Gio. Nov 21st, 2024

Il celebre giornalista, voce della Formula Uno Rai, racconta un episodio sul grande Ayrton Senna

Il 1 maggio alle ore 14:17 lo schianto al Tamburello, Ayrton Senna perde la vita ed entra nella leggenda. Accade però qualcosa di inspiegabile poco dopo.

Ezio Zermiani è stato per anni l’icona del giornalismo nelle piste di formula uno. Abile a districarsi fra piloti in un ambiente, tra anni 70 e 80, molto familiare e con un seguito della tv molto ridotto, senza la marea della stampa per un’intervista. Capitava così di instaurare rapporti di amicizia fra le parti e così accadde tra Zermiani e Ayrton Senna.

Ayrton Senna è inquieto quel 30 aprile. La morte di Roland Ratzenberger lo ha scosso a tal punto da andare di persona nella curva Villeneuve a cercare la propria verità. La sera incrocia Zermiani, intervistatore per la Rai ed esclama: “Guarda, bisogna fare qualcosa e sappi che ho stilato un elenco, pista per pista, con tutti i punti deboli dal punto di vista del circuito. Per esempio Imola ha un punto critico in corrispondenza della curva Tamburello, comunque riguarda tanti circuiti, ne parliamo dopo la gara con tranquillità“.

A Zermiani però la curiosità giornalistica ispirava altro: “Senti Ayrton, ma si può sapere perché nel weekend di San Marino ad un certo punto sparisci nel nulla e nessuno sa dove vai?“.
La replica, stizzita e molto rigida colpisce Ezio: “Non ti azzardare a seguirmi o pedinarmi, se disgraziatamente lo scopri io con te non parlo più“.

Il destino però quel primo maggio decise di accanirsi sul gran premio di San Marino, Ayrton Senna alle 14:17 ebbe l’incidente fatale proprio al Tamburello.

Con la morte di Senna e il dolore nei cuori di tutti, Zermiani passeggiava. il lunedì, in cerca di un perché lungo il circuito di Imola, quando un signore gli toccò la spalla e gli disse: “Senta, lei è Zermiani? La stavo cercando, non mi prenda per matto, so che farà fatica a credermi e io stesso sono incredulo per quanto successo, mi dia fiducia. Io sono un medico che si occupa della cura, del recupero e della riabilitazione dei craniolesi e sto sperimentando una mia teoria: nel corso del coma è come se parte del corpo restasse viva e inviando messaggi è possibile stimolare il risveglio. Con la collaborazione di Ayrton Senna nel passato recente siamo riusciti a risvegliare un ragazzo vittima di un incidente, di nome Massimo, e spesso Senna è passato a trovarlo spesso nei test e nei vecchi gran premi. Quando spariva e nessuno sapeva dove fosse era dal nostro Massimo.
E proprio Ayrton in sogno mi ha chiesto di recapitarle questa audiocassetta che contiene delle registrazioni che facevamo sentire al nostro paziente. Ecco tenga, spero di aver fatto una cosa giusta e di esser stato utile a qualcosa
“.

Era come se, tramite il medico, Senna rispondeva alla domanda sul dove andava di Zermiani.

Zermiani incontrò proprio Massimo nel ventennale della scomparsa di Ayrton Senna.

Ezio Zermiani, sempre in quel weekend, il giovedì chiese ad Ayrton un oggetto per un asta benefica del venerdì ma Senna, non avendo preparato niente, si tolse il suo cappellino blu, lo autografò e disse: “Dai metti questo!“. Spinto da non si sa quale forza misteriosa nell’asta che per quell’oggetto spinge un valore non precisato di milioni, è proprio Zermiani ad aggiudicarsi quel ricordo, con reprimenda del brasiliano la domenica mattina: “Ma scusa, se lo volevi te ne avrei dato uno io per te!“. 

Furono le ultime parole della leggenda. 

Francesco Fiori

Fonte Gazzetta Fan News

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Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it