In altri continenti gli avrebbero fatto statue, innalzato al di sopra di tutto per aver vinto con una squadra che semplicemente ha preso allo sbando, con limiti mentali e di gioco, prendendosi oggi una medaglia (poi rubata, ma pazienza) e scrivendo il suo nome come allenatore campione d’Italia: The Normal One Stefano Pioli.
Ora recitiamo una formazione: Donnarumma in porta, Romagnoli e Musacchio al centro, Conti e Rodriguez terzini, a centrocampo Bonaventura, Bennacer e Kessie e tridente d’attacco Suso, Leao e Calhanoglu. Dalla panchina subentrano Piatek, Calabria e Castillejo.
Dice niente?
E’ la squadra che venne battuta per 5-0 dall’Atalanta di Gasperini, del Papu Gomez e di Ilicic. Era 22 dicembre 2019 e come Natale non poteva andar peggio.
Dalla parte opposta dell’oceano c’è un giocatore che rifiuta l’etichetta di pensionato. Vuole una sifda, vuole adrenalina. Chiama il suo agente e dice questa frase: “Portami a Napoli“, innamorato di un’atmosfera che quando va bene è magica. Sembra tutto fatto, poi il presidente licenzia su due piedi Carlo Ancelotti e l’accordo ormai imminente salta.
Piano b. Sempre telefonata all’agente. “Trovami una squadra che sia nella m….“. La risposta non si fece attendere: “Guarda, oggi il Milan ne ha preso 5 dall’Atalanta“.
Il resto è storia, il protagonista della storia è niente meno che Zlatan Ibrahimovic, uno che ha vinto dovunque e che al suo ritorno al Milan era l’unico a credere nello scudetto.
Un pazzo? Forse. Un visionario? Può essere. Una leggenda? Quello è ovvio.
Ma da solo Zlatan può far ben poco. Ci vuole un’altra botta di fortuna.
E si chiama pandemia. Anche se suona strano.
Tutto è apparecchiato per il Milan di Ragnick, che tutti incensano come maestro di calcio. Ma nel mentre Pioli vince, vince e convince. La pandemia allunga la stagione e fa crollare ricavi. I rossoneri si devono tenere stretto Pioli, per Ragnick si aprono le porte del Manchester United.
Va bene a tutti.
Si torna a Bergamo il 23 maggio 2021, c’è da conquistare un posto Champions e con due rigori di Kessie la missione è compiuta, nel mentre Suso e Piatek hanno lasciato il Milan e Donnarumma non ne vuole sapere di rinnovare.
Poco male. Si prende Mike Maignan fresco campione di Francia con il Lille, mica col Psg.
Da quando Giampaolo ha preso il Milan ed è durato appena 7 partite sembra passato un secolo. Pioli ha la personalità calmante, non sbotta, non fa scenate, in cuor suo spesso quando alza i toni pensa al povero Davide Astori, da lui allenato e torna a dar serenità ad un ambiente che lo scudetto non lo vince dal 2011.
C’era Ibra e l’anno prima aveva vinto l’Inter.
Il resto è storia. Rafa Leao esplode e diventa il miglior giocatore della Serie A 2021/22, Maignan è insuperabile, i due centrali difensivi, presi chissà da dove e chissà da chi (ma applausi) Tomori e Kalulu non fanno passare nessuno e il portiere subisce appena 21 reti in 32 presenze, col maggior numero di gare inviolate.
E se nel mentre tutti danno l’Inter per favorita, il Milan lavora sotto traccia. Inzaghi ha il suo periodo negativo come spesso capitava con la Lazio, poi al momento del decisivo derby ecco la doppietta di Giroud.
Dirà che è colpa della doppia sfida col Liverpool. Allora tanto vale non qualificarsi agli ottavi.
Ma non è da bocciare la stagione nerazzurra. Due trofei contro la Juventus addolciscono la pillola, d’altronde al sorpasso ci si è creduto per appena 17 minuti, peggio è stato per i tifosi dei Reds quando il City è andato sotto 0-2 contro l’Aston Villa dell’icona Liverpool Gerrard e poi ha visto il 3-2 degli uomini di Guardiola con la Premier a Manchester.
Così è giusto più crudele, ma c’è pur sempre una Champions da giocare contro il Real.
Ritorniamo in Italia, la Serie A del ritorno della gente allo stadio, con Genoa e Cagliari che salutano mestamente con due suicidi che hanno analogie: la scelta del mister salvezza.
Shevchenko è apparso troppo buono per alzar la voce nel pantano della zona retrocessione. Blessin è ancora da scoprire e da veder se c’è carne al fuoco oltre ad esultare sotto la curva, mentre per i sardi è sprofondo rosso tra le polemiche di Mazzarri che ha di botto perso la squadra e un presidente che litiga con Caressa in diretta tv. Sembra strano, ma a qualcuno potrebbe anche mancare uno come Cellino.
Ultimo applauso della Serie A per Giorgione Chiellini, amato o odiato a seconda del club cui si fa il tifo è pur sempre colonna dell’Italia campione d’Europa 2020, con un Allegri bis alla Juve che non ha saputo imitare Lippi e il suo rientro tricolore in bianconero.
Appena sotto la Juventus ecco la sfida Capitale. La Lazio chiude con un punto in più della Roma e si gode il quarto titolo di capocannoniere per Ciro Immobile. Dato per finito dopo l’avventura al Borussia Dortmund Ciro il Grande si è preso le aree di rigore della serie A, purtroppo però sbatte sempre con la sua versione di “cugino sfortunato” che gioca in Nazionale.
La Roma di Mourinho era la grande attrattiva del 2021/22. Non arriva in Champions ma andrà a Tirana nella finale di Conference League, pur sempre una competizione europea.
E poi… e poi via al calciomercato. Botti di qua e la, perché poi ferragosto arriva in fretta e saremo di nuovo pronti per un nuovo campionato.
Chi sarà tra Inter e Milan ad arrivar per primo alla seconda stella?
La Juve avrà di nuovo Chiesa e forse Pogba?
Mou che combinerà?
Sarà gloria per Spalletti?
Chi farà il botto dell’estate?
Mille interrogativi, con un Mondiale alle porte, nella malattia chiamata calcio.