tom Brady sono nomi sentiti almeno una volta nella vita e che il libro Dinastie spiega il perché, appassionando al football anche senza seguirlo quotidianamente.
Per i tifosi NFL invece i capitoli sul football sono bibbia pura.
E da un touchdown si vola ad un fuoricampo, con la palla che da ovale diventa piccola ma pesantissima, quella del baseball della MLB, dove ognuno di noi ha visto almeno una volta il logo dei New York Yankees, magari senza saper cosa fosse, con Giovanni Genero che illustra come cambia la Grande Mela dall’arrivo di Babe Ruth e Lou Gehrig, un dominio di titoli (20) tra il 1923 e il 1962, forse la dinastia per eccellenza, e raccontando poi Branch Rickey, le maledizioni di squadre che non riescono a vincere e poi raccontano vere e proprie favole, Sandy Koufax, Jackie Robinson e qualcosa di epocale, con uno sport che negli Usa è religione pura.
Dinastie si chiude con la NHL, l’hockey su ghiaccio e ha raccontarlo è Francesco Fiori, sardo che esordisce con un “In Sardegna il ghiaccio è religione ma per tenere la birra in fresco“, che si racconta così a Ispirazione Sportiva:
“Non ho mai capito se ho lo sport nel mio destino o se il mio destino sia lo sport. L’hockey lo scopro quando devo fare la pausa per studiare e tra la NHL e ripeter poesie a memoria (mai capito il perché) preferisco il ghiaccio e ho la fortuna di innamorarmi subito di Jaromir Jagr e dei Penguins di un altro personaggio che influenzerà la mia esistenza. Devo molto alla Nhl e lei neanche lo sa. Con Jagr sul ghiaccio c’è anche Mario Lemieux, che dopo la malattia ritorna sul ghiaccio nel dicembre 2000, proprio quando mio padre sta vivendo i suoi ultimi mesi di vita. E’ sempre Lemieux ad esser il mio primo articolo su Playitusa, primo battesimo di una carriera che non so dove mi porterà ma che mi ha regalato le emozioni più grandi. Ma come ho detto, sempre destino. Gennaio 2021 viene a mancare mia madre che nei suoi ultimi anni aveva due sogni: il matrimonio del figlio e che lo stesso scrivesse un libro, senza mai dirmi su cosa ma solo il perché – “Perché lo sapresti scrivere” – le uniche spiegazioni. Ma dopo quel gennaio 2021 è buio totale e oltretutto c’è un matrimonio da organizzare, anche in maniera accelerata per averla tra gli invitati. Non andrà così ma pazienza. Il problema resta che non ho più voglia di scrivere. L’unica fortuna è che ho una futura moglie che sta pensando a tutto. Io mi muovo come un corpo privo di emozioni, una larva che sorride solo di facciata. Così si arriva a scegliere gli arredi di casa ed è qua che accade una cosa meravigliosa, perché le cose non capitano mai per caso, e quando siamo alla cassa per pagare o chiedere un preventivo (sinceramente non ricordo), arriva il messaggio più bello che abbia mai ricevuto, non un ti amo ma un: “Ciao come stai? Senti te la sentiresti di scrivere un libro sulla Nhl?” Era come ricevere un cazzotto dolcissimo in faccia, con gli occhi colmi di lacrime e la cassiera: “Vabbé se il prezzo non va bene faccio anche ulteriore sconto”, con la futura moglie a chiedere che cavolo avessi e io per tutta risposta a indicare il messaggio, senza parole, perché stava succedendo qualcosa più grande di me. Finalmente risuonavano le cornamuse di Hockey Night in Canada, sigla che mi ha sempre gasato, finalmente i miei eroi potevano uscire dallo spogliatoio e andare sul ghiaccio (è una cosa che nell’hockey è di una potenza inaudita). E così via, il matrimonio si farà, si preparerà, ma la testa sarà sulla scelta delle dinastie, con un albo d’oro NHL che vede Canadiens e Maple Leafs avanti su tutte, ma con Stanlely Cup vinte con tornei a sei squadre, così la storia si apre con gli Islanders di Mike Bossy, un cambio di testimone in favore di Wayne Gretzky, colui che ha riscritto il libro dei record sul ghiaccio, arrivando poi a salti mortali per creare una dinastia ad ali rosse, quella dei Red Wings, e poi, all’unico personaggio più iconico della franchigia che rappresenta, in cui ha giocato, ha fatto il presidente ed è l’eroe per eccellenza: Mario Lemieux. Glielo dovevo e soprattutto se lo merita!”
Oh, leggetelo eh, il libro dico, non solo quel capitolo, ne vale la pena!
Viva lo sport, vi voglio bene! Francesco