Ven. Apr 19th, 2024

Questo è un pezzo che il nostro Francesco Fiori scrisse per i 50 anni di Roberto Baggio su SpazioInter. Ve lo riproponiamo.

Quando si arriva al compimento del mezzo secolo di una leggenda il mondo dovrebbe fermarsi, alzarsi in piedi e ringraziare. Non una celebrità qualsiasi ma chi ha fatto sognare i tifosi di Fiorentina, Juventus, Milan, Bologna, Inter e Brescia, oltre ovviamente chi segue solo la Nazionale azzurra. i 50 anni sono di Roberto Baggio, talento e disperazione degli allenatori, idolo e amore incontrastato di chi ama il calcio.

Baggio, esordio con gol, come per gli immortali

Baggio e l’Inter si inseguono per anni, periodi difficili con Pellegrini che non può permettersi il Divin Codino, nonostante il giocatore da piccolo sia tifoso nerazzurro. E allora via alla disperazione viola sotto Pontello che lo vende ai bianconeri, e poi via al rossonero dove dopo Lippi farà arrabbiare Capello.

Il primo Moratti tenta subito il colpo ma Roby non è convinto, quando poi Milano si fa stretta si va a Bologna, dove la lite arriva con Ulivieri per una mancata convocazione contro la Juventus.

Baggio divide, rischia di trascinare due volte l’Italia al trionfo mondiale, prima 1994 poi 1998, finché poi sposa il nerazzurro, si va a far coppia con Ronaldo, l’attaccante più devastante del mondo.

In nerazzurro si presenta dopo un Mondiale giocato da protagonista, l’esordio è a Pisa, mercoledì 12 agosto 1998, c’è da battere lo Skonto Riga per arrivare ai gironi di Champions. Roberto gioca con la 10 e al minuto 58 bagna con un gol la sua prima gara ufficiale con i nerazzurri. L’esultanza è di chi quei colori se li sente addosso ma, come dice Venditti, “Certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano”.

Baggio, il Real, il vino e un amore infinito

E’ difficile raccontare Roberto Baggio senza avere gli occhi lucidi. La difficoltà nasce dal vedere un Campione con la C maiuscola fermato dagli infortuni, dalla sfortuna e dall’ostracismo degli allenatori che mal sopportavano tanto carisma.

All’Inter serve una firma d’autore, una di quelle serate in cui Pizzul urlerebbe “Robertooooooo!!!” come nei Mondiali 1994.

Mercoledì 25 novembre 1998, l’Inter ospita il Real Madrid di Hiddink, Ronaldo e Zamorano fanno coppia là davanti ma dall’uno a uno la gara non si sblocca.

Finché dalla panchina si alza Lui, boato di San Siro, si toglie la tuta e prende il posto di Ivan Zamorano. La grandezza del Roby Nazionale è fatta di piccoli istanti, è grandissimo per quanto sia introverso, Lui che non capisce perché ha tanti tifosi e che in una vecchia vhs sceglie la canzone di Morandi “Uno su mille” per spiegare che ogni battaglia si può vincere.

Contro i Blancos entra Roberto, è un peperino a tutto campo, la gara pare bloccata, poi minuto 86, mischia furibonda in area, Baggio prova un fraseggio in avanti, la palla rimbalza sulla difesa del Real, ritorna a lui, tiro, gol e un ti amo.

L’esultanza è di quelle magiche, si toglie la maglia, la bacia perché dice “Devo restituire tutto l’amore dei tifosi nerazzurri verso di me“, ecco, perfetto, amore ricambiato.

Non è tutto, prima di entrare nell’Olimpo dei miti nerazzurri ci sarebbe anche un rigore perchè Illgner lo falcia in area, ma poco male, altro lancio lungo di Simeone, palla per Lui, dribbling sul portiere tedesco e saluti a tutti, 3-1 e un amore appena nato ma già fortissimo, Baggio per l’Inter, l’Inter per Baggio, io per entrambi.

Baggio si scontra con stagioni sfortunate all’Inter, poi arriva il Messia, cioé Marcello Lippi, colui che dice una cosa e ne fa un’altra, uno che può anche aver vinto la Coppa del Mondo ma che rappresenta la fine della storia tra Baggio e l’Inter.

Lippi chiede al numero 10 di far la spia su chi rema contro negli spogliatoi, il Divin Codino si rifiuta e per questo finisce in castigo, fino al 23 gennaio 2000.

L’Inter va male, è sesta a meno sette dalla capolista Juventus, va a Verona e va sotto per un gol di Laursen. Lippi presenta Recoba e Mutu in avanti, poi sotto uno a zero mette Baggio dopo l’intervallo, il numero 10 finito in naftalina serve per la salvezza.

Serve un minuto, discesa sulla fascia del Divino, passaggio al centro e gol del Chino. Quel momento per chi scrive resta impresso nella memoria, la battaglia per la malattia del padre lo debilitava e sperava solo in Baggio, il Codino entrava e cambiava la partita, la gioia era così immensa anche da provare il vino per la prima volta.

Al raddoppio apriti cielo, segna Baggio, salva Lippi, finisce il vino e la dichiarazione del numero dieci vale la scritta sul suo cappellino: “Matame se no te siervo“, uccidimi se non ti servo.

Altro che uccidere, ti clonerei Baggino mio, ti darei due gambe per correre ora, per ispirare Icardi e insegnare a Gabigol come si gioca, in fondo la numero 10 è libera.

Baggio lascia l’Inter come solo un campione può lasciare il grande amore, breve ma intenso.

Spareggio per la Champions League, Verona, 23 maggio 2000. Ormai le strade tra Baggio e l’Inter sono chiare, Lippi non lo vuole più e commette lo stesso errore di Trapattoni ai Mondiali del 2002, meglio non avere il 10 tra le scatole.

Prima però ecco il regalo ai tifosi dell’Inter, prestazione da Pallone d’Oro, lui che è l’ultimo italiano ad averlo vinto grazie a prodezze individuali (Cannavaro non ti arrabbiare), in porta Buffon, punizione impossibile e vantaggio nerazzurro, poi per far piangere chi non lo voleva vedere con un’altra maglia ecco un tiro al volo su sponda di Zamorano, gol, vittoria e Champions.

Dedicata a tutti? “No, a tutta l’Inter tranne l’allenatore”.

Baggio va a incantare il Rigamonti di Brescia, la storia dirà che non alzerà mai nessun trofeo, ma entrerà nei cuori dei tifosi e questo vale più di mille onorificenze.

Buon compleanno Roby, idolo, magico e prezioso esempio per le lotte con la sfortuna.

Buon mezzo secolo e come disse Pizzul: “Robertoooooooo, goooooool!

Francesco Fiori

https://www.spaziointer.it/2017/02/18/baggio-mio-baggio-quanto-ti-ho-amato/

Leggi anche: La storia di Ronaldo, Baggio e Vieri

Ronaldo e il tridente poco caro al Dio Calcio

Foto: Inter.it

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it