Mar. Apr 23rd, 2024

La nostalgia delle domeniche in cui la Serie A giocava contemporaneamente e per vedere i gol si aspettava Paolo Valenti e 90°Minuto

Fonte: Gazzetta Fan News http://gazzettafannews.it/calcio/quando-90-minuto-rese-litalia-calcistica-unita/

Amici sportivi, buon pomeriggio“. Il sorriso bonario di Paolo Valenti apriva così 90° Minuto e iniziava a far sognare un’intera nazione calcistica.

Chi ha avuto la fortuna di vivere quel calcio ancora oggi chiude gli occhi e sogna. E’ il 27 settembre del 1970 quando alle ore 18 l’Italia scopre una nuova abitudine nella domenica pomeriggio grazie all’illuminazione di Valenti, Barendson Pascucci.
Fino a quel momento esisteva solo “Tutto il calcio minuto per minuto“, estasi radiofonica per chi immaginava i gol, poi però le reti arrivano in tv in una Serie A che si gioca tutta in contemporanea.

Disservizi tecnici, cravatte e giacche dei conduttori improponibili, telecronisti accerchiati da tifosi festanti, che salutano con la manina e si concedono pochi secondi di notorietà, un calcio semplice raccontato in maniera ancor più semplice, qualcosa che oggi è inimmaginabile.

Se negli anni 60 la Grande Inter aveva una formazione che in tanti decantano a memoria non meno va la formazione di 90°Minuto che con Valenti al timone aveva veri top player del microfono, tra scivoloni sui nomi dei giocatori stranieri e mistiche conclusioni da un campo all’altro in collegamento.  La “Nazionale del giornalismo” si componeva con Giorgio Bubba da Genova, Tonino Carino da Ascoli, Ferruccio Gard da Genova, Emanuele Giacoia da Catanzaro, Marcello Giannini da Firenze, Luigi Necco da Napoli, Lamberto Sposini da Perugia, Franco Strippoli da Bari, Gianni Vasino da Milano e marginalmente a 90°Minuto anche un mito del giornalismo sportivo italiano televisivo, Beppe Viola.

L’elenco sarebbe lunghissimo, ma ciò che oggi, all’ombra di diritti tv che hanno minacciato la scomparsa del simbolo del calcio italiano, dobbiamo riflettere su cosa le pay tv hanno dato e tolto agli italiani. 90° Minuto è stato cancellato già nel 2005, quando i diritti tv in favore di Mediaset lo avevano eliminato dal palinsesto seppur dando agli italiani nuovi programmi calcistici, volti più allo spettacolo che alla genuina cronaca della Serie A, con Paolo Bonolis che prova a replicare su Canale 5 il racconto pomeridiano del calcio, raccogliendo solo un insuccesso a causa del cambiamento globale del binomio calcio-tv.

Paolo Valenti scompare il 15 novembre 1990, con una malattia che non ne limita le apparizioni domenicali e che fa condurre il suo “spettacolo” fino a pochi giorni prima del decesso. Con la scomparsa del “papà” della trasmissione si perde gran parte della magia, quel filo conduttore raccolto poi da Fabrizio Maffei e Giampiero Galeazzi fino all’epoca attuale con Paola Ferrari che non riesce in nessun modo a restituire il racconto del calcio ingenuo e semplice degli anni di Valenti.

Oggi, in epoca di crisi finanziaria, si legge con orrore che non basterà un singolo abbonamento per seguire la Serie A ma forse la parentesi del Mondiale, in cui ci vede in vacanza a causa di un altro silenzioso fallimento, ancora non ha dato l’esatta percezione del problema che i diritti tv causeranno ai tifosi.

Quando lo capiremo, con nostalgia ripenseremo alle tante domeniche che si aprivano con “Amici sportivi, buon pomeriggio“, un altro calcio, un’altra tv, tantissimi sogni.

