Gio. Nov 21st, 2024

Un gol di Trajkovski condanna i campioni d’Europa all’ennesimo mondiale visto in tv. Ma il flop non è casuale ma frutto di un movimento in perenne crisi

Tra il 2002 e 2006 l’Italia poteva vantare almeno due squadre titolari in Nazionale e chi ne restava escluso sarebbe stato un titolarissimo altrove. Pensiamo a Roberto Baggio escluso da Corea e Giappone o Lucarelli (19 reti 2005/06), Cassano e un Bobo Vieri che seppur acciaccato poteva ancora dir la sua per Germania 2006, o andando ancora indietro nel tempo i vari Pecci, Beccalossi e Pruzzo per Spagna 1982.

Oggi è discorso diverso, talmente disperati da richiamare Balotelli o far esordire Joao Pedro, vedere l’involuzione mentale di Immobile (grande nel club, flop in Nazionale ma anche super flop da erede di Lewandowski nel Dortmund), oltre un ricambi generazionale che stenta a dare i frutti, con Zaniolo in tribuna insieme a Scamacca, Barella con la spia della riserva accesa ormai da un mese e Jorginho che pare abbia mal digerito un Pallone d’Oro cui forse hanno illuso anche chi non lo riconosceva tale.

Roberto Mancini col Mondiale non ha feeling. Ad Italia 90 per lui non arrivò neanche un minuto, lui che poi l’annata successiva trascinò la Samp a qualcosa di unico e storico, uno scudetto che il Mancio preferirà sempre ad un campionato del mondo.

Altri tempi, quell’Italia del 90 arrivava da un ottimo ciclo con l’Under 21, cosa che oggi per Paolo Nicolato, c.t. degli Azzurrini, è complicato far nascere visto l’uso col contagocce dei giovani, in primis Lucca del Pisa che oggi è panchinaro dietro Torregrossa e che dopo le sirene del mercato pare sia scomparso dal tabellino marcatori.

Ma è il movimento calcio italiano a doversi specchiare in una pochezza che si trascina dal trionfo 2006. Due Mondiali ridicoli con eliminazioni umilianti (Paraguay, Nuova Zelanda, Slovacchia 2010, Costarica 2014) inframezzati da due europei che hanno illuso, quel del 2012 perso in finale e quello del 2021, che ad oggi, purtroppo, sa più di miracolo che di vittoria dei più forti.

In Italia però facciamo sempre fatica ad ammettere le figuracce. E’ sempre colpa degli altri e mai la nostra, il nostro campionato è sempre il più bello ed è colpa degli altri se i nostri club è già tanto se passano i turni nelle varie coppe europee. In Germania una qualsiasi squadra di terza serie ha stadi migliori della nostra A ma la colpa mica è nostra, è la burocrazia che è lenta. All’estero ci sono fior di strutture per i giovani talenti e qua se per diventare grande devi scappar fuori mica è colpa del pallone tricolore.

E’ chiaramente tutta colpa di una Macedonia indigesta. 

Fonte: l’autore Francesco Fiori

https://gazzettafannews.it/calcio/il-complesso-di-pancev-la-macedonia-indigesta/

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it