Il celebre giornalista, voce della Formula Uno Rai, racconta un episodio sul grande Ayrton Senna
Il 1 maggio alle ore 14:17 lo schianto al Tamburello, Ayrton Senna perde la vita ed entra nella leggenda. Accade però qualcosa di inspiegabile poco dopo.
Ezio Zermiani è stato per anni l’icona del giornalismo nelle piste di formula uno. Abile a districarsi fra piloti in un ambiente, tra anni 70 e 80, molto familiare e con un seguito della tv molto ridotto, senza la marea della stampa per un’intervista. Capitava così di instaurare rapporti di amicizia fra le parti e così accadde tra Zermiani e Ayrton Senna.
Ayrton Senna è inquieto quel 30 aprile. La morte di Roland Ratzenberger lo ha scosso a tal punto da andare di persona nella curva Villeneuve a cercare la propria verità. La sera incrocia Zermiani, intervistatore per la Rai ed esclama: “Guarda, bisogna fare qualcosa e sappi che ho stilato un elenco, pista per pista, con tutti i punti deboli dal punto di vista del circuito. Per esempio Imola ha un punto critico in corrispondenza della curva Tamburello, comunque riguarda tanti circuiti, ne parliamo dopo la gara con tranquillità“.
A Zermiani però la curiosità giornalistica ispirava altro: “Senti Ayrton, ma si può sapere perché nel weekend di San Marino ad un certo punto sparisci nel nulla e nessuno sa dove vai?“.
La replica, stizzita e molto rigida colpisce Ezio: “Non ti azzardare a seguirmi o pedinarmi, se disgraziatamente lo scopri io con te non parlo più“.
Il destino però quel primo maggio decise di accanirsi sul gran premio di San Marino, Ayrton Senna alle 14:17 ebbe l’incidente fatale proprio al Tamburello.
Con la morte di Senna e il dolore nei cuori di tutti, Zermiani passeggiava. il lunedì, in cerca di un perché lungo il circuito di Imola, quando un signore gli toccò la spalla e gli disse: “Senta, lei è Zermiani? La stavo cercando, non mi prenda per matto, so che farà fatica a credermi e io stesso sono incredulo per quanto successo, mi dia fiducia. Io sono un medico che si occupa della cura, del recupero e della riabilitazione dei craniolesi e sto sperimentando una mia teoria: nel corso del coma è come se parte del corpo restasse viva e inviando messaggi è possibile stimolare il risveglio. Con la collaborazione di Ayrton Senna nel passato recente siamo riusciti a risvegliare un ragazzo vittima di un incidente, di nome Massimo, e spesso Senna è passato a trovarlo spesso nei test e nei vecchi gran premi. Quando spariva e nessuno sapeva dove fosse era dal nostro Massimo.
E proprio Ayrton in sogno mi ha chiesto di recapitarle questa audiocassetta che contiene delle registrazioni che facevamo sentire al nostro paziente. Ecco tenga, spero di aver fatto una cosa giusta e di esser stato utile a qualcosa“.
Era come se, tramite il medico, Senna rispondeva alla domanda sul dove andava di Zermiani.
Zermiani incontrò proprio Massimo nel ventennale della scomparsa di Ayrton Senna.
Ezio Zermiani, sempre in quel weekend, il giovedì chiese ad Ayrton un oggetto per un asta benefica del venerdì ma Senna, non avendo preparato niente, si tolse il suo cappellino blu, lo autografò e disse: “Dai metti questo!“. Spinto da non si sa quale forza misteriosa nell’asta che per quell’oggetto spinge un valore non precisato di milioni, è proprio Zermiani ad aggiudicarsi quel ricordo, con reprimenda del brasiliano la domenica mattina: “Ma scusa, se lo volevi te ne avrei dato uno io per te!“.
Furono le ultime parole della leggenda.
Fonte Gazzetta Fan News
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