Gio. Nov 21st, 2024

E’ sempre stato il sogno di tutti prender un 10 in pagella, ma prenderlo su La Gazzetta dello Sport è cosa per pochissimi.

Ci sono riusciti il portiere Scarpi salvando la vita al compagno di squadra Grassadonia, Salenko, Lewandowski e Higuain per prestazioni esagerate sotto porta (rispettivamente 5 gol al Mondiale, 4 in semifinale Champions e record di reti in Serie A, 36), Buffon e Cannavaro per il Mondiale 2006, Milito (addirittura 10+) nella magica notte di Madrid del 22 maggio e Francesco Totti per la carriera, unica, a Roma.

Tra tutti questi però spicca lui, l’eterna croce degli allenatori, Roberto Baggio, che quel 10 lo prese con rabbia.

Correva la stagione 1999/00, l’Inter era nelle mani di Marcello Lippi che, dopo i fasti bianconeri, aveva scelto i nerazzurri, convinto forse di poter ripetere i successi della Juventus.

Niente di più sbagliato, l’allenatore toscano decide di dare un taglio al troppo “Interismo“, via gli ultimi due capitani, Bergomi e Pagliuca, via Simeone (nell’affare Vieri), Djorkaeff e ceduto in prestito Pirlo alla Reggina.

Per cessioni clamorose ecco gli innesti da urlo, Bobo Vieri strappato alla Lazio e da Madrid, da Real e Atletico, Panucci e Jugovic, oltre a Peruzzi in porta.

Lippi ha tutto per vincere, compreso lui. Roberto Baggio.

In inverno cresce ulteriormente il tasso di prestigio della rosa, con innesti di Cordoba, Seedorf e di un giovanissimo Mutu.

Dopo 5 partite arrivano 4 vittorie e un pari a Roma, Vieri si presenta in nerazzurro con una tripletta al Verona e un gol capolavoro al Parma, Ronaldo segna al Piacenza, poi pausa nazionali e black out nerazzurro, con 3 sconfitte, derby compreso, prima di vincere 6-0 col Lecce e perdere Ronaldo per infortunio.

In trasferta l’Inter non vince quasi mai e Lippi nota troppi screzi all’interno dello spogliatoio, litigando in maniera dura con Panucci e poi, chiaramente, prendendo di mira lui, ancora e sempre Roberto Baggio, già mai amato ai tempi della Juventus, cui viene chiesto di far la spia su i cosiddetti traditori, con rifiuto del 10.

Il Divin Codino il campo lo vede col contagocce, ma il 23 gennaio del 2000 tocca a lui risollevare Lippi quasi k.o. a Verona, con ingresso del 10, assist e gol decisivo, replicato poi contro la Roma sette giorni dopo.

Uccidimi se non ti servo“, così recitava il cappellino di Baggio, che niente faceva per smentire le polemiche con l’allenatore ma che era sempre amatissimo.

Come dimenticare quella doppietta con bacio alla maglia contro il Real Madrid, come dimenticare le perle su punizione e gli assist, Baggio non poteva esser bollito ma dava fastidio, troppo fastidio.

A peggiorar le cose arrivano gli infortuni di Vieri e Ronaldo, con quest’ultimo che rientra in campo nella finale di Coppa Italia, dopo 5 mesi e, causa rotazione impressionante del ginocchio, manda in frantumi la stagione, rientrando in campo solo a settembre del 2001.

Scherzi del destino, a Lippi resta solo Baggio, quando tra i due dir che il rapporto è nullo è poco.

Quando alla penultima giornata serve almeno un punto contro la Fiorentina ecco che i Viola vincono 4-0 a San Siro, col mister che ovviamente silura Baggio, sostituito dopo 56 minuti, mentre guarda impassibile lo show di Batistuta e Chiesa.

A pari punti col Parma c’è lo spettro per lo spareggio per il quarto posto Champions, ma a Cagliari Lippi deve sudare fino al minuto 76, con un rigore di Baggio a portare in vantaggio i suoi, col 2-0 firmato poi da Zamorano, altro futuro epurato dal tecnico toscano.

E’ così spareggio ma per fortuna di Lippi rientra Vieri, il suo Bobo, giocatore imprescindibile.

Contro il Parma, Vieri dura appena mezzora, il tempo per scontrarsi con Buffon e abbandonare gioco e sogni di Euro 2000, con Zamorano al suo posto.

Nella testa di Lippi le ombre di insuccesso crescono, dovendosi affidare a due come Baggio e Zamorano che mal lo sopportano e che mai potranno salvargli la panchina.

Ma l’amore dei due per l’Inter è superiore all’odio sportivo verso l’allenatore, Cauet si procura una punizione e in una notte di maggio anche Roberto Baggio appare più affascinante.

Lo è quando con il destro regala una parabola vincente da posizione defilata, che sorprende Buffon, col portiere che non può pensare che il numero 10 possa metter la palla sul proprio palo aggirando la barriera.

L’esultanza del Divin Codino è verso i tifosi che scandiscono il suo nome, nel passo d’addio, ma poi, per quale motivo.

Il Parma pareggia con Mario Stanic al 70esimo e ancora una volta Lippi non sa se piangere o maledire il suo matrimonio con i colori nerazzurri, che proprio, a scriverlo alla sua maniera, non garbano.

A sei minuti dalla fine, con attacchi da ambo le parti, cross smorzato di testa da Zamorano, palla che balla al limite dell’area e tiro, senza pensarci poi troppo, di Baggio, che di sinistro batte Buffon.

Se deve essere addio lo deve essere da eroe.

Roberto Baggio riporta in vantaggio la sua Inter, corre sotto la curva dei tifosi nerazzurri, spalanca le braccia quasi a volerli abbracciare tutti.

Zamorano farà 3-1 ma per tutti sarà la notte del Divin Codino.

La Gazzetta dello Sport gli assegnerà un 10 in pagella, ma a fine anno Moratti si terrà stretto Lippi e lascerà partire Baggio, che come un appestato, non troverà squadra sino a settembre, quando Carletto Mazzone, in barba a chi definiva Baggio uno sfasciaspogliatoio, lo prende con sé e regala una fiaba a Brescia e al Brescia.

Lippi resterà in carica fino alla prima giornata del campionato 2000/01, portando in estate giocatori discutibili come Frey, Cirillo, Macellari, Ferrari, Gresko, Farinos, Brocchi, Vampeta, Keane e Sukur, perdendo l’accesso alla Champions nella doppia sfida contro l’Helsingborg, tradito da un rigore di Alvaro Recoba nella gara di ritorno.

Rigore che Baggio non avrebbe mai sbagliato.

 

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it