Gio. Nov 21st, 2024

Irascibile, diretto, carismatico, leader, leggenda. Questo è Eric Cantona, primo personaggio a scrivere un capitolo tumultuoso nella neonata Premier League.

La maglia numero 7 del Manchester United riprese vita proprio col francese, che ci unì il colletto alzato a quei colori che a fine anni 60 impazzivano per George Best.

La biblioteca di Ispirazione Sportiva presenta oggi Daniele Manusia col libro: Cantona, come è diventato leggenda, racconta passo per passo come un giocatore perennemente fuori dagli schemi abbia lasciato a bocca aperta la Premier League e il mondo del calcio degli anni ’90.

Noi di Ispirazione Sportiva abbiamo raggiunto l’autore e fatto con lui una piacevole chiacchierata. Su chi? Ma ovviamente su The King, il numero 7 del Manchester United.

Caro Daniele, la domanda sorge spontanea. Perché Cantona?

Perché era un personaggio che andava oltre il campo da calcio, mi interessava soprattutto umanamente. Calcisticamente avevo un ricordo sfocato della sua grandezza a Manchester ma insomma avevo presente che aveva cambiato la storia di uno dei club più importanti al mondo.

Si può dire che Eric sia stato il giocatore/personaggio perfetto nel momento perfetto della nascita della Premier League?

Sì, anche se forse è stata ancora più perfetta la Premier League per lui. Diciamo che forse la PL senza Cantona avrebbe magari trovato altre personalità e giocatori di valore ma che invece Cantona se non avesse trovato la Premier League sarebbe forse finito davvero in Giappone (come lui stesso aveva immaginato a un certo punto). Certo oggi che leghiamo l’idea di Premier a un calcio spettacolare, in cui la tecnica va a braccetto con l’intensità più classica anglosassone, possiamo rileggere la sua storia anche in questo senso: giocatori come lui (o Le Tissier, Ginola anche se poco dopo) sono stati precursori in un campionato che veniva ancora dagli anni del fango e delle scivolate assassine.

Cantona ha avuto un aura di invincibilità mondiale, era complicato sfidarlo, eppure come spieghi la sua fortuna pari a zero in nazionale e a livello europeo?

“In realtà Cantona è stato “invicibile”, per modo di dire, solo a Manchester. Anche lì comunque ha preso quegli otto mesi di squalifica che quanto meno gli hanno accorciato la carriera e hanno fatto perdere un anno allo United (che non ha vinto il campionato senza lui in campo). In Francia, sia nei club che con la nazionale, a partire dalle giovanili, il suo carattere non era tollerato come è stato in Inghilterra, era considerato un paria, un emarginato (a livello mediatico), messo continuamente in discussione. Adesso, non dico che avessero torto i francesi, ma per funzionare davvero Cantona ha avuto bisogno dell’amore che ha trovato in Inghilterra. Il grande rammarico è l’Europeo inglese in cui la Francia è uscita ai rigori, di cui era uno specialista, all’Old Trafford, che era il suo stadio.”

Cantona ha avuto un intelligenza superiore a chi in quegli stessi anni faceva vagonate di soldi magri come sex symbol sperperandoli poi tra alcool, scommesse, o per lui il pallone era solo un hobby da non prendere sul serio?

“Non penso sia una questione di intelligenza. Cantona ha fatto cose anche molto stupide e penso che lui non avrebbe nessun problema ad ammetterlo. Però aveva degli interessi e delle aspirazioni che si trovano raramente in altri calciatori. Tipo l’amore per la poesia e la pittura. In generale il calcio per lui era un mezzo di espressione, che continuava davanti ai microfoni, e non tutti la vedono così.”

Fantadomanda, Cantona di origine sarde sceglie l’Italia, avrebbe fatto coppia con un certo Roby Baggio, niente male direi?

“Ahah, sarebbe stato divertente. Cantona però non era un numero 9 classico, come lo ricordiamo, veniva molto incontro, giocava con la squadra, creava pericoli. Mi viene da immaginare che forse con Baggio si sarebbero pestati i piedi…”

Cantona, Le Tissier, Shearer, Fowler, Ferdinand, Wright… quanto siamo stati fortunati ad esser bambini contemporaneamente alla nascita del pianeta a parte Premier League?

Fosse stato più facile vederla, ci fosse stata la tecnologia odierna ancora meglio! Sì comunque quell’atmosfera mitica degli inizi era speciale, verissimo!”

Daniele Manusia è anche il fondatore di un sito mitico e prezioso per tutti i malati di calcio, Ultimo Uomo!

L’Ultimo Uomo nasce nel 2013, inizialmente facevamo 3 pezzi a settimana, piano piano siamo cresciuti, sono arrivati tanti autori nel corso degli anni e oggi facciamo tre/quattro pezzi al giorno più numerosi podcast sotto il cappello di Fenomeno. È una bella storia di amicizia e passione, perché prima di tutto pensiamo che il nostro approccio sia sensato e utile nel contesto della scrittura sportiva italiana, sentiamo cioè di poter aggiungere qualcosa di cui, senza di noi, si sentirebbe la mancanza.

Il libro lo consigliamo caldamente, e come Eric chiudeva uno splendido spot degli anni 90: “Au revoir!”

Se volete seguirci su facebook siamo qui, proponete libri e noi ci saremo!

Questo è il mio primo poster appeso in camera

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it

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