Caro Marco…eccoci qua!
(Questo pezzo risale al 2016, visibile sul blog https://astroconoscenze.wordpress.com/2016/02/14/caro-marco-usciamo-in-bicima-smetti-di-scattare-un-po/ )
Questa è la raccolta dei pezzi scritti per Marco Pantani da parte di Francesco Fiori
Ciao Marco come stai? Ti vedo pensieroso e triste, deve funzionare così quando in un giorno speciale, il 14 febbraio, in tanti ti ricordano e scappa una lacrimuccia.
Senti facciamo una cosa, prendiamo la bici e facciamo un giro, i km da percorrere però li scelgo io, tu, Re del 98, me ne faresti fare anche 200 sfidando te stesso e andando poi in cerca di un po’ di zuccheri o di una cioccolata ormai sfinito.
Sai caro Marco, il ciclismo è cambiato, ormai ai casini ci si è abituati, però manca quell’irrefrenabile voglia di vedere una tappa in salita, ora è tutto noioso e calcolato, vuoi mettere l’accoppiata Panta-De Zan in tv?
Tanta roba.
Raccontami di te, che hai provato sull’Alpe D’Huez nel 97? Mannaggia ti eri fracassato una gamba per il ciclismo, anche i gatti ti facevano cadere, e poi, boom, spettacolo sulle montagne francesi, e la tappa di Piancavallo? Non vincevi al Giro da 4 anni, hai vinto il 30 maggio, così come ad Oropa nel 99, stesso giorno ma soprattutto Marcolì, ho festeggiato il compleanno con le tue vittorie!
Pantani è tornato.
Che bella frase, mi piace molto, raccontami il Mortirolo, hai ancora il record in quella salita allucinante, io ho calcolato di aver preso da te un paio d’ore di distacco, non ridere, non è che sono andato piano, è che ero semplicemente scarso.
Raccontami la tua testa, il tuo cuore, quello che silenziosamente decide di far beneficienza ma non chiede pubblicità e che ad elencare tutto il bene che hai fatto si andrebbe a fare un torto a tutti i tuoi detrattori, ma lasciamoli dire.
Raccontami un po’ gli avversari, su una cosa ti sbagliavi, quell’americano, credo si chiami Lance, non è figlio dell’Armstrong andato sulla luna ma credimi, se ci parli oggi, quel cow boy andrebbe volentieri su un altro pianeta ed è già tanto se i suoi tifosi non l’hanno spedito li.
Comunque rallenta un pochino, tu scatti e sorridi, si vede hai la testa e il cuore in pace, ma io sento anche l’acido lattico nelle orecchie per starti dietro, raccontami un po’ quel giugno 99, che fregatura, ma lo so, perdoneresti chi ti ha imbrogliato, anche se il dolore non si dimentica.
Lo so, avresti perdonato perché di animo buono, ho ascoltato i racconti di chi ti voleva bene, ho letto più libri su di te che di economia aziendale e io con i numeri ci lavoro, ma vuoi mettere cosa regala più passione?
Ho conosciuto anche tua mamma Tonina, una che ti accoglie con un sorriso dopo che per te ho fatto un viaggio di 13 ore deve essere per forza speciale, e subito dimentichi tutta la fatica.
Eh caro Inoki, chi me l’ha fatto fare? Lo sai meglio di me che quando ti innamori fai cose folli e geniali, quell’amore per la bici mi ha fatto partecipare alla Pantanissima, seppur con poco allenamento e una testa che pensava altrove, ma, come in battaglia si inizia una cosa e la si deve portare a termine.
E poi Marco, vuoi mettere l’esser tra le tue strade, anche se mi stai dicendo che seguendomi ti sei addormentato. Sfido io, Ciola e Montevecchio non erano semplicissime salitelle ma vuoi mettere l’entusiasmo che mi regala tua mamma quando in mezzo alla marea di ciclisti mi nota e mi manda un bacio, non si possono deludere le mamme, la mia e la tua hanno la stessa età e lo stesso cuore, sarà che noi figli ne combiniamo di tutti i colori.
Una sola cosa mi ha fatto rimaner male, perché Marco sei in un posto silenzioso, colmo di tristezza? Perché per visitarti non ci si vede al bar per una birra, magari prendendo in giro la mia Inter, ed invece devo entrare in un posto chiamato cimitero?
Dovresti saperlo, tu non sei morto, basta poco per risentirti tra noi fan e pazzi scalmanati che per te si mettono la bandana, tu fai come ora in bici con me, scatti un po’ più in là di tutti e sparisci tra le nuvole, poi però aspettami al traguardo, basta un sorriso, basta ricordare che il Panta vive, anzi, Pantani Forever come scritto nella maglia della Pantanissima, sei solo un po’ più mitico degli altri, da 12 anni a questa parte, nel giorno degli innamorati e così sarà sempre.
Francesco Fiori (fcroda@yahoo.it)
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