Mar. Dic 3rd, 2024

VLADE DIVAC E DRAZEN PETROVIC, UNA GRANDE AMICIZIA INTERROTTA DALLA GUERRA

Correva l’anno 1990 quando la Jugoslavia basket stravinse i mondiali dando sonore lezioni a tutti nonostante assenze di prestigio, dominando anche i migliori collegiali statunitensi.

Gli USA per le olimpiadi 1992 furono costretti a schierare i migliori fuoriclasse della NBA. Quella Jugoslavia fu a detta di tutti gli addetti ai lavori la miglior nazionale non statunitense della storia e tra i tanti campioni c’erano anche Drazen Petrovic e Vlade Divac che erano uniti da una grande amicizia.

Petrovic era a detta di molti il miglior giocatore europeo di sempre assieme al sovietico poi Lituano Arvydas Sabonis e Divac si era conquistato un ruolo importante nei Lakers di Magic Johnson nonostante la giovane età di ventidue anni non ancora compiuti. Ma la ex Jugoslavia era in clima di guerra e tra serbi e croati stava crescendo un forte astio.

Durante i festeggiamenti in campo per la vittoria dei mondiali in Argentina un tifoso entrò in campo con la bandiera croata, gettata via da Divac che è serbo. Questo episodio non piacque per nulla a Petrovic che era croato e tra i due l’amicizia finì.

Divac successivamente spiegò che non provava nessun odio verso i croati e che avrebbe gettato via la bandiera anche se fosse stata serba, perché lui in quel momento voleva solo festeggiare la vittoria della Jugoslavia unita.

I due campioni non si parlarono più, anche perché negli europei 1991 vinti ovviamente in lungo e in largo sempre dalla Jugoslavia qui in Italia battendo in finale la nostra nazionale, Petrovic era infortunato e non poté giocare. Alle Olimpiadi 1992 partecipò la Croazia di Petrovic che arrivò in finale contro il leggendario “Dream team” statunitense perdendo di trentadue punti, mentre la Serbia non poté partecipare a causa delle sanzioni inflitte a causa della guerra dei Balcani.

Ci provarono tutti fino all’ultimo a mandare la Jugoslavia unita contro le super leggende americane e secondo molti esperti gli americani avrebbero sicuramente vinto ma non senza difficoltà.

Nel 1993 Petrovic morì in un incidente d’auto mentre andava a giocare con la sua Croazia e Divac in lacrime visibilmente affranto si rese conto che non avrebbe più potuto recuperare il rapporto con lui. Negli anni successivi i giocatori serbi e croati tornarono a parlarsi ricordando i vecchi tempi passati assieme, ma Petrovic non c’era più. Poco tempo fa Divac si è recato a casa dalla madre di Petrovic, ricordando tutti i giorni felici passati con suo figlio, sicuro che Drazen da qualche parte in cielo lo stesse guardando.

E Drazen dovunque sia probabilmente in cuor suo lo considera ancora un amico.

Andrea Renzi

Jo

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it