Mer. Apr 24th, 2024

Quante volte ci è capitato di pensare, in tempi moderni, “questo non è il mio calcio“. Perché tutti noi abbiamo l’idea romantica dei nostri eroi calcistici, di chi ci ha fatto sognare ma anche chi, con o senza talento, non è riuscito a mantenere le promesse attese.

Quante volte in sede di calciomercato abbiamo sognato per un acquisto della nostra squadra del cuore e abbiamo poi avuto gioie e delusioni.

Remo Gandolfi per la biblioteca di IspirazioneSportiva.com ha scritto il libro “Questo è il nostro calcio“, un testo piacevolissimo da leggere e che blocca più volte il lettore.

Lo blocca perché basta legger il nome del giocatore del capitolo iniziale per fermarsi a pensare a chi era, a cosa ha fatto e in molti casi a cosa avrebbe potuto fare senza il destino di mezzo.

In ordine alfabetico si va da Jean-Pierre Adams sino ad Alvise Zago, passando per le storie di Brolin, Di Bartolomei, Elkjaer, Futre, Guerrero, Riva, Stromberg e tanti, tantissimi altri.

Gandolfi spesso si è immedesimato nel giocatore da raccontare, una perla in più per sentire pensieri di chi in alcuni casi non è più tra noi e ha lasciato il retrogusto del “Vorrei ma non posso” o “Vorrei ma faccio altro”, raccontando storie che quasi quasi è un peccato che il libro finisca presto.

Ma non è nuovo ai ricordi Gandolfi, in quanto lo scrittore ha creato anche il capolavoro “Matti miti e meteore del futbol sudamericano” che ovviamente a breve sarà presente su questa nostra speciale biblioteca, che tratta di 43 personaggi particolari della storia del calcio latino, fucina immensa di aneddoti dove la persona viene sempre prima del calciatore.

Curiosità di IspirazioneSportiva.Com riportare a Remo un paragrafo che ci ha molto colpito del libro Questo è il nostro calcio: “Quelli che avevano talento e son diventati miti, quelli di talento che lo hanno gettato alle ortiche e quelli che avevano talento ma hanno scelto strade diverse“. Cui l’autore ha immediatamente e con entusiasmo ha risposto cosi:

Quelli che avevano e sono diventati “miti” sono diversi anche se tutti loro, prima o dopo hanno dovuto fare i conti con una sorte avversa fatta di infortuni (Futre, Riva, Guerrero, Kipiani) o come Gerd Muller che al termine di una carriera eccezionale non ha saputo trovare una sua dimensione fuori dal calcio. Direi che i due esempi di “Miti” più puri siano stati Belodedici e Stromberg che hanno avuto carriere irreprensibili pur non essendo magari forti o osannati come quelli citati sopra. Tra i talenti inespressi che si sono in qualche modo “buttati via” ce ne sono tanti. Streltsov era un fenomeno, Chiorri aveva tutto e anche Eneas in Brasile era considerato un fenomeno. Ma il gruppo più numeroso è quello di coloro che sono stati mollati sul più bello dalla Dea Bendata, alcuni addirittura ad inizio carriera. Francesco Rocca, Alvise Zago, Eduardo da Silva, Lubanski… Poi ci sono quelli riusciti a fare ottime carriere nonostante zavorre pesanti da portarsi dietro… Penso a Stig Tofting, WIM Van Hanegem, Yeray Alvarez senza contare i casi più terribili come Morosini o Fortunato. Insomma, sono in fondo tutte storie di “uomini che hanno giocato a calcio” e tutti con un vissuto davvero particolare e toccante

Inutile dirvi che il libro è super consigliato!

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Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it