Gio. Nov 21st, 2024

Narra la leggenda che in un intervallo di una partita della Juve Gianni Agnelli rimproverò niente meno che Michel Platini, sorpreso a fumare una sigaretta con risposta elegante nel francese: “Avvocato, sarei più preoccupato se fumasse Bonini che deve correre anche per me“.

Ecco, Bonini e Platini sono agli antipodi del mestiere di centrocampista, uno che porta le borracce, che corre per tre e l’altro che segna o fa segnare gli attaccanti a sua disposizione.

Entrambi i ruoli hanno consegnato al calcio mondiale stelle di prim’ordine, partendo dai grandi registi di una volta, vedi Gerson nel Brasile 1970, a Falcao re di Roma negli anni 80, passando poi per Rijkaard e Paulo Sousa negli anni 90 arrivando agli XaviIniesta (anche esterno in un tridente d’attacco all’occorrenza) dei giorni nostri.

Nelle narrazioni giornalistiche spesso i titoli vengono dati ai portieri che non subiscono gol o agli attaccanti che li segnano, ma il ruolo di centrocampista, titolo nobile in campo, è fondamentale per costruire il successo di una squadra di calcio.

Nell’Inter è stata dedicata anche una canzone al mediano per eccellenza, Lele Oriali, che correva per l’intero reparto e nel calcio di fine anni 90 il colpo da maestro fu ad esempio della Juve che ingaggiò Edgar Davids che da cagnolino al Milan ritornò pitbull e fu decisivo nello scudetto 97/98.

In quegli anni sbagliò l’Inter nell’acquisto di Vieri, attenzione, non per Bobogol, ma per aver inserito nella controparte uno come Diego Simeone, centrocampista di classe e sangue, decisivo nello scudetto della Lazio dove, occhio alla nostalgia, il centrocampo era formato anche da Nedved (la sua assenza decise la Champions 2003 bianconera), VeronStankovic e Roberto Mancini, oro per i calciofili.

E che dire dell’Italia del 2006, con Gattuso a scatenare panico in mezzo al campo e proteggere la genialità di Pirlo, uno che ha occhi dappertutto, innescando poi gli attacchi azzurri che risulteranno vincenti.

Ringhio Gattuso è l’esempio di chi ai titoli sul giornale preferisce la sostanza e che nel Milan d’oro degli anni 2000 poteva contare su Seedorf, altro genio e su Kakà, giocatore dalla progressione devastante e da un’intelligenza calcistica fuori dal comune.

In Premier League l’esempio recente è quello di N’Golo Kanté, metronomo sette polmoni del miracolo Leicester di Ranieri, uno che poteva trovarsi a difendere su un angolo e attaccare nella successiva azione offensiva, degno erede di un altro centrocampista che in Inghilterra ha fatto storia e basta il nome: Roy Keane, anima del Manchester United di Ferguson.

Nel calcio attuale il ruolo di centrocampista si è trasformato in “tuttocampista“, dove il giocatore al centro deve saper fare qualsiasi cosa, dal difendere all’impostare l’azione e attualmente i migliori di ruolo, secondo Transfermarkt, sono ModricDe Bryune (fenomeno belga), PjanicZiyech (promesso sposo del Chelsea), AllanRakiticVerrattiMilinkovic Savic (mister 100 milioniPogba (se ritorna ai livelli della Juve), KroosBusquetsWitsel, Muller e ancora il genio nascosto di Eriksen.

Da Rivera, mito mondiale, trequartista da 128 gol a Zico, da Schiaffino grande regista dell’Uruguay anni 50 a Zinedine Zidane, da Valentino Mazzola, 10 per eccellenza del Grande Torino, a Luisito Suarez dell’Inter vincitutto degli anni 60, passando per NeeskensMatthausGullitDungaDeschampsBarajaXabi AlonsoRedondo e Cambiasso, la storia racconta che senza un buon centrocampo, che sia d’ordine, d’ispirazione e di grandi gol, una squadra può avere qualsiasi giocatore in avanti ma avrà già perso gran parte delle partite, proprio per lodare questo ruolo nobile del calcio, il centrocampista.

Francesco Fiori

Fonte: Gazzetta Fan News

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Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it

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