Gio. Nov 21st, 2024

Recitiamo una poesia dimenticata da tutti: Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Candreva, Parolo, Jorginho, Florenzi, Darmian; Immobile, Gabbiadini. Anno di grazia 2017, allenatore: Gian Piero Ventura.

Come minimo alla voce allenatore avete già capito di che si tratta. E’ l’Italia che non riuscì a ribaltare lo 0-1 contro la Svezia e che non venne ammessa al Mondiale 2018. Dopo 60 anni niente Mondiale!

Quel giorno la formazione azzurra toccò il fondo. Se dopo Ventura vi riportiamo alla mente anche Paolo Tavecchio ecco che il gioco è fatto. Un gioco fatto di responsabilità imbarazzanti, di un mister capitato nel posto sbagliato e, forse, non adatto a guidare la Nazionale. Ma nessuno vuole dimettersi. Al peggio non esiste mai fine.

L’eco di quella disfatta fece precipitare l’Italia in un buio disarmante. Nessuno sapeva chi vi era a capo e, soprattutto, nessuno la voleva allenare.

Pochi mesi dopo, in Russia, un mister arriva quinto con lo Zenit St.Pietroburgo. E ancor prima aveva dato le dimissioni al primo giorno di ritiro con l’Inter nel 2016. Sono lontani gli abbracci con Luca Vialli e i gol di tacco.

LA RIVOLUZIONE SECONDO MANCIO

Roberto Mancini è il mister in questione. Il suo nome sulla panchina dell’Italia sembra un raggio di sole. Magari non è la primissima scelta e quella che per lui è un sogno è invece una panca scomoda per altri.

Rifiuta Ancelotti, fresco di addio al Bayern, non convince Di Biagio dall’Under 21, si guarda ad allenatori liberi come Mazzarri o sotto contratto come Allegri o Giampaolo, il nome di Mancio arriva solo dopo che il tecnico di Jesi parla di un sogno poter prendere le redini della Nazionale.

La rivoluzione è fatta, con Mancini in panca chiudono il ciclo Nazionale i vari Eder, Parolo e Candreva, dentro i giovani Zaniolo (addirittura convocato ancor prima di esordire in A), Barella, Sensi, Kean.

Finisce sottotraccia un dato, l’Italia si qualifica ad Euro 2020 vincendo tutte le partite, con 30 punti in 10 partite e 12 punti di vantaggio sulle non irresistibili Finlandia, Grecia, Bosnia e Armenia.

LE PAURE, LE LEGGENDE, LE VITTORIE

Euro 2020 viene posticipato per la pandemia, i Mancio Boys hanno così un anno in più per esser plasmati meglio. Si perde Zaniolo per un infortunio, si fa male anche Sensi, dentro Pessina e via all’europeo da giocare a Roma per le prime tre giornate. Si ritorna a parlare di Notti magiche.

Intanto Euro 2020 viene sconvolto dal malore di Christian Eriksen e da quel momento tutto il mondo si stringe intorno alla Danimarca (voto 8) e al suo capitano Kjaer.

Entra nella leggenda anche Goran Pandev (7,5) che segna il primo gol della Macedonia ad un europeo mentre Francia, Germania e Portogallo se le danno nel gruppo F dove l’Ungheria di Rossi (7) da sfavorita si prende la gloria con 2 pareggi e una quasi eliminazione ai danni della squadra di Low (4).

Alla fine della giostra a passar sono Italia, Galles e Svizzera, Belgio, Danimarca, Olanda, Austria e Ucraina, Inghilterra, Croazia e Repubblica Ceca, Svezia, Spagna, Francia, Germania e Portogallo.

A far le valigie la Polonia (3) di un povero Lewandowski poco profeta in patria e che neanche nell’anno dove batte il record di Gerd Muller in Bundesliga può aspirare al Pallone d’Oro.

Dagli ottavi ecco i fuochi d’artificio. Il primo botto è della Francia (5) che da favorita viene eliminata ai rigori dalla Svizzera (7,5), seguita a ruota dalla Germania (4) che viene spazzata via dall’Inghilterra che inizia a sognare.

