Gio. Nov 21st, 2024

Si conclude la fase ai gironi della Champions League 2020/21, ovviamente la copertina se la prende l’Inter, in negativo.

Biscotto? No, panettone indigesto.

La squadra di Conte non riesce a sfondare il muro dello Shakhtar (come all’andata), sbatte su una traversa di Lautaro e si tiene il dubbio che il colpo di testa di Sanchez sarebbe potuto esser gol, ma un Lukaku versione Siviglia 2.0 respinge diventando bersaglio di sfottò avversari.

Punto primo, Lukaku non si discute, anzi è anche una versione simpatica del giocatore che fa gol in progressione, che è immarcabile e che poi sbaglia lanciato solo davanti al portiere.

Punto secondo, non si fa gol se non si tira in porta e qua, ovviamente, l’assist è per un tale di nome Christian Eriksen, che, poverino, entra col piglio dell’asinello della classe ma che ha una gran volontà, che calcia due volte verso quel rettangolo che farebbe gridare al gol ma, una volta e angolo per deviazione del difensore e un’altra è il baby portiere a negare la dolcissima vendetta su un allenatore che prosegue nell’umiliazione.

Di calciatore che avrebbe risolto le partite in 4 minuti ne ho conosciuto uno, aveva il 10 sulla maglia ed era argentino, ma giocava nel Napoli e non in questa Inter.

Che poi, l’Inter ha anche spalle larghe di tonfi europei, è un dna che fa assaporare le vittorie (ora lontana 10 anni fa l’ultima) e che sa risalire dai drammi tipo Beer Sheva, che non è birra analcolica ma siamo lì.

Quello che però è inaccettabile è che non si sappia perdere e lo show, triste e patetico, di Antonio Conte su Sky ha riacceso gli umori simili a quando Walterone Mazzarri dava la colpa alla pioggia.

Girone abordabile dicevano, tre pareggi e due sconfitte col peggior Real della storia possono bastare per dire che l’eliminazione non è arrivata ieri, ma molto, molto, tempo fa. Diciamo al giorno dopo della sconfitta col Siviglia.

Il piano B, caro Antonio, esiste ed è quello di cambiare le carte in tavola durante la partita, senza inserire giocatori che neanche sanno stare in campo (Perisic se ti fischiano le orecchie problemi tuoi) ma è anche vedere che oltre al magnifico 3-5-2 esistono moduli più funzionali ai giocatori e alle teste che alleni. Ma io non sono mister e neanche prendo 12 milioni a stagione. Al massimo critico l’Inter, su quello non posso farci nulla visto che mi fa dormire male.

E ora? Resta solo il campionato? Non ne sarei poi così sicuro, l’allergia a vincere le gare che contano potrebbe creare una voragine interna se andasse male contro il Napoli (il prossimo match con una grande) o se si perdesse malamente con la Juventus.

Anche il Trap creò la sua Inter dei Record dopo esser stata umiliata dal Bayern Monaco in Coppa Uefa, anche il Trap arrivava dalla Juve, anche il Trap usava il 3-5-2. Ah, no, quello no.

Francesco Fiori

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it