Il ricordo di Maurizio Mosca a dieci anni dalla sua scomparsa. Un giornalista atipico che ha riscritto la storia dei programmi calcistici in tv
Non si è mai preso sul serio, neanche quando si arrabbiava e tentava di far arrestare chi gli faceva scherzi telefonici. Maurizio Mosca è stato il baluardo di una generazione di programmi sportivi destinati alle risate, al prendere il calcio per quello che è, un gioco, ma anche una persona che ha saputo farci sorridere con una genuinità sincera, un uragano in tv mai banale.
Maurizio Mosca se n’è andato 10 anni fa ma spesso si pensa a lui per le bombe di mercato, per quel pendolino che non ha mai azzeccato neanche la via di casa, di scoop mai rivelatisi giusti ma che piacevano al pubblico.
Figlio d’arte, col padre Giovanni giornalista e scrittore, inizia la carriera al quotidiano La Notte, poi intervista Zico e crea la sua prima “bomba” dando del finito a Platini. Ovviamente Zico neanche lo conosce ma questo è un dettaglio perché la tv apre le porte a Mosca, con Calciomania e poi a Guida al Campionato con Sandro Piccinini e la macchina della verità, ma anche L’Appello del Martedì, programma che oggi avrebbe un boom eccezionale di ascolti.
La sua volontà maggiore è spargere allegria tra la gente e la sua missione è portata al termine con successo, con Mosca che si è sempre definito “Lo stesso di quando avevo 10 anni“, dagli anni in cui andava nella stessa scuola di Massimo Moratti, storico presidente dell’Inter, a quando gioca lui stesso a pallone e non viene limitato dall’aver la mancanza di vista laterale, seppur la sua carriera calcistica non fa mai grossi salti di qualità.
Le sue risse in tv fanno sorridere, da Zenga a Benito Lorenzi, dai teatrini contro Giampiero Mughini alla sua risposta, imitando un rintronato (Mosca è abile attore non fatevi ingannare) rispondendo “Comeeee???” fino alla passione per il suo numero 10, Alessandro Del Piero, cui conia il celebre “Aaahhh come gioca Del Piero“.
E’ una tv che piace, la domenica sera lui, Prisco e gli altri ospiti di Controcampo allietano una serata che precede il lunedì mattina, giorno più triste per antonomasia, e lascia quel dolce ricordo di risata e spensieratezza agli spettatori quando vanno a letto, e poco importa se il pendolino anche questa volta non ci ha azzeccato.
Francesco Fiori
Fonte: Gazzetta Fan News