Ci ha lasciato a 93 anni Emanuele Giacoia, volto della Rai calabrese e storica figura delle due trasmissioni storiche del calcio italiano: Tutto il Calcio Minuto per Minuto e 90esimo Minuto.
ll Corriere della Calabria lo celebra come “Il padre nobile del giornalismo calabrese“, ironico, istrionico, giornalista di razza dalla battuta pronta.
Di lui Gianni Mura disse: “Mi sento garantito come se parlasse Amedeo Nazzari in divisa da carabiniere“. E Giacoia era così, baffoni, spesso incappottato, vocione impostato e riporto terrificante. Ex speaker, anche grazie alla bella voce, fu lui a riportare ai media l’attentato a Luigi Necco, impallinato per i suoi servizi nel ristorante da Titino.
Rino Cesarano racconta il mantra di Giacoia: “Prima di scrivere, leggere, leggere e ancora leggere!“. Fernando Acetelli gli ha dedicato una poesia in “Il tempo di marca a uomo”.
Di persona emenava un’aurea gigantesca, come provato nella festa dei 60 anni di Tutto il Calcio Minuto per Minuto dove chiunque in platea lo guardava silenziosamente ammirato.
Al suo intervento anche chi era sul palcoscenico (non radiocronisti semplici ma… semplicemente storici quali Luzzi, Cucchi, Delfino, Gentili, De Luca, Scaramuzzino e Repice) tributarono una standing ovation istintiva e dolcissima.
“Più che contento sono felice – disse Giacoia con una lucidità disarmante – perché ho conosciuto tanti amici nel secolo scorso, e lo posso dire visto che ora ho 90 anni”. E parlando dei ritardi, del bello della diretta, raccontò un aneddoto: “Una domenica andai al bar di Cosenza dove abitavo. Mi chiesero che ci facessi in quel momento lì e io dissi che dovevo prendere un caffè al che mi sgridarono perché mi volevano immediatamente a Foggia. Solo che avevano dimenticato di avvisarmi!“
E chiuse ricordando anche il mestiere del figlio, Riccardo, giornalista del TG3 Calabria, spesso in prima fila in fatti che col pallone poco hanno a che fare: “Il calcio per me era una gioia. Quando la domenica andavo a far gli interventi per Tutto il Calcio era un piacere, non come mio figlio che ha a che fare solo con la mafia. Meglio il calcio!“, con la semplicità di chi staresti ore ad ascoltarlo.
Giacoia commentava i gol della B a cavallo tra il dì della domenica e il lunedì, quando ormai, come scrive Giacomo Leopardi, la festa è finita.
Ci lascia un grande del microfono, che già ora sorride con Ciotti e Ameri chiedendo la linea da Catanzaro.