Mer. Mar 12th, 2025

Negli anni 90 era il simbolo dell’essere centravanti, della potenza legata all’intelligenza tattica, senza badare all’eleganza ma alla sostanza. Andrea Romano racconta Batistuta, l’Ultimo Centravanti, e lo fa partendo dall’infanzia di colui che diverrà Batigol, ma prima ancora dalla voglia di Gabriel di tagliarsi le gambe.

Avete capito bene, l’ultimo Gabriel Omar Batistuta è un uomo classe 1969 cui 12 anni di Serie A hanno lasciato il conto, tra partite giocate stringendo i denti tra infortuni ed infiltrazioni, con la difficoltà persino a camminare dopo il ritiro dai campi.

Sembra una visione impossibile quella del Re Leone che si arrende alla sorte, invece è la vita di un giocatore che ha saputo aver pazienza per il grande salto nel calcio, passando da un netto rifiuto ai tempi del River Plate, con Daniel Passarella in panca, che non lo reputava un calciatore, smentendolo poi al passaggio al Boca Juniors con Tabarez in panca e tanto di doppietta nel Superclasico della Copa Libertadores.

Alla faccia dell’attaccante goffo e senza alcuna tecnica.

Bati diventa il centravanti dell’Argentina che conquista la Copa America 1991 e diventa un nome per la Serie A. A Firenze Vittorio Cecchi Gori è innamorato di Diego Latorre e in Serie A è il Verona di Fascetti ad averlo messo nella lista della spesa con un altro attaccante che vivrà una super carriera: Ulf Kirsten, col tedesco che va anche al Bentegodi per vedere gli scaligeri, ma il gioco a rialzo fa saltare l’affare.

Chi è bravo invece prende Gabriel prima della Copa America 1991, perché, pensa qualcuno, non si sa mai quell’ex allevatore di polli faccia un torneo da star. Ma è tutta una questione di tasselli.

Il Verona prende Stojkovic dall’Olympique Marsiglia e Florin Raducioiu e l’altra pretendente, la Juventus, ha un bagaglio attaccanti con Baggio, Casiraghi, Schillaci e Di Canio, con una quinta punta che nonostante il benestare dell’Avvocato Agnelli non ha senso di ingaggiare.

A quel punto la genialata di Cecchi Gori, con Latorre già acquistato per 7 miliardi di lire che viene parcheggiato per un anno al Boca Juniors e Gabriel Omar Batistuta pronto per la Viola 1991/92.

Ma ancora non è tutto fatto. Latorre s’infuria e il Boca chiede alla Fiorentina di trovare anche un sostituto, individuato in Antonio Mohamed, attaccante di 21 anni dell’Huracan, operazione da 2 miliardi di lire che scervella più nel tempo che nelle intenzioni.

La Viola però ha trovato il suo principe, anzi, il suo re, il Re Leone, in una bellissima storia che come lieto fine ha l’amore eterno di Batistuta verso la Fiorentina.

Il libro ripercorre una carriera tosta e determinata!

Chi è Gabriel Omar Batistuta?

Alla voce centravanti col numero 9 i nomi degli anni ’90 son tanti e di indiscussa classe, tutti con caratteristiche diverse e sotto la voce potenza il primo nome che viene in mente è quello di Gabriel Omar Batistuta.

Sgraziato, posseduto da una forza interna a noi sconosciuta, forte, fortissimo, in grado di far reparto da solo e arrivato a fine carriera a far coppia con Bobo Vieri, altro fenomeno di bomber, un duo che al top della forma sarebbe stato stellare.

Batistuta in carriera ha raccolto meno del cuore messo in campo. Quel profumo di scudetto 1999 a Firenze si sente ancora e ancora si maledicono la sfortuna e i neuroni di Edmundo, che preferì il carnevale alla gloria eterna.

Batigol vinse lo scudetto al primo colpo in una grande squadra, la Roma e contemporaneamente negli States vinceva la Stanley Cup Colorado che nelle proprie fila annoverava Ray Bourque, difensore alla prima stagione con gli Avalanche dopo 21 con i Boston Bruins, nel paragone tra bandiere che hanno messo da parte, almeno per un anno, i sogni impossibili di vincere con squadre più deboli.

183 reti in Serie A per Batistuta, 13esimo posto di tutti i tempi per la massima serie, certificano l’eccellenza di un attaccante mai domo, sempre pronto ad entrare in battaglia, capace di zittire Wembley e Camp Nou, nelle sue rare apparizioni in Champions, provate solo per poche stagioni con Fiorentina e Roma.

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it