Francesco Fiori

09

a2009b64-d246-11e3-8ed3-fdcfbf1b09b2

Di Francesco Fiori

Francesco Fiori è un giornalista sardo, classe 1983, con la passione per il racconto dello sport. Di tutto lo sport. Aveva 6 anni quando, sicuramente errore o destino, ebbe in regalo una semplice radio, senza pensare alle conseguenze successive del pianeta sportivo. Una domenica, finiti i compiti, giocando con quel mezzo, captò la voce roca di Sandro Ciotti. Aveva appena scoperto l’esistenza di Tutto il calcio minuto per minuto. La prima sfida arriva nella stagione calcistica 90/91, quando lo zio, incredibile giornalista locale, gli diede come compito raccontare la giornata calcistica appena conclusa. Quel tema, ad appena 7 anni, risultò migliore rispetto alle tabelline, mai entrate volentieri in testa. Il premio fu la presenza alla gara di cartello della squadra del suo paese, il Ploaghe, due settimane più tardi. Destino volle che la morte prese suo zio proprio il mercoledì prima, innescando in Fiori la voglia di diventare giornalista. A scuola alla domanda “Hai solo il calcio in testa?” rispondeva “No, anche il ciclismo” e gli anni di partite contemporanee la domenica e di Tele +2 col calcio estero crearono un piccolo “psicopatico sportivo”. Tra gli sport di cui si innamora c’è l’hockey americano, soprattutto nella mitologica figura di Mario Lemieux. Poco prima della morte del padre, nel febbraio 2001, Fiori trova su La Gazzetta dello Sport proprio un trafiletto con scritto del ritorno sul ghiaccio di Lemieux dopo aver sconfitto una forma tumorale e un ritiro di 3 anni. Da lì altra promessa, qualora arrivi la possibilità di scrivere un articolo, questo sarà su Lemieux il Magnifico. Diventato ragioniere capisce immediatamente che iva e fatture sono molto più noiose del previsto e la prima collaborazione col giornale “Sa Bovida” gli fanno capire le regole basi del giornalismo, cosa che Fiori ignorava ma che rispettava, chiedendo solo la possibilità di scrivere e far colpo. Chiusa la parentesi Sa Bovida per problemi logistici e di salute dell’immenso Antonio Delitala ecco il primo reale colpo di fulmine, il sito di hockey Nhl Playitusa che non ha un articolo su Lemieux. Il direttore, con una mail che Fiori ancora oggi custodisce, risponde: “Beh, perché non provi a scriverne uno tu?” Il resto è la storia scritta al pc dopo averne scritto 5 pagine in un quadernone a quadretti. Un cambio di lavoro, non per sua volontà, spariglia le carte in tavola, col ragazzo che stando fuori casa tutto il tempo deve abbandonare la scrittura, ma peggio ancora va col primo di 3 ictus che colpiscono la mamma proprio in quel periodo. Tempo al tempo e con un altro cambio di lavoro ecco l’opzione che lo colpisce, scrivere della sua amata Inter sul sito SpazioInter. Gli inizi sono complicati, scrivere secondo le regole e non avere carta bianca lo bloccano un pochino, fino all’esplosione che nel sito si chiama Live. Il Live sarebbe il racconto, minuto per minuto e in contemporanea, della partita in tv e a Fiori tocca esordire con Milan-Inter. Quella sera il divertimento raggiunge le stelle, anzi, le supera e da quel momento l’impegno è triplo, con le perle di interviste a Sandro Mazzola (che risate), Gigi Simoni (che gentilezza) e Riccardo Cucchi, suo idolo radiofonico. Il tesserino da giornalista gli fa mantenere la parola data a 6 anni e ancor più sorprendente è la proposta di essere addetto stampa proprio della squadra locale, andare a vedere quelle partite che il destino gli negarono nel 1991. Si chiede spesso se sia il destino a far scherzi oppure se semplicemente la vita va accettata per quella che è. Il 30 gennaio 2021, dopo un ricovero di un mese con tutte le aggravanti possibili, in ospedale viene a mancare la mamma di Francesco. Il colpo è brutale. Il conto è pesantissimo, la mente lontana, lo scrivere, anche solo un piccolo pensiero sulla giornata calcistica, è di una difficoltà che ad oggi è ancora lontana dall'essere superata. Il resto è storia o noia, dipende da che parte si vuol vedere, dagli articoli su Gazzetta Fan News al raccontare qualsiasi sport, perché per Fiori ogni sport ha un suo eroe e perché ora, con IspirazioneSportiva.com, sarà ancor più spettacolare dar libero sfogo a qualsiasi ispirazione, come dice il nome e come gli ha insegnato Riccardo Cucchi: “Nella vita mai smettere di sognare!”. Anzi, scusate il ritardo! Mail: fcroda@yahoo.it Fb: supermariolemieux pec: francesco.fiori@pecgiornalisti.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.