Gio. Nov 21st, 2024

In altri continenti gli avrebbero fatto statue, innalzato al di sopra di tutto per aver vinto con una squadra che semplicemente ha preso allo sbando, con limiti mentali e di gioco, prendendosi oggi una medaglia (poi rubata, ma pazienza) e scrivendo il suo nome come allenatore campione d’Italia: The Normal One Stefano Pioli.

Ora recitiamo una formazione: Donnarumma in porta, Romagnoli e Musacchio al centro, Conti e Rodriguez terzini, a centrocampo Bonaventura, Bennacer e Kessie e tridente d’attacco Suso, Leao e Calhanoglu. Dalla panchina subentrano Piatek, Calabria e Castillejo.

Dice niente?

E’ la squadra che venne battuta per 5-0 dall’Atalanta di Gasperini, del Papu Gomez e di Ilicic. Era 22 dicembre 2019 e come Natale non poteva andar peggio.

Dalla parte opposta dell’oceano c’è un giocatore che rifiuta l’etichetta di pensionato. Vuole una sifda, vuole adrenalina. Chiama il suo agente e dice questa frase: “Portami a Napoli“, innamorato di un’atmosfera che quando va bene è magica. Sembra tutto fatto, poi il presidente licenzia su due piedi Carlo Ancelotti e l’accordo ormai imminente salta.

Piano b. Sempre telefonata all’agente. “Trovami una squadra che sia nella m….“. La risposta non si fece attendere: “Guarda, oggi il Milan ne ha preso 5 dall’Atalanta“.

Il resto è storia, il protagonista della storia è niente meno che Zlatan Ibrahimovic, uno che ha vinto dovunque e che al suo ritorno al Milan era l’unico a credere nello scudetto.

Un pazzo? Forse. Un visionario? Può essere. Una leggenda? Quello è ovvio.

Ma da solo Zlatan può far ben poco. Ci vuole un’altra botta di fortuna.

E si chiama pandemia. Anche se suona strano.

Tutto è apparecchiato per il Milan di Ragnick, che tutti incensano come maestro di calcio. Ma nel mentre Pioli vince, vince e convince. La pandemia allunga la stagione e fa crollare ricavi. I rossoneri si devono tenere stretto Pioli, per Ragnick si aprono le porte del Manchester United.

Va bene a tutti.

Si torna a Bergamo il 23 maggio 2021, c’è da conquistare un posto Champions e con due rigori di Kessie la missione è compiuta, nel mentre Suso e Piatek hanno lasciato il Milan e Donnarumma non ne vuole sapere di rinnovare.

Poco male. Si prende Mike Maignan fresco campione di Francia con il Lille, mica col Psg.

Da quando Giampaolo ha preso il Milan ed è durato appena 7 partite sembra passato un secolo. Pioli ha la personalità calmante, non sbotta, non fa scenate, in cuor suo spesso quando alza i toni pensa al povero Davide Astori, da lui allenato e torna a dar serenità ad un ambiente che lo scudetto non lo vince dal 2011.

C’era Ibra e l’anno prima aveva vinto l’Inter.

Il resto è storia. Rafa Leao esplode e diventa il miglior giocatore della Serie A 2021/22, Maignan è insuperabile, i due centrali difensivi, presi chissà da dove e chissà da chi (ma applausi) Tomori e Kalulu non fanno passare nessuno e il portiere subisce appena 21 reti in 32 presenze, col maggior numero di gare inviolate.

E se nel mentre tutti danno l’Inter per favorita, il Milan lavora sotto traccia. Inzaghi ha il suo periodo negativo come spesso capitava con la Lazio, poi al momento del decisivo derby ecco la doppietta di Giroud.

Dirà che è colpa della doppia sfida col Liverpool. Allora tanto vale non qualificarsi agli ottavi.

Ma non è da bocciare la stagione nerazzurra. Due trofei contro la Juventus addolciscono la pillola, d’altronde al sorpasso ci si è creduto per appena 17 minuti, peggio è stato per i tifosi dei Reds quando il City è andato sotto 0-2 contro l’Aston Villa dell’icona Liverpool Gerrard e poi ha visto il 3-2 degli uomini di Guardiola con la Premier a Manchester.

Così è giusto più crudele, ma c’è pur sempre una Champions da giocare contro il Real.

Ritorniamo in Italia, la Serie A del ritorno della gente allo stadio, con Genoa e Cagliari che salutano mestamente con due suicidi che hanno analogie: la scelta del mister salvezza.

Shevchenko è apparso troppo buono per alzar la voce nel pantano della zona retrocessione. Blessin è ancora da scoprire e da veder se c’è carne al fuoco oltre ad esultare sotto la curva, mentre per i sardi è sprofondo rosso tra le polemiche di Mazzarri che ha di botto perso la squadra e un presidente che litiga con Caressa in diretta tv. Sembra strano, ma a qualcuno potrebbe anche mancare uno come Cellino.

Ultimo applauso della Serie A per Giorgione Chiellini, amato o odiato a seconda del club cui si fa il tifo è pur sempre colonna dell’Italia campione d’Europa 2020, con un Allegri bis alla Juve che non ha saputo imitare Lippi e il suo rientro tricolore in bianconero.

Appena sotto la Juventus ecco la sfida Capitale. La Lazio chiude con un punto in più della Roma e si gode il quarto titolo di capocannoniere per Ciro Immobile. Dato per finito dopo l’avventura al Borussia Dortmund Ciro il Grande si è preso le aree di rigore della serie A, purtroppo però sbatte sempre con la sua versione di “cugino sfortunato” che gioca in Nazionale.

La Roma di Mourinho era la grande attrattiva del 2021/22. Non arriva in Champions ma andrà a Tirana nella finale di Conference League, pur sempre una competizione europea.

E poi… e poi via al calciomercato. Botti di qua e la, perché poi ferragosto arriva in fretta e saremo di nuovo pronti per un nuovo campionato.

Chi sarà tra Inter e Milan ad arrivar per primo alla seconda stella?

La Juve avrà di nuovo Chiesa e forse Pogba?

Mou che combinerà?

Sarà gloria per Spalletti?

Chi farà il botto dell’estate?

Mille interrogativi, con un Mondiale alle porte, nella malattia chiamata calcio.

 

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.