Gio. Nov 21st, 2024

Dopo Gianni Mura la primavera ci porta via Franco Lauro, icona del basket raccontato degli anni 90.

Ciao Franco, il triste saluto ad un maestro del microfono – Gazzetta Fan News

Tripla!!! 

Chi non ha sognato sotto la sua voce, quella di Franco Lauro, quando la Rai gli affidava i secondi tempi delle partite di basket e gli anni 90 erano un incredibile fucina di talenti.

Uno su tutti nella mente di quei tifosi è stato Predrag Danilovic e quel tiro da 4 (3 + fallo) fece diventare roca la voce di Franco Lauro che, pochi istanti dopo, riprendeva la sua proverbiale calma per spiegare l’accaduto.

Lauro se n’è andato ad appena 58 anni, un infarto ha portato via a noi appassionati di sport una voce che portava alla calma, che iniziava una telecronaca con un “Amici ed amiche all’ascolto“, che ci ha fatto saltare di gioia per l’oro agli europei di basket del 1999, che è stato un pezzo di vita in chi si appassionava allo sport della palla a spicchi.

Ma dire che Franco Lauro è solo basket è ingiusto e riduttivo. Certo, l’amore per la palla al cesto arriva prima di ogni cosa, lui speaker del Banco di Roma di Valerio Bianchini, poi approdo in Rai nel 1984, dove commenta 3 mondiali e 12 eurobasket, 8 Olimpiadi estive, 1 invernale a Torino e 6 mondiali di calcio.

Inizialmente spalla di un altro guru del basket raccontato, Gianni Decleva, sistemava con eleganza e semplicità il duo che aveva personalità diverse e che poteva anche avere scontri per visioni di gioco differenti. La pallacanestro però è ambiente che unisce e quando per una partita condividi viaggi, gara e post ci si avvicina sempre di più e si sopporta qualsiasi differenza di opinione.

Ad Atlanta 96, nei giorni di un attentato, la Rai chiede a Franco Lauro l’impossibile e lui va in onda per dieci ore di fila, quasi 30 nell’arco di 2 giorni, sempre mantenendo lucidità e dando prova di gran resistenza.

D’altronde, l’amore per il mestiere è trascinante e Lauro non ha mai alzato la voce per essere ammirato e strada ne ha fatto tanta, iniziando da Radio Incontro, collaborando poi per il Corriere dello Sport e arrivando a condurre il meglio della Rai sportiva, da La Domenica Sportiva a Domenica Sprint e infine 90° Minuto.

Nella tv di stato veniva ammirato sopratutto per come arrivava in sede, con un malloppo di almeno 10/12 quotidiani sottobraccio che puntualmente leggeva tutti e si presentava col solito, perfetto, nodo alla cravatta.

Un infarto ed è la sirena finale, nonostante i dolori al petto dei giorni precedenti e le rassicurazioni mediche che non parevano il segno di una fine troppo vicina e anche troppo ingiusta, senza titoli di coda, senza saluti. 

Quel saluto iniziale e quello finale anche ai telespettatori che lo ascoltavano e ne facevano uno di casa, per la pacatezza con cui raccontava lo sport, anche per i non appassionati e sopratutto per quelli che esultavano a quella parola magica: “Triplaaaaaa!!!“.

Ciao Franco Lauro e grazie per l’esempio che ci hai insegnato.

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Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it