Gio. Nov 21st, 2024

L’Inter non batteva la Juve dal 18 settembre 2016, sono passati appena 4 anni ma pare un’eternità.

A rilegger quelle formazioni c’è nostalgia nel clan bianconero che quel giorno, in gol con Lichtsteiner, schierava a centrocampo Khedira, Asamoah, Pjanic, Alex Sandro e il già citato svizzero andato in gol.

Era la Juve di Allegri, mentre nell’Inter si viveva l’illusione di Frank de Boer, tecnico che ha “regalato” parecchie gioie (agli avversari) e che in nerazzurro viene ricordato solo per questa vittoria.

In gol in nerazzurro andavano Icardi e Perisic, oggi alieni dimenticati e sostituiti da Lukaku, sprinter, armadio, corazziere, che tanto si sbatte che commuove per grinta e sudore lasciato in campo. Perisic sarebbe ancora in nerazzurro ma è lontano parente del giocatore che era, oggi poi che nell’Inter il turbo si chiama Hakimi, che più si vede in campo e è più non si spiega il suicidio Real Madrid (sarà la ricompensa-destino del Roberto Carlos che fu).

La Juve ieri si è presentata col seguente centrocampo, ipotizzando il 3-5-2 de La Gazzetta dello Sport: Chiesa, Rabiot, Betancur, Ramsey e Frabotta, troppo poco per ricordare il dominio bianconero di questi 9 anni, dei Pogba, dei Vidal, dei Pjanic e dei Pirlo.

E il tasto dolente è il povero allenatore bianconero, che passa da altissimi (vittoria sontuosa a Barcellona) a tonfi improvvisi (Fiorentina), altri alti (vittoria col Milan) e ora il tonfo di San Siro sponda nerazzurra, in un sali-scendi che non riesce a dare l’esatta dimensione di un allenatore che si farà, certamente, ma che forse ha anticipato il sogno di arrivare sulla panchina più ambita d’Italia (finché è vincente è ambita, sia chiaro).

Ma il limite della Juve, con l’assenza anche di Dybala, genio del calcio, non devono assolutamente sminuire il capolavoro tattico di Conte, ex capitano e condottiero bianconero, che si gode un Vidal che prima ne combina una delle sue (quel bacio sullo stemma gli viene perdonato per il colpo di testa, facendo finta di credere che il gesto d’affetto sia per Chiellini e non per altro) poi va in gol, staccando più in alto di chiunque e rispettando la sua promessa: ne segno uno e ne metto in rete 10. Arturo, siamo a quota 2, ti tengo al fantacalcio.

Poi sale in cattedra l’Ital-Inter, l’Italia che dà la spinta nell’Inter e che spesso era il segreto della Juve, lancio di Bastoni (il ragazzo continua a crescere con De Vrij e Skriniar di fianco, il Tricolore ha un tesoro immenso) per trottolino Barella che, da cuore interista, corre il triplo lanciato contro la porta di Szczesny e infila il 2-0, un peccato nel silenzio di San Siro non aver udito il meritato boato per il centrocampista di Cagliari, oggi tra i migliori nel suo ruolo in Serie A e altro patrimonio per Euro 2020 (anche se si gioca nel 2021).

Così, tra il bacio di Vidal, l’abbraccio a Pirlo, il sorriso di Conte, la gioia di Marotta, c’è una capolista che agguanta il Milan, i nomi e il blasone avrebbero fatto pensare alla Juventus, invece è l’Inter a star lassù tra le stelle, tra proprietà che vende, scrive Ti Amo e poi vuole cambiare il nome.

In nerazzurro le cose semplici non sono mai piaciute.

Francesco Fiori

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Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it