Gio. Nov 21st, 2024

Ispirazione Sportiva racconta oggi la magia di Roberto Baggio, da anonimo giocatore ai mondiali 1994 a eroe nazionale.

Roberto Baggio, orgoglio italiano, decise in una serata del 1994 che l’aereo per tornare a casa da Usa 94 non s’aveva da prender.

Nessuno è bravo come noi spalle al muro, nessuno come noi sa rialzarsi quando sembra finita, quando si è ad un passo dal ko e ci si deve aggrappare alle corde. E’ la nostra storia che ce lo insegna.

Quel mondiale era iniziato male. Molto male. Quell’Italia che doveva vincere a mani basse un girone con IrlandaNorvegia e Messico si era complicata maledettamente la vita. Lo aveva fatto nella gara inaugurale contro l’Irlanda, sotto dopo 11 minuti per un gol di Houghton. Ne Signori, ne il subentrato Massaro riescono negli attacchi, ma la critica ha un nome ben preciso da mettere sulla graticola: Roberto Baggio.

Baggio il fantasma, Baggio che non regge la pressione, Baggio che si è montato la testa, tutti contro il Divin Codino. E se la benzina sta per agire sul fuoco dopo l’esordio ecco la seconda partita contro la Norvegia, uscita folle di Pagliuca fuori dall’area dopo 20 minuti, espulsione ed ingresso di Marchegiani.

Al posto di chi? Baggio ovviamente.

In 10 dopo 20 minuti, Roberto in panchina, spalle al muro contro la Norvegia, l’eliminazione dietro l’angolo.

Ma siamo l’Italia e un altro Baggio ci salva, è Dino e il suo colpo di testa rimanda gufi e critici a casa, almeno fino alla gara col Messico da vincere a tutti i costi.

Ma niente, contro i messicani finisce 1-1, a Massaro risponde Bernal e gli Azzurri si piazzano terzi nel girone, con 2 reti fatte e altrettante subite, 4 punti come il resto del girone ma incredibilmente tra le migliori terze.

E Baggio?

Baggio non sa che pesci pigliare, nuota in un oceano di squali che son pronti a disintegrarlo. E’ una questione di attributi, un altro sarebbe sparito nel nulla, a testa bassa, con gli occhi chiusi e bagnati di lacrime.

Baggio no.

E’ il 5 luglio del 1994, il tabellone assegna all’Italia la vivacità della Nigeria. Le Super Eagles vivono un momento magico, nel gruppo D hanno battuto 3-0 la Bulgaria (poi quarta assoluta) con gol di Yekini (Pallone d’Oro Africano 1993 e scomparso nel 2012), Amokachi e Amunike, perso con l’Argentina per 2-1 nell’ultima partita di Maradona ad un Mondiale e poi vinto 2-0 con la Grecia per 2-0 con gol di Finidi e ancora Daniel Amokachi per chiudere al primo posto con 6 punti, promossa insieme a Bulgaria e Argentina.

Avversario da non prendere sottogamba per Sacchi, con l’Italia che divorata dalla critica e dal morale sottotono subisce inerme il vantaggio di Amunike al 26esimo.

Scrive Sepulveda che “Il peggior castigo non è arrendersi senza lottare ma arrendersi senza aver potuto lottare” e tutto fa pensare al numero 10, a Roberto Baggio.

Il tempo scorre inesorabilmente, l’aereo per ritornare a casa è pronto, è come se gli Azzurri siano vicini al check in, mancano 2 minuti alla fine e le procedure di rimpatrio sono iniziate.

La partita è compromessa, Sacchi ha anche provato a cambiar ritmo inserendo Zola ma il Tamburello Sardo viene espulso poco dopo per un fallo di frustrazione e ormai c’è ben poco da fare. Anche la voce di Bruno Pizzul è sottotono.

Sull’out di destra l’ultimo ad arrendersi è Roberto Donadoni, un’occhiata e palla per Mussi che servito va verso il centro dell’area di rigore, vince il rimpallo ed è il destino che chiama, lo sguardo è verso quel 10 che non ne azzecca una, passaggio, piatto destro e palla che s’infila dove non può arrivarci Peter Rufai, abbiamo pareggiato, siamo vivi, siamo tutti pazzi per Roberto Baggio (Pizzul compreso che regala un assolo da leggenda)!

La corsa, l’esultanza, spalle al muro abbiamo reagito da campioni, con il Campione.

Supplementari.

Ormai però il destino ha scelto il suo prediletto, Benarrivo entra in area, Eguavoen lo stende, è rigore e chi può andare dal dischetto.

Non scherziamo, vai Roby, conclusione, palla che bacia il palo e che spiazza Rufai, 2-1.

Quell’aereo semplicemente resta dov’è. Baggio ha deciso così.

Nessuno come noi in quei momenti guarda l’avversario dritto negli occhi e ha il coraggio di urlargli in faccia noi non molliamo, noi siamo l’Italia, eroici se serve, non siamo nati per perdere.

Francesco Fiori

Fonte: Gazzetta Fan News

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Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it

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