Vanno a casa anche il Portogallo di Ronaldo (6,5) e la Croazia viene “Matata” dalla Spagna in un clamoroso 3-5. A sorpresa fuori anche l’Olanda di Frank De Boer (3) che va contro la tradizione Orange e mette in campo una squadra scomposta e ultra difensiva.

L’Italia sfida l’Austria e la partita di decide solo ai supplementari e dopo la paura per un gol annullato ad Arnautovic al 65′. Poi ci pensa Federico Chiesa (9) che decide di dare una svolta al suo europeo subentrando a Berardi e portando in vantaggio gli Azzurri con un gran gol. Pessina poi fa 2-0 rendendo vano il gol di Kalajdzic.

Ora ci tocca il Belgio.

ROMELU, LE FURIE ROSSE E IT’S COMING HOME.

La sfida con il Belgio di De Bruyne e Lukaku pare una finale anticipata e vista l’eliminazione della Francia ora i sogni diventano più grandi per la squadra che vincerà la sfida. Lukaku viene controllato a vista da Bonucci e Chiellini, poi a dar un dispiacere a Romelu è il suo compagno di squadra Barella che s’intrufola in area e supera Courtois.

Lo stesso Courtois nulla può quando arriva il “Tiraggir” di Lorenzo Insigne, pare il 2006, l’Italia sta ritagliando gloria per ogni azzurro. Lukaku segna a Donnarumma su rigore, il portierone azzurro è fresco di passaggio al Psg e si dice sia distratto e poco attento nei penalty.

Poveri loro.

La Spagna elimina la Svizzera e Luis Enrique (8) prepara l’assolto agli azzurri mentre gli inglesi gongolano battendo 4-0 l’Ucraina di Shevchenko (7) sfruttando le palle inattive e l’uragano Kane. Va ancora avanti il cuore della Danimarca che per Eriksen lotta e batte 2-1 la Rep.Ceca. E’ la squadra di tutti. Fino alla prova inglese.

11 LUGLIO 1982

Le semifinali sono Italia-Spagna e Inghilterra-Danimarca. Solo una di queste 4 inizia a far “la sborona” dicendo: “Non importa l’altra semifinale, vinceremo noi”. Cit. stampa inglese.

Contro la Spagna è ancora CHIESAMANIA a portarci avanti con un bellissimo gol degno del papà Enrico, ma a 10 minuti dalla fine Morata uccella la difesa italiana e porta in parità la sfida. A questo punto inizia l’europeo di Gigione Donnarumma (9) che deve difendere l’Italia ai rigori.

Come nel 2006 a sbagliare è un giocatore della Juve, all’epoca Trezeguet oggi Morata che dopo aver salvato le Furie Rosse sbaglia il rigore decisivo, dopo l’iniziale paura dell’errore di Locatelli e i gol in sequenza di Belotti, Bonucci, Bernardeschi e Jorginho.

Piqué parla di squadra avvantaggiata perché tira per prima, ma sbaglia anche per prima quindi ancora una volta l’ex leggenda spagnola perde occasione per tacere.

Altra sponda l’Inghilterra deve ringraziare un rigore molto, molto, ma molto generoso fischiato per una caduta di Sterling dopo che Damsgaard aveva illuso i danesi raggiunti poi da una sfortunata autorete di Simon Kjaer.

La finale è Inghilterra-Italia. Loro sono padroni di casa. Hanno già vinto.

IT’S COMING ROME

Il resto è storia, se nella notte Messi e la sua Argentina espugnano il Brasile ecco lo stesso pensiero perfetto per l’Italia: vincere a casa loro.

11 luglio 1982, si urla “Campioni del Mondo”, l’Italia vince il Mondiale contro la Germania.

11 luglio 2021, si urla “Campioni d’Europa”, l’Italia vince l’Europeo contro l’Inghilterra.

A casa loro. Spiaze.

Il resto è l’abbraccio con lacrime tra Mancini (VOTO 10!) con Luca Vialli che combatte contro un male bastardo ma che ieri non se ne è proprio ricordato.

Grazie Signore che ci dai il calcio” cit. Fabio Caressa.

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it