Gio. Nov 21st, 2024

Una vita alla Fiorentina dove, col record di gol per il club, non riesce a vincere lo scudetto. Servirà la Roma e un gol in lacrime.

Gabriel Batistuta o Diego Latorre? Scritto così non ci sono molti dubbi ma all’epoca, parliamo del ’91, il dubbio era su che argentino tenere. Gabriel è alto, sgraziato, capellone e non conosce ancora i movimenti da attaccante puro, da numero 9. 

Con quel numero inizialmente gioca proprio Latorre che preferisce esser più fantasista che cannoniere nel Boca Juniors. Serve così la lezione del Maestro, al secolo Oscar Tabarez, che ripristina le posizioni in campo. Bati dalla panchina è ora titolare e inizia il suo rapporto preferito: quello col gol.

Il Boca vince il campionato proprio con i gol dei due, 11 Batistuta, 9 Latorre e la Fiorentina mette nel mirino entrambi e li acquista. Gabriel arriva anche dalla vittoria in Copa America e viene pagato 12 miliardi per il 91/92 ma non si adatta subito. Latorre arriverà un anno dopo pagato 3.5 miliardi in una stagione disgraziatissima.

Batistuta, per quanto sgraziato sia, sa segnare e impiega 2 giornate per timbrare il cartellino, il primo di 152 gol arriva al Genoa quando è rapace sulla punizione di Orlando. Poi impiegherà 10 partite per segnare ancora e da lì non fermarsi più. Sarà un rapporto turbolento quello tra i Viola e la Serie A, con Cecchi Gori che da padre-padrone litiga con Radice nel 92/93 quando la squadra è seconda e la vede naufragare in Serie B.

Nella serie cadetta Batistuta resta ed è proprio lì che matura fisicamente, guidato da Ranieri in panca, anche grazie a 16 gol riporta i Viola in A. Quello del 94/95 è il primo Batigol dominante, sigla 26 gol in una squadra che gli affida un capolavoro di regista: Manuel Rui Costa.

La carriera di Gabriel si snoda in gran parte con la Fiorentina, trascinata in Champions League e da capitano capace di zittire Barcellona e Arsenal con gol da urlo. In campionato è una serie A da grandi firme, il 98/99 pare l’anno buono per una favola, il Trap a orchestrare dalla panchina vede la sua squadra dominare il girone d’andata, abbattendo il Milan (triplo Bati), la Juve al Franchi (1-0 ancora Bati) ma alla 3a di ritorno, ancora contro i rossoneri, in una gara sullo 0-0 c’è un lancio lungo per l’argentino che corre e poi si accascia improvvisamente, il ginocchio ha ceduto.

Contemporaneamente, quel cavallo pazzo di Edmundo preferisce il Carnevale di Rio allo scudetto. Per i Viola la beffa è doppia, si salutano i sogni di gloria nel punto più alto dell’era Cecchi Gori.

Bati sa che per vincere lo scudetto deve cambiare aria. Prima arriva contro il Venezia il gol che gli permette di superare Hamrin e diventare il goleador più prolifico di sempre a Firenze, poi deve scegliere, Lazio, Roma e Inter lo corteggiano.

A 31 anni le gambe del calciatore non rispondono ottimamente. Sceglie la Roma che lo acquista per 70 miliardi (la Lazio si consolerà con Crespo) e spesso evita gli allenamenti per giocare, sotto infiltrazioni, in campionato. E’ troppa la voglia di vincere.

Arrivano 3 vittorie consecutive per la banda di Capello, poi lo stop contro l’Inter anticipa la tripletta in giallorosso contro il Brescia. Poi si arriva al 26 novembre, 8a giornata, c’è Roma-Fiorentina, il presente di Bati contro il passato e il cuore viola. E’ l’uomo inseguito dalle telecamere, gli occhi lucidi si sposano col fisico da Re Leone, t’immagini se fa gol lui?

Andar sotto la curva viola prima del match è normale amministrazione per chi ama il Viola e per il bomber la gara è nervosa, con Repka e l’intera retroguardia avversaria a fermarlo. Sullo 0-0 la gara proprio non si sblocca, Capello inserisce Montella, ci prova Cafu con i cross ma niente. Poi, a 8 minuti dal termine, la palla arriva a Zago, rimbalza, si avventa Batistuta che esplode un destro fulminante, Toldo è battuto, il rumore della rete scuote l’argentino, ha appena segnato alla sua squadra del cuore, sono lacrime, ma la missione scudetto deve proseguire.

Esulterà invece in quel 17 giugno quando il suo gol chiuderà per 3-1 la sfida col Parma. La corsa sotto la curva è il meritato premio per il Re Leone, E’ scudetto.

Fonte: l’autore Francesco Fiori

L’arte nel pallone: le lacrime di Gabriel

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it