Lun. Set 16th, 2024

Data di pubblicazione: 18/01/2022

Editore: Rizzoli

330 pagine

Scottie Pippen. Unguarded, la mia vita senza filtri, con Michael Arkush

La biblioteca di Ispirazione Sportiva racconta oggi l’autobiografia di Scottie Pippen, leggendario numero 33 dei Chicago Bulls, squadra con cui ha vinto ben 6 titoli NBA.

Dire però Chicago Bulls significa anche e soprattutto Michael Jordan, col quale Pippen arriva quasi ad interrompere i rapporti in contemporanea con l’uscita di The Last Dance, splendido documentario in cui si racconta (secondo Pippen è Jordan che racconta per sé, non per i Bulls) gli anni in cui una squadra invincibile ha fatto innamorare un’intera generazione.

La storia di Pippen si articola intricata in un’infanzia dove lo choc arriva quando un bullo, a 13 anni, colpisce con un pugno la schiena del fratello che rimane paralizzato. I medici non solo non riescono a recuperarlo ma traumatizzano il fratello di Scottie.

A Scottie resta il basket, mette talmente tanta energia da risultare uno dei migliori prospetti, con Seattle che pare aggiudicarselo per poi scambiarlo con Chicago, visto che su Pippen ha messo gli occhi Jerry Krause, dirigente dei Bulls col quale Pippen avrà non pochi scontri.

A fermarlo il primo anno ci pensa una fastidiosa ernia del disco non riconosciuta. Lo storico duello di quegli anni nella Eastern Conference è tra i Bulls e i famigerati Bad Boys dei Detroit Pistons. A seguito della morte del padre Pippen viene bloccato da un’emicrania proprio contro i Pistons che lo fa etichettare come uno che non ha attributi.

Invece, non solo lui reagisce, ma il giorno dopo l’ennesima eliminazione contro Detroit trova tutti i suoi compagni in palestra. A sorpasso avvenuto, nei playoff 1991, si assiste al cambio della guardia, con tanto di mancato saluto da parte di Isaiah Thomas verso MJ a 7 secondi dalla fine.

Via il dente, via il dolore, i Bulls vincono titoli su titoli, il primo anello contro Magic, idolo di Scottie, poi ecco la convocazione per le Olimpiadi del 1992, la storica nascita del Dream Team che spazzerà via qualsiasi squadra si opporrà agli Stati Uniti (celebre la frase di Barkley contro l’Angola: “Dell’Angola non so nulla ma so che oggi l’Angola sarà nei guai“).

Il primo ritiro di Jordan pone Pippen come star assoluta della squadra ma nei playoff, a 1,8 secondi dalla fine, si rifiuta di rientrare in campo poiché la palla non andrà a lui per il tiro decisivo.

La frattura resterà per sempre. Jordan rientra dal suo anno e mezzo sabbatico e ai Bulls aggiungono il cavallo pazzo Dennis Rodman. Saranno altri tre trionfi per un totale di 6 su 6 finali, fino allo smantellamento in blocco voluto dalla dirigenza.

Pippen lontano da Chicago non riuscirà più a vincere un anello seppur capitando in squadre come Houston (con Barkley e Hakeem The Dream Olajuwon) e Portland, fino ad un mesto ritorno per poche gare ancora con i Bulls.

Talento puro, offuscato certamente da colui che ha riscritto le regole del basket, forse Pippen si potrà definire il numero 1 tra i numeri 2, ma ciò che esce dal libro è un uomo forte che ha superato mille battaglie prima di essere una stella assoluta del basket mondiale.

Foto: Getty Images

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it