Mai avrei immaginato di non guardare il risultato della mia Inter e non provare ne caldo ne freddo nel visualizzarlo. E’ accaduto nel post Spezia-Inter, anzi, al mattino perché nella serata della partita mi sono beatamente addormentato.
Ah… gli …anta che arrivano e portano il conto.
Ma qua c’è un problema che ha radici più profonde. Il curriculum a livello di insofferenza e drammi è stracolmo (vado a memoria quindi perdonate eventuali lacune), dall’Inter gestione Orrico che non vinceva neanche per sbaglio, ad una Coppa Uefa vinta con la gestione Marini e un punto in più rispetto al Piacenza quart’ultimo e retrocesso, il non trovare un campione preferito nel post Bergkamp e prima di sua Santità RONALDOCOL10, tutto attaccato, perché quello che ha fatto l’alieno nel 97/98 è da studio della gravità e dell’eccellenza calcistica, fino ai giorni nostri, più o meno recenti, perché se penso alla parola dramma mi spunta fuori il faccione di Erick Thohir che presta i suoi soldini per comprare Hernanes e ora Steven Zhang e tutto il gruppo Zhang che è partito da un motto “Schiacceremo tutti” al “Spostati che qua sta crollando tutto“.
Gli ultimi anni son stati effimeri, preso Conte, juventino DOC, ecco che si costruisce una squadra che oggi verrebbe chiamata dei miracoli, perché poi viene sfaldata come quelle merendine che ti portavi a scuola e che ritrovavi in briciole mesi dopo.
Hakimi, Eriksen, Big Rom, Vidal (ha pur sempre segnato alla Juve), El Nino Sanchez, una Champions fallimentare che si rivela il vero trampolino di lancio verso il tricolore, con la personale paura di dovermi sposare nella partita decisiva per il campionato, perché l’amore è cieco, ma la fede calcistica è molto più pericolosa.
E poi?
E poi Zhang chiude i rubinetti, Conte lo capisce immediatamente e scappa via, viene preso il mister che ha il miglior rapporto stipendio/punticampionato ma zero emozioni. Perché sarà anche un bravo ragazzo Simone, quello di Lazio-Inter 4-2, ma l’apatia che si porta dietro è un macigno. Non dico che si rimpiangono le interviste di Mazzarri (top assoluto per aspiranti suicida) ma non siamo poi così distanti.
In due anni, come la peggior gestione di un patrimonio mondiale si cedono Hakimi e Big Rom, si raccatta il meglio a costo zero, si promette prima della campagna abbonamenti l’arrivo di Bremer (miglior difensore della scorsa Serie A) e soprattutto di uno dei rari geni del nostro campionato, Paulo Dybala, oltretutto prelevandolo dalla Juve.
A fine maggio, lo ammetto, convinto dei due innesti mi è scappato un: “Occhio, perché con Dybala e Bremer si potrebbe dir la nostra anche in Champions“.
Niente di più deludente, con una mossa molto kamikaze si riprende Lukaku dal Chelsea, che se lo lascia andar dopo averci investito 115 milioni qualcosa avrà capito. Di Big Rom delle 2 scintillanti stagioni in nerazzurro neanche l’ombra, l’attaccante non salta più l’uomo di potenza e in velocità e ora gli rubano anche i calci di rigore. Ecco perché è titolare nella mia squadra di fantacalcio dove non vincerò mai.
Trovare un solo capro espiatorio su questa indifferente Inter sarebbe un errore, dalla proprietà al mister fino alla gestione dei giocatori, con Inzaghi che ha l’unico pregio che ogni volta che è spalle al muro trova la partita della vita, dalla Supercoppa fino all’andata della gara di Champions col Porto.
Ma da qui a dire che farà di nuovo infiammare i cuori ce ne passa. E al momento non vedo soluzioni.
L’interista deluso dell’alba del giorno dopo.