Il calcio romantico degli anni 80, quello con un limitatissimo di giocatori in rosa, racconta il giorno in cui Raffaele Di Fusco, ruolo portiere, dovette giocare (e bene) in attacco nel Napoli di Maradona.
11 giugno 1989.
La data nella storia del Napoli è ricordata per un particolare divenuto unico nella storia della Serie A. I partenopei quel giorno sono di scena ad Ascoli per la giornata numero 32 del massimo campionato calcistico.
I giochi in classifica son già fatti, con l’Inter dei Record già campione e con la squadra di Maradona al secondo posto con due punti di vantaggio sul Milan. L’Ascoli di Bersellini è a metà classifica ma è reduce da un gran periodo con 10 punti in 6 partite (ricordiamo 2 punti per la vittoria) e al Del Duca è pronto a dar battaglia.
Ottavio Bianchi si ritrova per l’occasione una rosa ristretta all’osso, con Maradona out e quasi in vacanza (giocherà solo 17 minuti nella gara successiva col Pisa) e le assenze di Carnevale, De Napoli, Filardi, Fusi e con Romano acciaccato e portato in panchina.
Nella stessa panca siede Raffaele Di Fusco, professione secondo portiere, che quel giorno non lo dimenticherà mai. Per l’occasione ha due maglie, quella abituale numero 12 ma anche la numero 16, perché non si sa mai gli scherzi della vita e quelli del pallone.
Al minuto 79, con l’Ascoli in vantaggio 2-0 con i gol di Cvetkovic al 17′ e Giordano su rigore (ex della Ma.Gi.Ca. il trio meraviglia Maradona Giordano, Carnevale nel primo scudetto), si fa male Careca e Bianchi ha due opzioni per la sostituzione, o Romano, non al meglio, o far di Di Fusco un attaccante.
Sceglie la seconda e quando al portiere viene fatta indossare la maglia numero 16 quasi gli scappa un sorriso, con Giordano che predica attenzione per il gioco aereo del neo entrato sul terreno di gioco e nella storia della Serie A.
“E’ possibile se saltano tutti all’ultimo momento – dice Bianchi a chi gli chiede l’impossibilità di aver giocatori nel post gara – non possiamo inventarci i giocatori e chi era in preallarme si è fatto male nelle giovanili, non avevamo alternative“. Dietro questa mossa in tanti vedono una velata polemica con la dirigenza e una rosa che richiede nuovi innesti, che poi arriveranno, ma senza Bianchi, sostituito da Bigon nello storico secondo scudetto partenopeo.
Di Fusco quel giorno va anche vicino al gol su colpo di testa di Pazzagli ma a quel punto, una sua rete, sarebbe anche troppo per la storia del gregario portiere quasi goleador.
Francesco Fiori
Fonte: Gazzetta Fan News
Foto: Getty Images