Sette e dico ben sette partite in contemporanea nella prima domenica dell’anno. La mente va subito, con effetto nostalgia, a quando senza pay tv e senza vedere le partite in ogni dove, si metteva in atto la stessa scaletta dei sogni di ogni weekend: quaderno con partite e collegamenti di Tutto il Calcio, gol a Novantesimo Minuto e non avendone ancora abbastanza ci si dedicava anche a La Domenica Sportiva, preludio di fine giornata con triste pensiero per il lunedì scolastico.
Proprio per l’amata contemporaneità di tante partite che finalmente danno la vera nostalgia della vecchia Serie A per un giorno si abbandona la pay tv che crea dipendenza e si torna piccoli, via all’ascolto alla radio della Serie A.
E’ come una dolcissima ricorrenza che avevamo dimenticato, laddove anni fa dallo studio centrale con Provenzali (e prima ancora fenomeni del microfono come Bortoluzzi e De Luca) si collegavano Sandro Ciotti, Riccardo Cucchi, Enzo Foglianese, Bruno Gentili, Emanuele Dotto, Carlo Nesti, Livio Forma, Giulio Delfino, Tonino Raffa e dalla B il sommo Ezio Luzzi (la scaletta è 91/92), oggi la linea va a Giovanni Scaramuzzino come campo principale, poi a ruota Daniele Fortuna, Manuel Codignoni, Diego Carmignani, Cristiano Piccinelli, Sara Meini e Massimiliano Graziani, il tutto coordinato da Filippo Corsini.
La contemporaneità resta invariata, le emozioni per un interruzione da campo a campo idem, le voci e il calcio cambiato nel romanticismo, nel ritmo e nella classe che la Serie A portava all’ascolto tra gli anni 80 e 90.
Dopo Tutto il Calcio Minuto per Minuto si aspettava l’ora X delle 18 per gustare il teatrino di Paolo Valenti e di Novantesimo Minuto, con lo show dei vari Necco, Vasino, Carino che oltre a raccontare i gol riuscivano a stuzzicarsi tra loro e rendere piacevole la poesia della domenica calcistica.
Altro calcio, ora alle 18 viene subito mostrata la partita dell’ora di pranzo, una bestemmia pensarci negli anni d’oro della Serie A, l’unico collegamento in diretta è con Saverio Montingelli che segue quello che dovrebbe essere l’anticipo del posticipo, ossia la gara delle 18, tra appunti scritti con carattere 72 talmente son grandi e letti con discreto affanno, un divario ripensando che uno come Ciotti raccontava come un rullo compressore il match senza prendere appunti (ma era Ciotti!).
Resta però la magia di Eupalla, tanto cara a Gianni Brera, l’Inter parte in goleada come nel 99/2000 (5-0 al Perugia), quando in panca c’era Marcello Lippi (ogni riferimento ad Antonio Conte è voluto e non casuale) e si festeggiava l’arrivo di Clarence Seedorf a far il numero 10 con il 14 sulla maglia, con il 10 di allora, Baggio, relegato in panca, come l’Eriksen di oggi (classe diversa ma stesso trattamento e stesso sguardo pensieroso).
C’è tanto altro tra l’oggi e il tempo che fu, le panchine di Parma e Toro che traballano quando 30 anni fa Scala e Mondonico erano solidi come il granito, Genoa-Lazio che fa ripensare al Grifone che non ha né Skuhravy né Aguilera ma si gode il lampo di Shomurodov, mentre nei biancocelesti Immobile non fa rimpiangere nessun attaccante del passato, seppur uscendo dal Marassi solo con un pari.
Lo Spezia non ha passato in A ma si forgia sull’orgoglio del titolo del 43-44, quello conosciuto come Campionato di Guerra e vinto dai Vigili del Fuoco e ammira la rete, splendida, di Mattia Zaccagni del Verona che è la prima perla del 2021. Non ha eguali l’Atalanta del Gasp, che fa passare una serata indigesta al Papu Gomez che da casa guarda uno spettacolo sublime contro il Sassuolo. L’argentino partirà ma a questo punto, sponda Dea, dicono problemi suoi.
Tra presente e passato Edin Dzeko vale Rudi Voeller, il Tedesco Volante della Roma, che con un super gol di rapina consegna i tre punti ai giallorossi contro la Samp che, non ha un 9 e ha il 10 sulle spalle di Keita, può solo pensare al tempo che fu, quando Vialli e Mancini erano ben altra cosa.
Il Cagliari non vince più, è solo a 3 punti sopra la zona retrocessione e la sfida con il Napoli fa pensare all’incrocio di un genio che ha percorso le due strade, Gianfranco Zola, che nel 91 faceva l’impossibile per far dimenticare Maradona e che oggi, in rossoblu, fa pensare al povero Joao Pedro che continua a segnare ma sprofonda nel letargo che ha avvolto la squadra di Di Francesco.
Fiorentina e Bologna decidono di non farsi male, Marcello Giannini dal Franchi avrebbe detto un punto per uno e tutti contenti a casa, salutato cordialmente Valenti e chiuso la puntata e una domenica vecchio stampo.
Anche l’Epifania ci regalerà altre 7 partite in contemporanea e avrà un gustoso Milan-Juventus da raccontare, con le due grandi d’Italia che fuori dal pomeriggio calcistico si regalano il primato per i rossoneri e un Cristiano Ronaldo ancora in gol.
Lui sì che nella Serie A dei gloriosi anni 80/90 ci sarebbe stato veramente di lusso, così come tutti i campi collegati alla radiolina.