Quante volte ci è capitato di pensare, in tempi moderni, “questo non è il mio calcio“. Perché tutti noi abbiamo l’idea romantica dei nostri eroi calcistici, di chi ci ha fatto sognare ma anche chi, con o senza talento, non è riuscito a mantenere le promesse attese.
Quante volte in sede di calciomercato abbiamo sognato per un acquisto della nostra squadra del cuore e abbiamo poi avuto gioie e delusioni.
Remo Gandolfi per la biblioteca di IspirazioneSportiva.com ha scritto il libro “Questo è il nostro calcio“, un testo piacevolissimo da leggere e che blocca più volte il lettore.
Lo blocca perché basta legger il nome del giocatore del capitolo iniziale per fermarsi a pensare a chi era, a cosa ha fatto e in molti casi a cosa avrebbe potuto fare senza il destino di mezzo.
In ordine alfabetico si va da Jean-Pierre Adams sino ad Alvise Zago, passando per le storie di Brolin, Di Bartolomei, Elkjaer, Futre, Guerrero, Riva, Stromberg e tanti, tantissimi altri.
Gandolfi spesso si è immedesimato nel giocatore da raccontare, una perla in più per sentire pensieri di chi in alcuni casi non è più tra noi e ha lasciato il retrogusto del “Vorrei ma non posso” o “Vorrei ma faccio altro”, raccontando storie che quasi quasi è un peccato che il libro finisca presto.
Ma non è nuovo ai ricordi Gandolfi, in quanto lo scrittore ha creato anche il capolavoro “Matti miti e meteore del futbol sudamericano” che ovviamente a breve sarà presente su questa nostra speciale biblioteca, che tratta di 43 personaggi particolari della storia del calcio latino, fucina immensa di aneddoti dove la persona viene sempre prima del calciatore.
Curiosità di IspirazioneSportiva.Com riportare a Remo un paragrafo che ci ha molto colpito del libro Questo è il nostro calcio: “Quelli che avevano talento e son diventati miti, quelli di talento che lo hanno gettato alle ortiche e quelli che avevano talento ma hanno scelto strade diverse“. Cui l’autore ha immediatamente e con entusiasmo ha risposto cosi:
“Quelli che avevano e sono diventati “miti” sono diversi anche se tutti loro, prima o dopo hanno dovuto fare i conti con una sorte avversa fatta di infortuni (Futre, Riva, Guerrero, Kipiani) o come Gerd Muller che al termine di una carriera eccezionale non ha saputo trovare una sua dimensione fuori dal calcio. Direi che i due esempi di “Miti” più puri siano stati Belodedici e Stromberg che hanno avuto carriere irreprensibili pur non essendo magari forti o osannati come quelli citati sopra. Tra i talenti inespressi che si sono in qualche modo “buttati via” ce ne sono tanti. Streltsov era un fenomeno, Chiorri aveva tutto e anche Eneas in Brasile era considerato un fenomeno. Ma il gruppo più numeroso è quello di coloro che sono stati mollati sul più bello dalla Dea Bendata, alcuni addirittura ad inizio carriera. Francesco Rocca, Alvise Zago, Eduardo da Silva, Lubanski… Poi ci sono quelli riusciti a fare ottime carriere nonostante zavorre pesanti da portarsi dietro… Penso a Stig Tofting, WIM Van Hanegem, Yeray Alvarez senza contare i casi più terribili come Morosini o Fortunato. Insomma, sono in fondo tutte storie di “uomini che hanno giocato a calcio” e tutti con un vissuto davvero particolare e toccante“
Inutile dirvi che il libro è super consigliato!
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