La biblioteca di Ispirazione Sportiva oggi propone il libro: Bruno Pizzul, una voce Nazionale, scritto da Francesco Pira e Matteo Femia.
Bruno Pizzul è facile da raccontare. E’ semplicemente la storia della Nazionale e di un calcio romantico lontano dalle pay tv, da sceicchi e var, che parte dai primi calci ad un pallone nel ruolo di difensore del Catania fino ad appendere le scarpette al chiodo nella “sua” Cormonese, stagione 64-65, arrivando poi alla chiamata di Mamma Rai.
L’esordio al microfono è turbolento, un Como-Juve che la tv avrebbe trasmesso in differita, con Bruno che va a pranzo con Beppe Viola e fa tardi, tanto da arrivare a gara iniziata da un quarto d’ora, salvo poi registrare a fine partita i primi 15 minuti della sfida, tra le risate di un Viola divertitissimo.
Poi il Mondiale del 1970 come esordio, passando poi per una telecronaca affrontata con coraggio ed eleganza, nonostante si riferisse al tristissimo 29 maggio 1985 e alla tragedia dell’Heysel, dove Pizzul in tv e Ameri in radio raccontarono una delle pagine più tristi della storia del calcio.
Bruno diventa voce Nazionale dopo il grande Nando Martellini, nel 1986, raccontando Mondiali ed Europei per 16 lunghissimi anni, tra Notti Magiche (1990), Robeeerto Baggio (Usa 94), Zola che sbaglia il rigore nel 1996, la traversa di Di Biagio (1998 rigori contro la Francia), il Golden Gol di Trezeguet (Euro 2000) e infine lo scandaloso Byron Moreno nel 2002.
Il 20 agosto 2002 la sua ultima telecronaca per la Nazionale è un’amichevole tra Italia e Slovenia finita 0-1, la stessa Slovenia sfiorata geograficamente da Pizzul, con Cannavaro che chiude l’ultimo intervento con un “Ciao Maestro”.
Ironia della sorte Pizzul dovrà vedere da casa il trionfo del 2006 narrato da Marco Civoli sulla Rai, con un’Italia-Francia poi fatta raccontare in telecronaca da Bruno a La7, ma il sapere il risultato ha condizionato l’emozione, senza intaccare minimamente la classe di un giornalista fuoriclasse del microfono.
Altra chiosa sul libro, il racconto finale del “suo” Pizzul di Daniele Redaelli, giornalista de La Gazzetta dello Sport scomparso prematuramente il 31 dicembre 2017.
Il libro, da sottolineare, per precisa volontà degli autori e di Bruno Pizzul, di concerto con l’editore tutti i diritti d’autore ricavati dalla vendita del libro saranno devoluti alla Fondazione Stefano Borgonovo