Gio. Nov 21st, 2024

Mai avrei immaginato di non guardare il risultato della mia Inter e non provare ne caldo ne freddo nel visualizzarlo. E’ accaduto nel post Spezia-Inter, anzi, al mattino perché nella serata della partita mi sono beatamente addormentato.

Ah… gli …anta che arrivano e portano il conto.

Ma qua c’è un problema che ha radici più profonde. Il curriculum a livello di insofferenza e drammi è stracolmo (vado a memoria quindi perdonate eventuali lacune), dall’Inter gestione Orrico che non vinceva neanche per sbaglio, ad una Coppa Uefa vinta con la gestione Marini e un punto in più rispetto al Piacenza quart’ultimo e retrocesso, il non trovare un campione preferito nel post Bergkamp e prima di sua Santità RONALDOCOL10, tutto attaccato, perché quello che ha fatto l’alieno nel 97/98 è da studio della gravità e dell’eccellenza calcistica, fino ai giorni nostri, più o meno recenti, perché se penso alla parola dramma mi spunta fuori il faccione di Erick Thohir che presta i suoi soldini per comprare Hernanes e ora Steven Zhang e tutto il gruppo Zhang che è partito da un motto “Schiacceremo tutti” al “Spostati che qua sta crollando tutto“.

Gli ultimi anni son stati effimeri, preso Conte, juventino DOC, ecco che si costruisce una squadra che oggi verrebbe chiamata dei miracoli, perché poi viene sfaldata come quelle merendine che ti portavi a scuola e che ritrovavi in briciole mesi dopo.

Hakimi, Eriksen, Big Rom, Vidal (ha pur sempre segnato alla Juve), El Nino Sanchez, una Champions fallimentare che si rivela il vero trampolino di lancio verso il tricolore, con la personale paura di dovermi sposare nella partita decisiva per il campionato, perché l’amore è cieco, ma la fede calcistica è molto più pericolosa.

E poi?

E poi Zhang chiude i rubinetti, Conte lo capisce immediatamente e scappa via, viene preso il mister che ha il miglior rapporto stipendio/punticampionato ma zero emozioni. Perché sarà anche un bravo ragazzo Simone, quello di Lazio-Inter 4-2, ma l’apatia che si porta dietro è un macigno. Non dico che si rimpiangono le interviste di Mazzarri (top assoluto per aspiranti suicida) ma non siamo poi così distanti.

In due anni, come la peggior gestione di un patrimonio mondiale si cedono Hakimi e Big Rom, si raccatta il meglio a costo zero, si promette prima della campagna abbonamenti l’arrivo di Bremer (miglior difensore della scorsa Serie A) e soprattutto di uno dei rari geni del nostro campionato, Paulo Dybala, oltretutto prelevandolo dalla Juve.

A fine maggio, lo ammetto, convinto dei due innesti mi è scappato un: “Occhio, perché con Dybala e Bremer si potrebbe dir la nostra anche in Champions“.

Niente di più deludente, con una mossa molto kamikaze si riprende Lukaku dal Chelsea, che se lo lascia andar dopo averci investito 115 milioni qualcosa avrà capito. Di Big Rom delle 2 scintillanti stagioni in nerazzurro neanche l’ombra, l’attaccante non salta più l’uomo di potenza e in velocità e ora gli rubano anche i calci di rigore. Ecco perché è titolare nella mia squadra di fantacalcio dove non vincerò mai.

Trovare un solo capro espiatorio su questa indifferente Inter sarebbe un errore, dalla proprietà al mister fino alla gestione dei giocatori, con Inzaghi che ha l’unico pregio che ogni volta che è spalle al muro trova la partita della vita, dalla Supercoppa fino all’andata della gara di Champions col Porto.

Ma da qui a dire che farà di nuovo infiammare i cuori ce ne passa. E al momento non vedo soluzioni.

L’interista deluso dell’alba del giorno dopo.

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it